Traversata di Réfrèi

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CARTINA CONSIGLIATA

A.S.F. scala 1:25.000 – Foglio 03

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 44

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

IL MASSICCIO TORRIONE DI CASTEL TOURNÒU

COLORI D’AUTUNNO NEL VALLON DE CHIAPE-MAGNE

LA CONCA ERBOSA SOPRA IL GIAS DE MALABÉRGUE, VERSO LA CAPANNA MORGANTINI

LA CAPANNA MORGANTINI E LA TESTA DI CIAUDÒN

IL MASSICCIO DEL MARGUAREIS DAL COL DES SCHISTES

SCENDENDO DAL COL DES SCHISTES VERSO LA CONCA DI PLAN AMBREUSE

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo, risalendo poi la Valle Vermenagna. Oltre Limone Piemonte, si supera il traforo del Colle di Tenda e si scende in Francia, alla testata della Val Roya. Si supera Viéve, e si giunge a Ténde (815 m, 74 km da Mondovì), dove si svolta a sinistra per il Vallon de la Pia.

b) Da Ventimiglia (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si risale la Valle Roya superando Airòle, Bréil-sur-Roya, Saòrge, Fontàn e Saint Dalmas de Ténde fino all’abitato di Ténde (45 km da Ventimiglia), dove si gira a destra per il Vallon de la Pia.

 

Una stretta rotabile asfaltata risale lo stretto solco del Vallon de Réfrèi (denominato Vallon de la Pia nella sua prima parte) sulla destra idrografica fino ad una strettoia rocciosa: passando per breve tratto sull’altra sponda del torrente, si lascia a destra una carrareccia per la Baisse de la Crousèta e Morignòle (palina), poi la carrozzabile, divenuta sterrata, lo riattraversa e transita sulle sponde del Lac de la Pia, un piccolo bacino artificiale immerso nel bosco. Proseguendo in un tratto di fitta vegetazione, si esce in un piccolo spiazzo presso le Granges de la Pia (919 m, 4,5 km da Ténde), dove si parcheggia prima di un ponticello con divieto di accesso ai mezzi motorizzati (paline). 

 

ITINERARIO

Si supera il ponticello e si prosegue fra le antiche case, in gran parte ristrutturate, lungo una carrareccia che effettua subito un tornante. Qui la si abbandona per seguire, verso destra, l’antica mulattiera lastricata (“Chemin de Réfrèi”), che prende a risalire con ampie serpentine il costone erboso che separa il Vallon de Réfrèi da quello de Rouéou. 

Fra erba e cespugli odorosi, la mulattiera si porta a ridosso delle rocce che costituiscono la parte superiore dello sperone, che costeggia sulla destra (versante Réfrèi). Lasciati su una spalla a destra i ruderi di alcune grange, con altri secchi tornanti la mulattiera guadagna ancora quota, effettuando poi un lungo traversone e tagliando alcune lingue di pietrame. Sull’opposto versante del vallone si notano le impressionanti pareti rocciose delle Rochérs de Sérvia, sulle quali si aprono vertiginose feritoie a testimonianza della notevole importanza difensiva attribuita in passato a questa bastionata naturale. 

Lasciata a sinistra una diramazione non segnalata per le Granges de Lamentargue e l’omonimo vallone, si raggiunge un colletto, dal quale appare il caratteristico torrione roccioso denominato Castel Tournòu (1340 m), anch’esso recante i segni di una massiccia fortificazione da parte del genio militare. Con breve percorso pianeggiante, si tocca l’ampia sella alla base del torrione, dove sorgono un piccolo pilone sacro ed i ruderi delle Granges Cragnòu (1290 m, h 0,45 dalle Granges de la Pia). 

