Dal
rifugio si percorre a ritroso l'itinerario di accesso, costeggiando il
grande bacino idroelettrico del Chiotàs, fino a ritornare sulla strada
asfaltata (chiusa al traffico privato) proveniente dal Lago della
Rovina: seguendola verso sinistra, in leggera salita, si supera una breve galleria (sottopasso del canale scolmatore del
sovrastante invaso), si passa alla base della minore Diga di Colle
Laura e, tagliando a mezza costa i ripidissimi pendii detritici, si
raggiunge il coronamento dell’imponente Diga del Chiotàs. Magnifiche
le vedute sul selvaggio Circo del Bròcan da una parte, e sull’impressionante
forra rocciosa, tagliata più in basso dalla strada di servizio ENEL, che
sbocca nei pressi del Lago della Rovina dall’altra.
Attraversata
tutta la diga, si prende dall’altra parte una
vecchia strada di cantiere parzialmente inerbita che va a
ricongiungersi con l’antica mulattiera di caccia, proveniente dal
vecchio Rifugio Genova oramai sommerso dalle acque del lago. La
mulattiera inizia ad inerpicarsi con infinita serie di tornanti poco
pendenti sulle falde prative della Rocca Barbis (2755 m), poi entra
più decisamente nel ripido solco detritico del Vallone del Chiapous,
che risale con altri tornanti fra erbe e pietraie: via via che si sale, si
amplia il panorama sulla conca del Chiotàs e sulle cime che le
fanno corona. Molto più in alto, la mulattiera taglia il vallone e si
porta alle falde degli scuri dirupi rocciosi che sostengono il sovrastante
Altipiano del Baus. Risalito un erto pendio erboso con altri
tornanti, si raggiunge la testata del vallone, costituita da una
gigantesca pietraia dominata dalla parete del Monte Stella (3262 m,
a sinistra) e dalla più modesta Cima del Chiapous (2805 m, a
destra): oramai in piano, si trascura a sinistra la labile traccia per il Passaggio
del Porco (cartello e freccia rossa su un masso, vedi anche itinerario
Cima
Nord dell'Argentèra) e con ampio
semicerchio si tocca l’ampia insellatura del Colle del Chiapous
(2526 m, h 1,30 dal Rifugio Genova).
Dal diruto ricovero
ex-militare sul colle si taglia
in piano la
vasta pietraia che costituisce la testata del Vallone del Chiapous
fino a raggiungerne il fondo: non ci sono tracce e si incontra solo
qualche raro ometto, ma il percorso è più che evidente. Superata
una pozza spesso asciutta, si risale una piccola bastionata morenica per
raggiungere un
più vasto laghetto (h 0,30 dal
colle), che
occhieggia nella conca racchiusa fra il pendii terminali della Cima del
Chiapous e della Rocca Barbis. Risalendo la pietraia con lenta
diagonale verso sinistra, si supera ancora una modesta fascia di roccette
miste ad erba e si raggiunge così il ripido pendio erboso finale (bella
veduta sulla cresta della vicina Rocca
Barbis), che si risale con fatica ma facilmente fino alle ultime
roccette che sostengono la vetta: aggirandole sulla sinistra, si tocca il
grande ometto sommitale della Cima del Chiapous (h
0,30 dal laghetto). Meraviglioso panorama sul vicino Monte
Stella, sul Vallone
di Lourousa
verso il Matto, sul Gruppo
dell'Asta e sulla Cima
dell'Oriol. Alle spalle, oltre il Vallone della Rovina, magnifica
veduta sul Gelàs.
Ritorno per la stessa via in h
1,45.