Giro della Rocca dei Tre Vescovi

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CARTINA CONSIGLIATA

A.S.F. scala 1:25.000 – Foglio 05

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI MARITTIME

SCHEDA N. 67

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

IL PAS DE LA CAVÁLE E LA ROCCIOSA CIME DU MUL

IL MONTE ENCIASTRÁIA DAL COLLE DELLE VIGNE

LA ROCCA DEI TRE VESCOVI ED IL MONTE ENCIASTRÁIA DAL COLLE DI PURIÁC

IL COLLE DI PURIÁC

IL PITTORESCO LAGHETTO CHE SI INCONTRA SCENDENDO DAL COLLE DI PURIÁC VERSO LE PRA

LA ROCCA DEI TRE VESCOVI SCENDENDO LUNGO IL VALLONE DI SÁLSO MORÈNO

MARMOTTA FRA I PASCOLI DI SÁLSO MORÈNO

 

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo, da dove si risale la Valle Stura fino a Vinàdio. Svoltando a sinistra, si risale il lungo Vallone di Sant’Anna fino al Colle della Lombarda, da dove si scende a Isola 2000 e poi a Isola, sul fondovalle della Tinée. Si svolta a destra e si risale la valle fino a Saint Etienne de Tinée ( 1144 m , 120 km da Mondovì).

b) Da Ventimiglia (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si raggiunge Nizza, da dove si risale la Val du Var, in direzione di Grenoble. Presso la confluenza della Tinée nel Var si svolta a destra e si risale la lunga Val de la Tinée fino a Saint Etienne de Tinée ( 1144 m , 124 km da Ventimiglia).

 

Da qui si prosegue lungo la valle principale, si superano i casolari di Vens e si raggiunge il modesto villaggio di Le Pra ( 1680 m , 10 km da Saint Etienne), dove si parcheggia subito dopo il ponte, in una slargo sulla sinistra.

 

ITINERARIO

Dalla carrozzabile, subito a monte del ponte, presso un tabellone in legno si stacca un sentiero sulla destra che segue lo sconvolto argine del Torrent de Sàlso Moréno. Raggiunto in breve un vecchio ponte, ormai abbandonato per via dell’evidente frana che, sull’altro lato del corso d’acqua, ha completamente sepolto l’antica viabilità, si prosegue lungo un vago sentierino che, fra erba e arbusti, inizia a risalire gradatamente il versante destro idrografico del vallone. In questo primo tratto la traccia non è molto marcata, ma presto si fa più evidente, mentre si inoltra, ora pressoché pianeggiante, a mezza costa nello stretto vallone: in basso il rio rumoreggia in una forra rocciosa. Tagliando un dosso erboso, il sentiero piega leggermente a sinistra e si abbassa brevemente fino a raggiungere il letto sassoso del torrente, in un tratto dove questo è largo e comodo. Seguendo alcuni utili ometti di pietre, si supera il rio (qualche difficoltà in caso di acqua abbondante) e, dopo breve tratto su livellati detriti, si ricomincia a salire, questa volta sulla sinistra idrografica: con un lungo traversone verso destra ed alcune svolte si guadagna l’inizio di una piccola valletta con grossi massi che, risalita, consente di toccare un ripiano erboso. Da qui, con lunga serie di ben tracciati tornanti la mulattiera (a tratti lastricata e delimitata da muretti a secco) guadagna quota sull’erboso pendio, quindi taglia con decisione verso sinistra, nuovamente in direzione del fondo idrico. Tagliata una bassa barriera rocciosa con un facile traverso su cengia (comunque attenzione!) si raggiunge un costoncino petroso dove si trova una piccola croce in legno verniciata di bianco: il luogo è denominato Pas de , anche se non si tratta propriamente di un valico, quanto piuttosto di una sorta di passaggio obbligato nella risalita del vallone. Con breve percorso si raggiunge una selletta erbosa con grossi massi che immette nella vastissima conca di ondulati pascoli nella parte mediana del vallone. Con breve arco verso destra si scende a valicare un rio quindi, sfiorata una grangia diruta, si procede lungamente in piano sugli aperti prati per tracce ed ometti (a sinistra, al limite del ripiano, sorge la rinnovata Grange de Sàlso Moréno, 2079 m ). Una brevissima discesa conduce al margine di una bella torbiera, costeggiata la quale si raggiunge un marcato crocevia di sentieri (paline, h 1,00 dalla partenza): trascurato il ramo che, a sinistra, si dirige al Col des Fourches (e scende poi alla strada asfaltata del Col de la Bonètte ) e quello che a destra sale al Colle di Puriàc, si prosegue dritti, lungo la ben tracciata mulattiera (segnavia bianco-rossi della “G.R. 5 – Grand Tour de l’Ubaye”) che inizia a salire gradualmente lungo un marcato dosso erboso.

