Dal parcheggio si
segue la strada asfaltata, che compie un ampio tornante e raggiunge le
caratteristiche case di San Bernolfo: all'altezza del tornante si
trascura la carrareccia che, a sinistra, supera il rio su un ponte diretta
al Rifugio de Alexandris -
Fòches al Laus (vedi anche itinerario Traversata
dell'Autarèt). Si esce dal villaggio sempre seguendo la strada, che
diventa sterrata: si lascia quasi subito a destra una mulattiera
(cartello) diretta al Passo Laroussa, e si prosegue nel solco
principale, che qui assume il nome di Vallone di San Bernolfo. Con
salita regolare ma moderata la carrareccia risale il vallone, passa presso
il prefabbricato metallico che ha sostituito la vecchia Capanna di
Corborant (1885 m) e, con ampi tornanti, supera un tratto più ripido.
Raggiunta una più ampia conca, verso la quale confluiscono i valloni
superiori (2000 m circa, h 1,00), si
abbandona la carrareccia per seguire a destra una ripida traccia (ometti)
che taglia gli erti pendii erbosi sovrastanti.
Con lunga diagonale la
traccia esce su un'ampia mulattiera (proveniente dal termine della
carrareccia precedente), che continua a risalire il pendio con lunga serie
di tornanti alle pendici del roccioso Becàs del Corborant (2807
m). Lasciato definitivamente a sinistra il solco della
Valle di Barbacana, diretto all'omonimo passo, il sentiero si sposta
decisamente a destra, traversando in salita per erba e
macereti: si
raggiunge così la valletta del Lausfèr, che ospita gli omonimi
laghi. Superato un breve gradino inciso da un rio, si esce sulle sponde
del Lago
Inferiore del Lausfèr (2501 m, h 1,00
dalla conca).
Da qui inizia ad apparire la cresta del Corborànt, ancora altissima
e lontana.
Aggirato il lago sulla sua sponda destra, si continua per una
valletta detritica e per un successivo solco roccioso per sbucare sulla
riva del più piccolo Lago
Superiore del Lausfèr (2580 m).
Si costeggia anche questo specchio
d'acqua sulla destra, per poi risalire il ripido pendio detritico
retrostante con numerosi tornanti (tracce, ometti). Si esce così nella
conca terminale del vallone (grossi massi, spesso neve), che si allunga da
destra verso sinistra alla base della cresta sommitale della Cima del
Corborant. Questa zona è stata alcuni anni fa letteralmente sconvolta
da una immensa frana staccatasi dalla parete sud-ovest del Corborànt:
ancora oggi è visibile chiaramente la grande colata di detriti che scende
dai pressi del Passo del Corborant. Si prosegue comunque paralleli
alla cresta, alti
sul fondo della conca, seguendo evidenti tracce, fino a ritrovarsi in
corrispondenza dello sbocco inferiore di un evidente canale a destra della
cima.
Si abbandonano a questo punto le tracce più marcate
dirette al Passo del Corborant per risalire
senza percorso obbligato (tracce di passaggio) il ripido pendio di erba e
sassi in
direzione dello sbocco di detto canale. Raggiuntolo, se ne risale
il ripido fondo detritico (attenzione alle pietre mobili!) fino alla
base di un ciclopico masso incastrato nell'angusto canale, che forma una
specie di grotta: questo caratteristico passaggio è denominato "Tana
della Marmotta".
Si
sale per roccette fino alla piccola grotta (staffe di ferro), dove
bisogna girarsi faccia a valle e, con un passo un po' scomodo ma
facilitato dai gradini di ferro (I° grado), uscirne da sopra attraverso
una breccia che riporta nella parte terminale del canale. Per le ultime
ghiaie si arriva alla stretta incisione della Forcella Est del Corborant (2900 m, h 1,00 dal Lago
Inferiore del Lausfèr), aperta
tra la Cima ed il Gendarme del Corborant. Da qui una catena faciliterebbe la discesa,
lungo un franoso canale, nel Vallone dell'Ischiator (vedi anche
itinerario Cima
del Corborant - Cresta Nord).
Si
prosegue invece subito a sinistra, lungo la cresta Est della Cima del
Corborant: questa
all'inizio è costituita di lastroni lisci ma poco inclinati (I°
grado, catene), più in alto la cresta diventa di nuovo facile ed erbosa e conduce
senza altre difficoltà sulla Cima del Corborant (3010 m, h
0,15 dalla forcella, libro di vetta), dove sorge una croce metallica.
Bellissimo panorama su tutta la Valle Stura e sulle cime principali
delle Alpi Marittime.
La discesa si effettua sul versante opposto:
si percorre per breve tratto la cresta rocciosa, finchè si intravvede una
possibilità di discesa in direzione dell'evidente Passo del Corborant.
Per roccette un po' delicate ma molto facili (I°), si scende con attenzione
fino ad incontrare l'ampia cengia detritica che caratterizza tutta la
parete ovest della montagna. Si segue verso sinistra la cengia, in leggera
discesa, per detriti e facili roccette, fino all'ultimo breve gradino
(circa 3 metri, I°+) che deposita sul detritico Passo del
Corborant
(2925 m, h 0,15 dalla vetta).
Da questo intaglio,
scendendo lungo il ripido canale orientale, fra i grandi massi della frana, si
va a riprendere la traccia dell'andata: di qui di nuovo ai laghi ed a San
Bernolfo (h 2,15).