Punta Maladecia 2745 m - Via normale

Home Appennino Ligure Alpi Liguri Alpi Marittime Alpi Cozie Valle d'Aosta Dolomiti Altre zone Su e giù per la Riviera Ligure Mailing List

 

CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 14

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI MARITTIME

SCHEDA N. 59

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

FOTOPERCORSO

LARICI IN VESTE AUTUNNALE ALLA BASE DELLA MALADECIA

LA VALLETTA ERBOSA OLTRE IL LAGO DI QUOTA 2074

COLORI D’AUTUNNO NEL VALLONE DI SANT’ANNA

IL LAGHETTO DI COMBA MOURRÈ E LA PUNTA MALADECIA

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona), si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo e si risale la Valle Stura.  

Oltre Demonte (capoluogo della valle), si supera anche Vinadio (904 m, 64 km da Mondovì): circa 1 km oltre il paese si svolta a sinistra in direzione del Colle della Lombarda. Superata la borgata Pratolungo (926 m), con numerosa serie di tornanti la rotabile si inserisce nel selvaggio Vallone di Sant’Anna. Trascurando la diramazione a sinistra per il Vallone di Riofreddo, si prosegue lungamente nel severo vallone, fino ad un bivio presso la sua testata (1900 m circa, 20 km da Vinadio): trascurato il ramo di destra (diretto al ben visibile Santuario di Sant’Anna di Vinadio), si prosegue a sinistra, verso il Colle della Lombarda, risalendo con diversi tornanti fra i larici i ripidi pendii discendenti dalla Punta Maladecia. 

Dopo il terzo tornante la strada si allunga pressoché in piano su un’ampio terrazzo erboso: si parcheggia presso uno slargo sulla sinistra, in corrispondenza dello stacco di una strada sterrata pressoché pianeggiante che si inoltra in una conca erbosa (2020 m circa).

 

ITINERARIO

Si segue la sterrata pianeggiante, che aggira un dosso erboso e, dopo poche decine di metri, si perde in un ampio pascolo presso una pozza. Si va a destra, in direzione di un pendio ricoperto di larici: qui si trova un sentiero abbastanza marcato, che risale in diagonale il pendio verso sinistra e, doppiato un costone, conduce sulle sponde di un bellissimo laghetto (Lago di Comba Mourrè) in una conca erbosa fra radi larici (2074 m, h 0,15). 

Aggirato a sinistra il lago, si scende su grossi blocchi, per poche decine di metri, sul fondo di una valletta erbosa percorsa da un ruscello, che alimenta un altro piccolo laghetto poco più a valle (spesso asciutto a fine stagione). Si risale dall’altra parte per detriti e massi accatastati fino alla base di un evidente e ripido canalone detritico, che incide uno sperone secondario della Maladecia. 

Si attacca il canalone, dapprima sull’erboso conoide, poi per ripidi e faticosi detriti (saltuarie e discontinue tracce) fino al più ripido tratto erboso terminale che consente di guadagnare la sommità del costolone erboso, che si affaccia sul selvaggio avvallamento detritico posto sul versante occidentale della Punta Maladecia (2400 m circa, h 0,40 dal laghetto). 

Tagliando con attenzione per erba e mobili detriti, si scende leggermente sull’altro versante in direzione di un pino isolato su un nuovo vicino costone: si va così ad intercettare una marcata traccia che, passando sul colletto a monte del pino, traversa in lieve salita le immense pietraie alla base delle placconate del versante occidentale della Maladecia, fino a portarsi presso lo sbocco inferiore dell’evidente canale sud-ovest

