Giro dei Laghi di Rio Freddo

Home Appennino Ligure Alpi Liguri Alpi Marittime Alpi Cozie Valle d'Aosta Dolomiti Altre zone Su e giù per la Riviera Ligure Mailing List

 

CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 14

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI MARITTIME

SCHEDA N. 76

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

IL BELLISSIMO LAGO MARTÈL

IL LAGO SOPRANO DELL’AVÈR DOMINATO DAL ROCCIOSO MONTE DELL’AVÈR

IL LAGO SOTTANO DELL’AVÈR CON IL PERCORSO DI DISCESA DAL LAGO SOPRANO

PLACCONATE ROCCIOSE NEL BASSO VALLONE DELL’AVÈR

 

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo e si risale la Valle Stura. Oltre Demonte (capoluogo della valle), si supera anche Vinàdio ( 904 m , 63 km da Mondovì): circa 1 km oltre il paese si svolta a sinistra in direzione del Colle della Lombarda. Superata la borgata Pratolungo ( 926 m ), con numerosa serie di tornanti la rotabile si inserisce nel selvaggio Vallone di Sant’Anna. Trascurando la prosecuzione verso Sant’Anna di Vinàdio ed il Colle della Lombarda, si imbocca una diramazione a sinistra per il Vallone di Rio Freddo: si risale interamente lo stretto vallone, superando diversi gruppi di caratteristici forèst, per  lasciare l’auto in un ampio parcheggio presso una grossa malga ristrutturata, da dove la strada risulta chiusa al traffico ( 1500 m circa, fontana, 11 km circa da Vinàdio).

 

ITINERARIO

Si prosegue a piedi lungo l’ampia rotabile sterrata, chiusa al traffico, che sale lungo la sinistra idrografica del vallone: sullo sfondo, troneggia grandiosamente la massiccia mole della Testa del Màlinvern. Con piacevole marcia nel lariceto si giunge ad un ponte in cemento, gettato sulle acque del rio che scende dal soprastante Lago Martèl: subito dopo il ponte, una palina indica lo stacco, sulla destra, del sentiero per il lago (1568 m, h 0,15).

Abbandonata la carrareccia, si prende dunque l’evidente sentiero che inizia subito ad inerpicarsi deciso nel ripido bosco. Con numerose svolte, il sentiero sale dapprima in una fitta abetaia, quindi in un magnifico lariceto d’alto fusto. Gradatamente, fra le fronde, compaiono le selvagge cime sul versante opposto del Vallone di Rio Freddo: la Rocca Pertusà, la Testa delle Novelle, la Rocca di Pan Perdù, fino alla Rocca la Pàur e alle Cime di Valrossa. Risalito un valloncello con massi e arbusti, il sentiero (segnalato con rare tacche gialle e qualche segnavia bianco-rosso) rimonta un costone, quindi con nuove svolte raggiunge una conca di erba e massi, sede di un piccolo gias. Portatosi a sinistra, il tracciato rimonta una breve scarpata erbosa con qualche placchetta, quindi con un ultimo traversone raggiunge il margine di una nuova, splendida conca erbosa con radi larici, percorsa da un minuscolo ruscello. Scesi alla conca, la si attraversa fra prati e dossi erbosi, quindi un’ultima brevissima salita in diagonale verso sinistra conduce alla soglia della meravigliosa conca dove giace, fra radi larici e splendidi prati, il bellissimo Lago Martèl (2166 m, h 1,30 dal bivio, paline).

Abbandonato temporaneamente il tracciato segnalato, si prosegue verso sinistra, su un sentierino lungo la sponda orientale del lago, per ondulati dossi erbosi fra i larici: dopo una brevissima salita, varie tracce deviano a sinistra e conducono sul ciglio di un risalto, da dove appare la sottostante conca dell’appartato e bellissimo Lago Nero (2123 m, h 0,10 dal Lago Martèl). Questo lago è leggermente più ampio del Lago Martèl, e si trova incastonato in una conca circolare immersa nell’abetaia: dal riflesso delle scure chiome degli alberi nelle sue acque deriva probabilmente il suo nome. Scendere sulle sue sponde è possibile, ma un po’ laborioso (bisogna spostarsi verso sinistra e poi calarsi per un ripido pendio erboso): nel caso, calcolare circa h 0,30 tra andata e ritorno.

