Dal
parcheggio si raggiunge il vicino bivio (paline): si segue la stradina
di sinistra, ancora asfaltata, che supera il rifugio e sfiora la Cappella
di San Michele, nei cui pressi sorge un
antichissimo e caratteristico olmo secolare, che pare
risalire al 1620. Il grande olmo montano ha una circonferenza alla base
di circa 6 metri, e fino al 2008 era alto più di 35 metri. Successivi
problemi di stabilità hanno reso necessario, per evitare crolli, un suo
abbassamento prima a 26 e poi, nel 2017, agli attuali 9 metri.
L’operazione, non scevra di polemiche, ha certamente impattato su
bellezza ed imponenza della pianta, ma ha consentito la sua
conservazione per gli anni a venire.
Proseguendo
sulla comoda stradina in moderata salita, si attraversa tutta l’ampia
e pittoresca conca prativa di Bergemolo, lasciando a destra la piccola
borgata Sarèt. Con un’ampia svolta a sinistra, la stradina sale
in breve alla borgata
Carter (1240 m), dove diventa sterrata. Sfiorate le caratteristiche
abitazioni, in gran parte ristrutturate, la strada diventa carrareccia
sterrata, iniziando a risalire una valletta boscosa in direzione dell’incombente
versante Nord-orientale del Monte Bourel. Ad un bivio si
prosegue dritti (paletto segnavia) e, superata una presa d’acqua, si
continua nel bosco uscendo più in alto nell’ampia radura pascoliva di
Prà
della Sala (1496 m, h 1,00 da Bergemolo).
Al termine
della radura la carrareccia si sdoppia (paline):
si segue il ramo di sinistra, che sale con pendenze moderate prima su
terreno scoperto (bella
veduta sull’opposto versante della Valle Stura), poi
nuovamente nel bosco. Poco oltre però la si abbandona (paline)
per seguire un
erto sentiero che si stacca sulla destra: con ripido percorso
al limite fra abetaia e faggeta, il sentiero taglia in diagonale il
pendio e raggiunge la
sella erbosa del Colle
dell’Arpione (1735 m, h
0,45 da Prà della Sala, paline), dalla quale ci si affaccia
sulla verde Valle di Desertetto, tributaria del Gesso. Bellissimo
panorama sulla conca di Entracque dominata dal Monte Bussaia.
Dal
colle
si segue un sentierino a destra che taglia in quota i pendii prativi sul
versante Gesso: attraversato un boschetto di conifere, il
sentiero effettua un arco verso sinistra fino ad un poggio
erboso dove sorge un
casotto di sorveglianza del Parco Alpi Marittime. Si volge a
questo punto a destra, rimontando
direttamente il ripido ed erboso costone che incombe sul
poggio: un primo tratto in assenza di tracce consente di intercettare un
sentierino marcato (bolli bianco-rossi e rossi) che con
breve traverso a sinistra raggiunge una presa d’acqua.
Lasciata a sinistra la presa, si prosegue lungo il ripido costone, che
alterna tratti erbosi ad altri con più fastidiosi cespugli: la traccia
risulta comunque sempre sufficientemente marcata, consentendo di
superare con facilità anche i tratti più intricati. Lungo l’evidente
filo del costone, superando una serie di poco
accentuate elevazioni (numerose paline di confine del Parco
Alpi Marittime), se ne raggiunge la parte alta, che si fa più stretta
ed affilata, pur mantenendosi facile. La traccia, con
percorso un po’ più accidentato, scavalca un paio di
marcate forcellette, quindi si porta sul
ripido pendio di erba e roccette che consente di raggiungere la
dorsale divisoria con il Vallone
della Meris, che si tocca a quota 2261 m. Da questo punto
appaiono il versante Nord del Monte
Matto e la Serra
dell’Argentéra, che fa capolino dietro il Gruppo dell’Asta.
La traccia prosegue ora lungo la dorsale, mantenendosi sul filo oppure
qualche metro sul lato Meris: con
percorso via via più spettacolare, si scavalcano un paio di
insignificanti elevazioni pascolive, quindi si sale più decisamente un
ripido pendio per guadagnare una
lunga sommità erbosa che precipita, sul versante Stura, con
un brusco salto roccioso. Percorso
il filo con trascurabili saliscendi, si scende più
decisamente ad una
forcella rocciosa, si aggira sul versante Meris un’ultima
rocciosa anticima e, risalendo il ripido pendio finale, si giunge
sull’ampia ed erbosa sommità del Monte Bourel (2468 m, h
2,30 dal Colle dell’Arpione). Sulla spaziosa vetta si trova
il piccolo Bivacco
Groppo, che può offrire riparo in caso di maltempo. Non
c’è acqua nelle vicinanze. Poco distante si trova anche una
caratteristica campana posta in memoria di Don Franco Martini
(Don Frenk), parroco alpinista caduto nel 2006 durante una salita
scialpinistica. Dalla cima si gode di un panorama vastissimo, che va
dalla testata del Vallone della Meris, con il
grande Lago Sottano della Sella ai piedi del Monte
Matto e di Rocca la Paur, all’Argentéra,
all’Oriol fino al Clapier, poi gran
parte delle Alpi Liguri, la città di Cuneo
e la pianura, la bassa Valle Stura con la conca di Demonte
fino al
Monviso, al Gran Paradiso ed al
Monte Rosa e sulle
vette al confine tra Maira, Varaita e Ubaye.
Dalla vetta
di scende per ripidissima traccia segnata l’ampio
pendio occidentale della montagna, per erba e detriti, fino
all’erbosa insellatura del Colle di Marchiana (o Passo Ventabren, 2276 m, h 0,15 dalla cima, paline).
Di qui si
scende a destra (nord) lungo il sentiero segnalato nell’ampio Vallone
di Marchiana: dapprima si rimane alti sulla destra
idrografica, poi si scende sul fondovalle in
una conca prativa. Proseguendo lungo l’evidente sentiero,
si perde quota nella parte mediana del vallone fra zone detritiche, radi
larici e conche pascolive, si superano i ruderi del Gias
Fontanile quindi, allorché il vallone volge decisamente a destra e
diviene ripido e dirupato, si traversa in leggera salita sulla sua
sinistra idrografica raggiungendo una sella boscosa su un contrafforte
della soprastante Testa del Fontanile (2117 m). Continuando a traversare
pressoché in piano, si taglia il ripido lariceto fino ad una radura, da
dove si scende in una valletta boscosa. Superato il piccolo rio al fondo
della valletta, si prosegue in lieve discesa raggiungendo una nuova
radura su un costone fra i larici, preceduta da un abbeveratoio in
metallo. Seguendo i segnavia, si scende a destra nel ripido bosco
ombroso, con numerosi tornanti. Molto più in basso, al termine di un
costone alberato, si giunge sul fondovalle: il sentiero diviene prima
ampia mulattiera e poi carrareccia e, con percorso pittoresco fra
radure, prati e boschetti, scende fino alle
case di Bergemoletto
(borgata Ruà
della Chiesa, 1274 m, h
2,15 dal Colle di Marchiana, paline).
Di qui, seguendo le indicazioni
per Bergemolo, si prosegue lungo la pianeggiante carrareccia sterrata
che, tagliando alcuni modesti valloncelli boscosi, riporta alla borgata Lauger (h
0,35 da Bergemoletto).