Il sentiero prende quota con numerosi tornanti fra i pascoli, raggiungendo il filo di un costone che si affaccia sullo sconvolto impluvio del Vallon de la Gipière: immense frane di detriti e terra, insieme alle grandi colate di pietrame alla base delle alte pareti della Cime du Mul e del Castel de la Tour , spiegano il toponimo “Sàlso Moréno” che indica tutta la zona (salsas=colata di detriti, moréno=distese di pietrame). Scesi in un valloncello, si supera il modesto rio che lo incide e, tagliando un pendio in parte detritico, si sale ad una selletta sull’orlo di una gigantesca dolina: svoltando a sinistra, si prosegue a salire lungo il pendio prativo, mentre la vista si apre sempre più sull’ampissimo vallone e sulle cime che gli fanno corona. Su un terrazzo prativo poco più in basso occhieggiano i piccoli Lacs d’Agnél ( 2308 m ), poco più che modeste pozze. Risalito il pendio, sul quale in alto iniziano ad affiorare i primi grossi massi, con alcune ripide svolte, si rimonta un ultimo costoncino erboso fino a raggiungere la base delle scure pietraie superiori: con diverse serpentine ottimamente tracciate nel macereto la mulattiera raggiunge la base di una fascia di rocce nerastre, che traversa da destra a sinistra sfruttando alcune comode cenge. Con un ultimo tornante si tocca l’ampia insellatura detritica del Pas de la Cavàle ( 2671 m , h 1,15 dal bivio, paline), che si apre sullo spartiacque interno Tinée-Ubayètte, fra i valloni di Sàlso Moréno e du Lauzanièr, ed è compreso fra la modesta Cime du Mul ( 2738 m ) e la più ardita Rocca dei Tre Vescovi ( 2867 m ). Poco sotto il valico, sul versante Nord, si trovano i resti di un vecchio ricovero in pietre a secco. Bellissimo panorama su tutta la testata dell’ampio circo di Sàlso Moréno e, dalla parte opposta, sul lungo Vallon du Lauzanièr e sulle cime delle Cozie Meridionali francesi.

Dal colle si segue per breve tratto il ben marcato sentiero che scende verso Larche: questo traversa alla base della cresta sud-ovest della Rocca dei Tre Vescovi ed inizia poi a scendere, sempre sulla destra idrografica del Vallon du Lauzanièr, in direzione del ben visibile Lac de Derriére la Croix , adagiato in una conca sul fondo del vallone. Poco prima che il sentiero inizi a perdere decisamente quota, in corrispondenza di una ripida pietraia allo sbocco di un piccolo soprastante valloncello, lo si abbandona.

Ci si inerpica, in assenza di qualsiasi traccia, lungo la pietraia, facendo attenzione, per via dell’eccezionale friabilità del terreno, a non scaricare sassi sul sottostante frequentato sentiero. Con fatica ma in poco tempo si guadagna una sorta di strozzatura, oltre la quale si indovina una valletta sospesa: giunti in corrispondenza della strozzatura, si traversa verso sinistra e, su terreno più solido, si giunge all’inizio di una piccola valletta sospesa di detriti e magra erba. Mantenendosi sulla sinistra (destra idrografica) della valletta, si sale velocemente rasenti alla rocce (evitando di percorrerne il fondo, ingombro di grossi massi) fino alla bassa fascia rocciosa che ne sbarra lo sbocco superiore. Seguendo uno dei brevissimi canalini che la incidono (meglio verso sinistra) la si supera e si raggiunge l’ampia selletta detritica che fa capo alla valletta ( 2750 m circa, h 0,30 dal Pas de la Cavàle ), incisa su uno sperone secondario della Rocca dei Tre Vescovi. Dalla selletta appare, al di là di un valloncello detritico, lo stretto intaglio del Colle delle Vigne, che si apre fra il Monte Enciastràia ( 2955 m , a sinistra) e la Rocca dei Tre Vescovi ( 2867 m , a destra).

