Via Ferrata degli Artisti

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 20

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 15

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

IL TORRIONE TERMINALE DELLA COSTA DEI BALZI ROSSI, TRATTO CHIAVE DELLA "VIA FERRATA DEGLI ARTISTI"

UNA DELLE DISCUTIBILI "PITTURE ACROBATICHE" LUNGO LA "VIA FERRATA DEGLI ARTISTI"

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Finale Ligure (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si svolta a destra e si sale a Gorra, quindi si prosegue per Bardino Vecchio, Bardino Nuovo e Magliolo. Presso la chiesa dedicata ai SS. Cosma e Damiano a Magliolo si prende una diramazione stradale (non facilissima da individuare) che risale la solitaria Val Maremola fino al piccolo ed isolato centro abitato di Isallo (350 m circa, 15 km da Finale). 

Trascurata una diramazione a sinistra, si sale con molti tornanti nel bosco fino alla frazione Cà dell'Erscio: qui la strada diventa sterrata, e procede per alcuni km fino ad una sbarra, spesso sollevata ma dopo la quale è sconsigliabile proseguire in auto causa il fondo molto dissestato (630 m circa, parcheggio).

 

ITINERARIO

Si prosegue lungo la carrareccia, che scende leggermente con un ampio tornante a tagliare la testata del vallonetto del Rio Rianàzzo per poi tornare a salire fino ad una piazzola presso un grosso masso: qui un tabellone di legno indica l'inizio del sentiero per la "Via Ferrata degli Artisti" (h 0,20). 

Si prende dunque il sentierino che stacca a destra e prende a risalire con decisione il bosco (abbondanti segni rossi). Lasciato subito a destra l’attacco della Costa dei Balzi Rossi, il sentiero traversa verso sinistra quindi, superato un tratto di banali roccette (pulpito panoramico), si sale per ampie lastronate fino alla base delle rocce dei Balzi Rossi, dove fra alcuni alberi iniziano le attrezzature (h 0,15 dalla strada). 

Il primo tratto è alquanto verticale, in alcuni passaggi un po' strapiombante, ma le abbondanti staffe ed il cavo di sicurezza riducono notevolmente le difficoltà. Superata una paretina, si traversa espostamente verso destra per risalire poi uno spigoletto fino a roccette più facili. Un tratto di sentiero (ridicolmente attrezzato con corrimano!) conduce poi ad un forcellino alla base di un torrione, di cui si risale il verticale spigolo fino al terrazzino superiore. Una lunga serie di brevi salti, intervallati da roccette sempre grandemente attrezzate, consente di raggiungere la base di un più evidente torrione: aggiratolo sulla destra, si rimonta un breve canalino fino al colletto cui fa capo, dal quale con altri pioli si risale la paretina di destra. Un tratto di cresta ed una breve discesa conducono ad una forcella, da dove si presentano due alternative: seguendo il sentiero di destra, si segue il filo della forcella per erbe e detriti e si raggiunge la parete contrapposta (elementare); andando a sinistra, invece, dopo una esposta crestina si arriva all'inizio di un arditissimo ponte tibetano di 40 metri sospeso sopra una profonda gola, oltre il quale ci si riunisce alla variante precedente all'inizio della parete di fronte. Di qui, dopo una breve salita, si traversa in piena parete su pioli (molto esposto!), per poi risalire l'aereo spigolo della parete fino ai terrazzi superiori. Per un susseguirsi di salti via via meno esposti si tralasciano due successive diramazioni a sinistra ("vie di fuga") e, per un'ultima facile paretina, si giunge al palo posto sul punto più elevato della Costa dei Balzi Rossi (1285 m, h 2,30 dall'attacco). Superbo panorama che spazia dal Mar Ligure al Monviso! 

Continuando a seguire gli abbondanti segni rossi, si aggira sulla destra un'elevazione erbosa della cresta e si raggiunge un’ampia sella boscosa al piede del cupolone sommitale del Bric Agnellino, da dove il sentiero scende con decisione verso sinistra (cartelli). Il primo tratto, che rasenta le rocce della cresta percorsa in salita, presenta qualche corda fissa nei tratti più ripidi e viscidi, e risulta spesso infastidito da un abbondantissimo tappeto di foglie secche che costringono a veri e propri equilibrismi! In primavera, in questo tratto non è raro incontrare residui di neve dura che possono rendere, in qualche caso, necessari ramponi e piccozza. Superato un pendio e disceso un gradino roccioso nei pressi di una piccola grotta (corde e staffe), si entra definitivamente nel bosco e prima traversando lungamente verso destra, poi con più decisa discesa, si ritorna sulla carrareccia sterrata circa 300 metri dopo lo stacco del sentierino di salita (h 1,15 dalla cima). Seguendo a sinistra la carrareccia, si ritorna al parcheggio (h 0,20).  

 

TEMPO TOTALE

h 5,00 circa 

DISLIVELLO

600 m circa

DIFFICOLTA’

EEA (richiesta assenza di vertigini)

ULTIMO SOPRALLUOGO

10 aprile 2010

PERIODO CONSIGLIATO

primavera e autunno (meglio in assenza di neve)

COMMENTI

Itinerario discutibile, che è andato un po' a turbare l'integrità ambientale di una solitaria e dimenticata cresta. Tanto più che le attrezzature sono ampiamente sovrabbondanti, anche dove l'esposizione è molta; il ponte tibetano, poi, starebbe meglio in un luna park piuttosto che su un percorso alpinistico. La trovata poi della "pittura acrobatica" (presunti dipinti sulle rocce per abbellire il paesaggio) mi sembra un'eresia ambientale bella e buona!