Da qui, seguendo una serie di evidenti ometti di pietre, si risale l’ampio canale per franosi detriti e qualche banale roccetta: un ciclopico masso al centro del solco si aggira a sinistra, alla base di alcuni arditi pinnacoli, incontrando poi una serie di segnavia blu provenienti da una cengia che si immette, da destra, nel canale. Si prosegue sulla sinistra (destra orografica) del canale, dove alla base delle rocce si può sfruttare una comoda bancata erbosa (traccia). Lasciati i segnavia blu, che si dirigono a sinistra in uno stretto colatoio (possibile variante, comunque di poco più impegnativa), si ritorna verso il centro del solco e, per l’ultimo incassato canalino di friabili detriti (attenzione!) si sbuca su di uno stretto intaglio roccioso (2700 m circa, h 1,00 dal costolone erboso) che si affaccia sul selvaggio Vallone Maladecia (Est), tributario del Vallone di Sant’Anna, nel quale confluisce presso l’ex-rifugio del Baraccone (1533 m). Bellissimo panorama sull’opposto versante del vallone, dove oltre le cime della Punta Ciarnièr e della Testa Cairilliera fanno capolino i massicci del Matto e dell’Argentera. Dall’altra parte, si domina la conca erbosa dove sorge il Santuario di Sant’Anna e, oltre la Cima del Lausfér e la Testa Comba Grossa, le più alte elevazioni della Vallée de la Tinée

Dal colletto appare evidente l’ultimo tratto della salita: si traversa a sinistra, all’inizio per banali roccette e poi per ripidi ma elementari pendii erbosi, fino ad una più marcata traccia che, con alcune ripide svolte lungo un pendio di zolle erbose, consente di toccare velocemente la panoramicissima sommità della Punta Maladecia (2745 m, h 0,10 dal colletto), dove sorge una croce di ferro (libro di vetta nei pressi) che domina dall’alto il selvaggio Vallone Maladecia. Superbo panorama che va dalla media Valle Stura al Monviso, alla pianura cuneese, alle più alte vette delle Alpi Marittime, con il Monte Matto e l’Argentèra su tutte. Verso Sud di individua la tozza sagoma della Testa del Malinvern, mentre a ovest si domina tutta la testata del Vallone di Sant’Anna e, oltre, si notano le cime del Corborant, dell’Ischiator e del Ténibres. 

La discesa si effettua per la stessa via fino al colletto con il pino isolato (h 1,00 circa dalla cima): da qui, si può proseguire lungo la marcata traccia che raggiunge il filo del costolone erboso in un punto più basso rispetto a quello toccato in salita, presso un grosso ometto di pietre

A questo punto, oltre che risalire brevemente e ridiscendere per il canale di salita, è possibile un ritorno alternativo: si prosegue in discesa, lungo il filo del costolone, per una cinquantina di metri, fino al sommo di un ripidissimo canale erboso parallelo a quello di salita. Scendendo lungo il ripidissimo solco (attenzione in caso di terreno viscido!) si perde velocemente quota: in basso, si supera una brevissima strozzatura verso destra e, scendendo i sottostanti facili pendii erbosi, si ritorna sulle vaste pietraie sottostanti il canale di salita

Da qui si scende nella valletta erbosa con ruscello, da dove una breve risalita per grossi blocchi riconduce al Laghetto di Comba Mourrè (2074 m). 

Da qui, in breve, nuovamente al parcheggio (h 0,45 dal pino isolato).   

 

TEMPO TOTALE

h 4,00 circa

DISLIVELLO

750 m circa

DIFFICOLTA’

EE

ULTIMO SOPRALLUOGO

9 ottobre 2011

PERIODO CONSIGLIATO

luglio - ottobre

COMMENTI

Bella salita, piuttosto breve e senza particolari difficoltà, ma che si svolge quasi per intero al di fuori dei sentieri, senza indicazioni né segnalazioni. L’orientamento è di per sé semplice, ma il terreno è comunque a tratti delicato, e richiede piede sicuro, in particolare per non smuovere pericolosamente i molti detriti. La discesa lungo il canale erboso secondario, seppur più veloce, è sconsigliata in caso di terreno viscido, in quanto i ripidissimi pendii erbosi non permetterebbero una facile frenata in caso di scivolate. Panorami stupendi.