Si scende sull’altro versante per ripide pietraie (attenzione ai sassi mobili!) fin sul fondo del valloncello (possibile neve fino a stagione inoltrata): traversando al meglio, ed evitando di perdere più quota del necessario, ci si porta quindi per nevai e detriti alla base del ripido pendio-canale che scende dal colle. Lo si rimonta faticosamente, preferibilmente mantenendosi a destra (a ridosso della Rocca dei Tre Vescovi), prestando al solito attenzione al terreno estremamente friabile, fino alla fascia rocciosa terminale, che forma due inclinati canalini. Seguendo quello di destra, meno ripido e gradinato, si guadagna finalmente l’incisione più occidentale del Colle delle Vigne (o l’Encrêne, 2759 m , h 0,25 dalla selletta precedente). Appare sull’altro versante l’erbosa ed ampia testata del Vallone di Puriàc, tributario dell’alta Valle Stura, in territorio italiano.

Si scende lungo una cengia diagonale verso sinistra, che taglia alla base delle rocce: questo tratto, fino al pendio detritico sottostante, è il più delicato (ancorchè breve) dell’intera escursione, a causa del terreno malsicuro e della grande quantità di sassi instabili. Al termine della cengia, si perde quota lungo il sottostante pendio detritico, ripido e sempre alquanto friabile: conviene appoggiare gradualmente a destra, in modo da andare ad intercettare prima possibile la traccia segnalata che sale alla Rocca dei Tre Vescovi: raggiunta la traccia, seguendola in salita con un’altra mezz’ora di marcia è possibile raggiungere la vetta della rocca (2867 m), da cui si gode di splendido panorama a giro d’orizzonte. Seguendo invece la traccia in discesa (segni rossi) si traversa verso destra fino a riunirsi con la traccia (segnata in giallo) della via normale al Monte Enciastràia. Continuando lungo il comodissimo sentierino, che prosegue lungamente in piano con scarsi saliscendi, si taglia tutta l’ampia testata del Vallone di Puriàc (belle vedute, alle nostre spalle, su Rocca dei Tre Vescovi e Monte Enciastràia) fino all’ampia depressione erbosa del Colle di Puriàc ( 2506 m , h 0,40 dal Colle delle Vigne). Bellissimo panorama sulla testata della Valle Stura e, dalla parte opposta, sul grande Vallon de Sàlso Moréno.

Dal colle, trascurato il sentiero che scende verso la Valle Stura (a Grange di Argentèra oppure, oltre la Bassa di Colombàrt, a Ferrère), si scende per gli ampi pascoli alla testata dell’aperto Vallon de Sàlso Moréno: costeggiato dopo pochi minuti un pittoresco laghetto, si prosegue per il comodo sentiero che perde quota con pendenze moderate per vasti pendii erbosi. Superato un risalto con alcuni lunghi tornanti, il sentiero costeggia una conca con un’altra modesta pozza, quindi sfiora un franamento di roccia rossastra. Raggiunto un tratto più ripido, riprendono i tornanti (sempre però con pendenze modeste) fino a raggiungere la piana alluvionale sul fondo del vallone. Con un tratto pianeggiante si attraversa tutto il vasto ripiano mantenendosi sulla destra (ometti), quindi si attraversa una zona di grandi dossi erbosi fra cui si insinuano piccole vallette. Con leggero saliscendi il sentiero raggiunge un ultimo solco che sbocca nel vastissimo ondulato ripiano pascolivo dove sorge, spostata verso destra, la Grange de Sàlso Moréno ( 2079 m ). Scesi all’inizio del ripiano si incontra il bivio con paline già incontrato in salita: trascurando i sentieri più marcati, si svolta a sinistra e, lungo il percorso di salita, si ritorna a Le Pra (h 1,45 dal Colle di Puriàc).

 

TEMPO TOTALE

h 5,30 circa (h 6,20 circa se si sale anche la Rocca dei Tre Vescovi)

DISLIVELLO

1200 m circa

DIFFICOLTA’

EE (attenzione al terreno molto friabile, casco raccomandato!)

ULTIMO SOPRALLUOGO

11 agosto 2013

PERIODO CONSIGLIATO

luglio - ottobre

COMMENTI

Anello non eccessivamente lungo, ma assai remunerativo per la grande varietà di paesaggi: si passa dagli ampissimi pascoli di Salso Moréno al severo ambiente roccioso del Pas de la Cavàle e del Colle delle Vigne. Con la salita alla Rocca dei Tre Vescovi (o anche al Monte Enciastràia) si ottiene una cavalcata faticosa ma grandiosa. Molto consigliato avere con sé il casco. Consigliatissima!