Dal rifugio si
scende in breve sulle rive del pittoresco
Lago Inferiore dell'Ischiator (2064 m) e si prende l'evidente
mulattiera (segnavia P26) che oltre lo
specchio d'acqua prende a risalire, con numerose svolte, il ripido pendio
erboso alla base dei rocciosi Becchi di Rostagno. La salita, pur
abbastanza ripida, non è mai troppo faticosa, grazie all'accortezza
dell'antica tracciatura. Si giunge così presso una evidente strettoia
rocciosa del vallone, dove si incontra un bivio (2350 m circa, h
0,45): tralasciata la prosecuzione della mulattiera P26
(diretta ai laghi superiori dell'Ischiator ed all'omonimo passo, vedi
anche itinerario Cima
del Corborant - Cresta Nord), si
prende a destra (cartelli) una bella traccia che si inerpica ripida sulle
scoscese chine d'erba e detriti della sponda sinistra orografica del
vallone. La vista si apre gradatamente, e ben presto appare il circo
terminale del Vallone dell'Ischiator, con la piramidale Cima del Corborant (3010 m) sullo sfondo.
Raggiunto il filo di una cordonata
morenica, appare in basso a sinistra la conca glaciale dove giace il
doppio Lago
Mediano dell'Ischiator (2410 m): proseguendo lungo le evidenti
tracce (ometti) si giunge in un'ampia conca rocciosa alla base di un lungo
canalone erboso. La traccia risale prima i
pendii a destra, poi effettua un lungo traverso alla base di alcune
paretine verso sinistra e va ad inserirsi nella parte mediana del
canalone, che risale poi con numerose svolte dalla notevole pendenza.
Superati i ruderi di una casermetta, si salgono gli ultimi faticosi metri
che portano allo stretto e roccioso intaglio del Passo
di Laris (2744 m, h 0,45
dal bivio) tra il Becco Alto d'Ischiator ed il più modesto Becco Altoi
di Rostagno. Sull'altro versante uno stretto valloncello (la Gola
di Laris) scivola verso l'alto Vallone del Piz: qui fino a non
molto tempo fa persisteva per tutto l'anno un piccolo ghiacciaio, di cui
attualmente (2007) non si trova più alcuna traccia.
Da qui ci sono due
possibilità per raggiungere la cima del Becco Alto d'Ischiator:
a)
la via normale: dal passo si seguono le
tracce che scendono a tagliare, con ampio semicerchio, la testata
della Gola di Larìs, per poi rimontare il lato opposto per estesi
macereti e poche facili roccette. Superata una bastionata rocciosa, la
traccia si allunga su una specie di ripiano morenico, alla base del cono
roccioso terminale, che si vince attraverso un sentierino che sfrutta
i passaggi migliori fra le rocce (qualche passo di I°-, facilissimo) fino
all'allungata crestina rocciosa della sommità del Becco Alto d'Ischiator
(2996 m, h
0,45 dal Passo di Larìs, h
2,15 dal rifugio).
b)
la Cresta Est - Nord Est: dal passo ci si mantiene a
ridosso delle rocce della cresta del Becco Alto d'Ischiatòr (a
sinistra), portandosi
però sul versante della Gola di Laris. Occorre fare
attenzione alle rocce molto friabili ed ai tratti terrosi, che possono
dare adito a rischiose scivolate. Si giunge così alla base di un modesto
salto roccioso, che si supera senza via obbligata per rocce gradinate (I°
- I°+) fino a sbucare sul ripiano morenico alla base del cono terminale,
dove transita la via normale: per questa, in breve, in vetta (h
0,40 dal Passo di Laris, h
2,10 dal rifugio).
Dalla cima si ha una fantastica veduta a giro d'orizzonte sulle
Marittime
di Valle Stura, con la Cima
del Corborant
in primo piano, sull'Argentèra e sul Monviso. La
panoramica più interessante è però quella sul sottostante Lac
de Rabuons, in territorio francese, il più esteso
lago naturale delle Alpi Marittime.
Il ritorno si effettua per la via
normale in h 1,30.