Dallo spiazzo
antistante il Rifugio Genova si trascura la traccia che scende al Lago
Bròcan e si imbocca un sentierino che, mantenendosi alto sul bacino
del Chiotàs, raggiunge in breve i ruderi di una costruzione.
Aggirato un dosso, la traccia segnata in giallo taglia un ripido pendio
detritico ed erboso poi, attraversata una pietraia, inizia a risalire un’erta
china d’erba. Dal sommo della china, il sentiero si avvicina
in traversone alle rocce della cresta Est del Bàus e, per un
sistema di strette cenge (alcuni tratti cespugliosi ed umidi
vanno affrontati con la dovuta attenzione), raggiunge un tratto alquanto
dirupato: per una esposta cengia, attrezzata
con cavo metallico (Passaggio del Baus), si tocca
quindi il bordo inferiore del vasto Altipiano del Baus, in
corrispondenza di un piccolo rio (h 0,50).
Il sentiero segue per un tratto la sponda sinistra del rio, con
ripida e faticosa salita, poi traversa decisamente verso
destra, in direzione
del poggio roccioso su cui sorge il già ben visibile Bivacco del
Baus.
Nel punto in cui la traccia comincia a traversare verso destra la si
abbandona, e si
risalgono direttamente i ripidi pendii erbosi; il rio consente
di avere una evidente direttrice di salita. In alto si
aggirano a sinistra alcune placche rocciose, su cui il ruscello
forma alcune belle cascate, per uscire in una prima conca detritica. Attraversata
la conca per grossi massi, si risalgono lungamente i ripidi
pendii di erba e sassi fino ad una
successiva conca detritica, oramai in vista del colle, dominata
dalle pareti del Baus, della Nasta e della Cima Paganini.
Attraversata la conca, si raggiungono i
pendii di erba e rocce montonate che, nel centro dell’avvallamento,
risalgono direttamente l’erta finale: nella parte alta del pendio all’erba
si sostituiscono ciclopici massi in bilico che, con un po’ di
attenzione, guidano all’ampia sella del Colle
di Nasta (grosso ometto di pietre, h
1,40 dal punto dove si abbandona la traccia segnata).
Dal
Colle
di Nasta si attacca, a destra, il
versante Sud della Cima Paganini, e subito si notano gli
ometti di pietre che guidano il cammino. Dopo aver risalito per
una trentina di metri il fianco detritico della cima proprio
sulla linea del valico, si appoggia verso destra per tracce, fra cenge e
canalini. Raggiunto uno speroncino, si ritorna verso sinistra, riavvicinandosi
al filo di cresta e, superato un modesto tratto di banali
roccette, si esce sulla bella cupola della Cima Paganini (Cima
Sud, 3051 m, h 0,15 dal colle,
croce metallica e libro di vetta). Panorama fantastico sulla vicina Serra
dell’Argentèra, sulla lontana Cima
dell’Oriol
dietro la vicinissima Cima Nord della Paganini, sulla costiera
della Madre di Dio oltre il profondo Vallone Assedras,
sull’altrettanto vicina Cima
di Nasta, sul Bàus e su
tutte le altre cime delle Marittime. Verso sud domina il
massiccio del Monte Gelàs.
Ritornati al
Colle di Nasta (h
0,10 dalla cima), si scende nuovamente sul lato Altipiano
del Baus, si discende il pendio prima di grossi massi, poi di erba e
rocce montonate, fino alla conca sottostante. A questo punto, invece di
proseguire la discesa per l’avvallamento percorso in salita, si appoggia
a sinistra, aggirando alla base alcune lisce placche e portandosi ad un
colletto erboso caratterizzato da alcuni grossi massi. Scendendo lungo un
ripido pendio erboso si giunge al sommo di una bastionata rocciosa,
costituita da ripide e lisce placche su cui scorre l’acqua. La
bastionata vista dall’alto impressiona, e non si intuiscono
facili vie di discesa: a ben guardare, si individuano a destra alcune
cengette, un po’ esposte ma abbastanza facili (I° e I°+)
che
consentono di scendere in diagonale verso destra fino al sommo
di un breve ed umido canalino, all’estremità destra della bastionata.
Si scende con attenzione il canalino (attenzione, roccia scivolosa, I°+)
fino alla base della placconata: si continua a scendere il ripido pendio,
ora costituito da erba e detriti, fino ad incontrare la traccia,
praticamente orizzontale, proveniente dal Passaggio del Bàus e
diretta all’omonimo bivacco, che
ora si rende visibile alto su un poggio roccioso sulla sinistra.
Seguendo la traccia verso sinistra si raggiunge la conca detritica alla
base del poggio: un nuovo tratto in ripida salita per tracce un po’
incerte, lungo i pendii erbosi a sinistra del poggio, consente di
raggiungere in breve il colletto a monte del poggio stesso, dove sorge
ancora il vecchio bivacco in lamiera, ormai inutilizzabile. Con pochi
passi verso destra si raggiunge il nuovo Bivacco
del Baus ed il grosso ometto di pietre (2568 m, h
1,00 dal Colle di Nasta). Bellissimo il colpo d’occhio
sul sottostante Lago del Chiotàs e su tutto lo svolgimento del
lungo Vallone della Rovina, con il Gelàs sullo sfondo.
Dal
colletto a monte del bivacco si scende brevemente sul versante opposto per
lisce placche arrotondate (attenzione, segni gialli) fino alla base del
poggio, quindi si
tagliano lungamente in piano i monotoni ma caratteristici
pendii erbosi e detritici dell’Altipiano del Baus (belle
vedute sull’alto Vallone della Rovina). Raggiunto il
crestone sud-est del Monte Stella, che sorregge il versante
nord-orientale dell’Altipiano del Bàus, si
sale brevemente per un canalino erboso fino all’intaglio
denominato Passaggio del Porco, che si affaccia a picco sul Vallone
del Chiapous. Una traccia segnalata, facile ma un po’ esposta,
percorre in discesa una
ripida cengia erbosa verso sinistra fino alla conca detritica
alla testata del Vallone del Chiapous, poco distante dall’omonimo
colle (h 0,45 dal bivacco).
A questo
punto, non resta che seguire verso destra la comoda mulattiera che
discende il vallone con numerosi tornanti poco pendenti fino alla grande Diga
del Chiotàs: attraversata la diga, si percorre per breve tratto la
strada asfaltata di servizio fin nei pressi del Colletto di Laura,
dove si incontra un bivio (h 1,15 dal Colle
del Chiapous). Seguendo la sterrata che sale a destra, si raggiunge
nuovamente il Rifugio Genova in h 0,25,
mentre proseguendo la discesa si ritorna al Lago della Rovina in h
1,00 (vedi anche itinerario Al Circo
di
Bròcan).