Ritornati al Lago Martèl e alle paline sulla sua sponda, si prosegue costeggiandone la riva settentrionale fino ad una pietraia di grossi blocchi: da qui i segnavia (piuttosto labili, in verità) deviano per poche decine di metri verso destra, quindi rimontano un ripido pendio erboso ed una successiva erta pietraia (ometti tra i massi). Al sommo della pietraia, quasi alla base di una modesta fascia rocciosa, la traccia devia con decisione a sinistra (bolli gialli e ometti), aggira un costone e si riporta sul ripido pendio a monte del Lago Martèl. Dopo un breve traverso, si riprende a salire con decisione per erba, massi e detriti, quindi si risale una nuova pietraia, da cui si esce ancora a sinistra. Una traccia, ora piuttosto evidente, effettua alcuni tornanti sul pendio erboso, quindi raggiunge una fantastica, insospettabile fascia erbosa pianeggiante che taglia orizzontalmente la montagna. Percorrendo verso Sud questa serie di terrazze, quasi una balconata naturale sui sottostanti laghi e sulla zona di Rocca la Pàur e del Màlinvern, si taglia tutta la testata della conca e si raggiunge un’aereo forcellino intagliato fra rocciosi spuntoni, da dove ci si affaccia sull’attiguo Vallone dell’Avèr e sulla conca del Lago Sottano dell’Avèr, ben visibile fra i pascoli (h 0,45 dal Lago Martèl).

Poco prima di raggiungere il forcellino, alcuni ometti indicano il punto in cui deviare a destra: risalendo il comodo pendio di erba e radi larici, nei pressi della displuviale dell’ampio costone, si continua a salire per una serie di terrazze erbose e rocce montonate. Un ultimo corridoio fra le placche levigate consente di raggiungere un’ampia insellatura erbosa (2393 m) nuovamente affacciata sul Vallone dell’Avèr, dove appare il ripiano in cui giace il Lago Soprano dell’Avèr. Scendendo brevemente dalla parte opposta, lungo una verde valletta in cui scorre un rivolo, ci si appoggia a destra e, per ampie bancate erbose ed un’ultima brevissima risalita, si raggiungono le sponde del pittoresco Lago Soprano dell’Avèr (2342 m, h 0,40 dal forcellino, paline). Dal lago appare la selvaggia testata del Vallone dell’Avèr, con il roccioso Monte dell’Avèr e le grandi pietraie della Testa Gias dei Laghi che fiancheggiano il detritico Colle dell’Avèr, da dove è possibile scollinare nel Vallone d’Orgiàls (Colle della Lombarda).

Dal lago si segue in discesa il comodo sentiero che, dopo un breve traversone verso sinistra (bella vista sulla conca del sottostante lago sottano), cala con una serie di erti tornanti alla conca pascoliva dove giace il Lago Sottano dell’Avèr (2127 m, h 0,20 dal lago soprano, paline).

Trascurata l’ampia mulattiera che, verso destra, aggira il lago diretta al Colle dei Morti, si prosegue in piano lungo la sua sponda settentrionale: al termine del lago il vallone si rinserra, ed il sentiero, un po’ rovinato ma sempre evidente, scende deciso di fianco al rio emissario, ora in un bosco rado. In un tratto in cui le acque del ruscello scompaiono sotto terra si passa sulla destra idrografica, quindi con un tratto di mulattiera caratterizzata da imponenti muri a secco si entra definitivamente nel bosco. Con numerose strettissime serpentine il sentiero perde quota velocemente nell’ombrosa abetaia, quindi si riporta nei pressi del rio, che qui scorre fra muschio e pietroni, in ambiente molto pittoresco. Continuando a scendere si raggiunge in poco tempo la strada sterrata di fondovalle, in cui si innesta presso alcune paline (1647 m, h 0,40 dal lago sottano).

Non rimane ora che seguire in dolce discesa la comoda carrareccia che riporta al parcheggio in h 0,25. 

 

 

TEMPO TOTALE

h 5,15 circa (h 6,00 circa se si raggiungono le sponde del Lago Nero)

DISLIVELLO

900 m circa

DIFFICOLTA’

E (EE il tratto tra il Lago Martèl ed il Lago Soprano dell’Avèr a causa dell’orientamento un po’ difficoltoso)

ULTIMO SOPRALLUOGO

28 settembre 2014

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Giro ad anello poco pubblicizzato ma, a mio parere, tra i più meritevoli delle Alpi Marittime! Qui non si incontrerà affollamento, chiasso o frotte di vacanzieri: solo nel Vallone dell’Avèr è facile incrociare altre persone, per il resto ambiente selvaggio e solitario, ma riposante e panoramico. Molto pittoreschi, ognuno con proprie particolarità, tutti i laghi toccati. Particolarmente consigliato in autunno, per le splendide pennellate di colore del bosco. Un po’ di attenzione va posta all’orientamento dopo il Lago Martèl, in quanto i segnavia (che ci sono!) sono sbiaditi e non molto frequenti. Stra-consigliato!