Dal rifugio si scende lungo la
carrareccia di accesso sulle rive del Lago
Inferiore dell’Ischiator (
2064 m
). Alla base del poggio su cui sorge il rifugio si abbandona la
carrareccia per seguire a sinistra (palina) un’ampia mulattiera che si
inoltra sulla lingua di terra fra i due bacini in cui risulta diviso il
lago: guadato su pietre lo scolmatore fra i due specchi d’acqua, la
mulattiera raggiunge un grande masso dove è segnalato un bivio
(paline).
Lasciata a destra la mulattiera per
il Vallone Superiore dell’Ischiator
(vedi itinerari Cima
del Corborànt – Cresta Nord e Becco
Alto d’Ischiator) si segue quella di sinistra, che per
dossi erbosi sale a superare il Rio
Corborant su una passerella di legno: il
sentiero effettua quindi alcuni tornanti, raggiunge il piede
di una bastionata di erba, detriti e radi larici, che risale con
numerose serpentine fino ad una spalla detritica ai piedi di una liscia
placconata. Costeggiata la placconata, il sentiero si porta con altri
tornanti sulla soglia glaciale del piccolo Vallone
Superiore dell’Alpette, rinserrato fra i contrafforti
dei monti Laroussa e Saletta. Raggiunto un costone detritico, presso un
isolato pino cembro, si incontra sulla destra lo stacco (palina)
della traccia diretta al Lago
Laroussa (h
0,30 dal rifugio).
Si prosegue lungo la mulattiera
principale, che con qualche saliscendi traversa alla base delle rocce
sulla sinistra idrografica dell’avvallamento, poi si continua con
salita più costante mantenendosi alti rispetto alle grandi
pietraie che costituiscono il fondo del vallone. Un tratto
nuovamente ripido consente di superare un modesto risalto, quindi si
risale con alcune ripide svolte l’ultimo pendio-canale che sbuca sul Passo
Laroussa (
2471 m
, h 0,30
dal bivio per il Lago Laroussa). Belle vedute sul
profondo Vallone dell’Ischiator.
Dal passo si trascura la
mulattiera che scende verso San Bernolfo e si volge a destra,
lungo una traccia (ometti) che risale il ripido pendio detritico fino ad
un grosso masso con palina. Si prosegue a destra per un’erta china
erbosa fino a raggiungere una valletta ricolma di grandi massi: seguendo
gli ometti, si risale la valletta tendendo a sinistra, fino ad una
conca detritica (neve ad inizio stagione) alla base di una verticale
bastionata rocciosa. Si prosegue a sinistra, traversando
in leggera discesa prima per detriti e poi per lingue erbose,
fin dove la bastionata si esaurisce contro il versante orientale della
montagna: risalito
un brevissimo canalino gradinato (EE)
si prosegue lungo una traccia che raggiunge un colletto. Da qui,
seguendo la lunga serie di ometti di pietra, si risale il ripido costone
erboso verso destra fino a ritornare grosso modo in corrispondenza del
Passo Laroussa. Non resta ora che risalire, con
percorso monotono e faticoso, gli erti pendii di erba e
pietrame (ometti) fino ad una spalla poco a sud-est della cima, da dove
si apre la vista sulla testata del Vallone di San Bernolfo, con
i Laghi del Lausfèr in bella
evidenza. Seguendo la cresta verso destra, si supera un
colletto e, per l’ultimo breve pendio di erba e sassi, si esce sulla
panoramica vetta del Monte Laroussa (
2905 m
, ometto
e vecchio segnale trigonometrico, h
1,30 dal Passo Laroussa).
Dalla cima si ammira un panorama
circolare veramente eccezionale, comprendente tutte le principali cime
delle Alpi Marittime e Cozie. Molto interessante il colpo d’occhio
sulle zone di Collalunga, dell’Autarèt e della Guercia e,
soprattutto, sulle alte cime circostanti (Cima
del Corborant e Becco
Alto d’Ischiator, fino al Monte Ténibres). Numerosi anche
gli specchi d’acqua: oltre al sottostante Lago
Laroussa, infatti, si possono individuare il Lago Inferiore dell’Ischiator,
il Lago Inferiore del Lausfèr, il Lago di Seccia ed il Lago di San
Bernolfo.
Ritorno per la stessa via in h
1,45.