Proseguendo dritti, si taglia il ripido pendio alla base di Castel Tournòu e, con un tratto di salita più deciso fra gli sfasciumi, si guadagna una stretta breccia rocciosa, aperta in un ripido sperone secondario. Dall’altra parte si incontra la carrareccia sterrata proveniente da Morignòle e dalla Baisse d’Ugail, possibile ma logisticamente più scomoda variante d’accesso. La si segue a destra, in discesa, per pochi metri, incontrando quasi subito alcune paline: si prosegue a sinistra, abbandonando la carrareccia e seguendo un sentiero pressochè pianeggiante che si inoltra nel bel bosco misto di nocciòli e conifere. Dopo un lungo tratto in piano, rimanendo alti rispetto al fondo dell’incassato vallone, si giunge ai piedi di una verticale parete rocciosa: con alcuni tornanti la mulattiera (della quale qui appare ancora ben conservata la perfetta lastricatura) guadagna una prima spalla alberata poi, dopo un altro breve tratto pianeggiante, supera un ulteriore modesto tratto roccioso con alcune ripide svolte e tocca una sella (bel panorama sulla testata del vallone), dove sorgono i ruderi di una grangia. 

Superato un rio su un ponticello, si esce nella aperta conca erbosa dove sorgono i casolari dell’Hameau de Réfrèi (1444 m, h 0,50 da Castel Tournòu), un piccolo villaggio adagiato in una conca solatia, fra prati e boschi. Un tempo intensamente abitata, la zona tutt’intorno presenta ancora tracce dei muretti a secco che sostenevano le “fasce”, estremo espediente per sottrarre terreni coltivabili alla montagna. Oggi le terrazze non sono più sfruttate, e gradatamente il bosco se ne è nuovamente impadronito, vanificando un duro lavoro di secoli. Alcune case della borgata sono state ristrutturate con gusto ed intelligenza, e durante la bella stagione risultano abitate stabilmente. 

Si prosegue lungo la mulattiera, che rientra nel bosco: dopo ancora un tratto in piano, con alcuni strappi più ripidi si raggiungono le ormai dirute Granges de Pouchin (1493 m), poste su un poggio alberato allo sbocco della Valmaurina. Continuando lungo la mulattiera, si procede in moderata salita e ci si porta presso il fondo del vallone, qui ampio e soleggiato. Superato un rio su pietre, si arriva ad una vasta conca erbosa alla testata del Vallon de Réfrèi, dove questo dirama il ventaglio dei suoi solchi superiori: a est il Vallon de Bachialòn, a nord-ovest il Vallon de Baracòn, a nord il piccolo ed incassato Vallon de Chiape Magne. Qui la traccia si confonde con quelle degli animali al pascolo. 

Si punta ad una evidente palina su un dosso a destra, dove si trova un crocevia di sentieri (1550 m). Si trascura a destra la traccia diretta alla Baisse de la Crousèta ed a Morignòle, e si prosegue lungo la mulattiera che inizia ad inerpicarsi sui ripidi pendii erbosi alle falde della Cime de Sénéca (2138 m): dopo una decina di minuti però, presso un piccolo ometto di pietre sul bordo dell’impluvio di un rio asciutto, la si abbandona (questa mulattiera, con un lungo traversone verso destra, va ad inserirsi nel Vallon de Bachialòn e raggiunge il Colle delle Selle Vecchie). 

Si scende ad attraversare il rio, oltre il quale il sentiero riappare più evidente (tacche gialle): con qualche svolta si raggiunge un poggio erboso, quindi si traversa in moderata salita alla base della Quota 1969 della Cime de Sénéca fino ad inserirsi dall’alto nella piccola forra allo sbocco del Vallon de Chiape Magne. Si traversa un tratto roccioso, dove la mulattiera corre lungo una comoda cengia artificiale scavata nella roccia, poi si raggiunge il fondo della piccola gorgia presso alcune pozze formate dal rio che la percorre. Attraversato il corso d’acqua, si rimonta il contrapposto pendio erboso con numerosi ripidi tornanti un po’ disturbati dalla vegetazione, quindi si traversa verso destra alla base di una fascia rocciosa. Superato un colletto, oltre il quale il sentiero perde alcune decine di metri di quota, si riprende a salire con decisione per uscire ai margini della vasta conca pascoliva dove sorge la Vacherie de Malabérgue (1753 m, h 1,30 da Réfrèi). Da questa pittoresca spianata erbosa, dominata dalle vette rocciose del Castel Chevolail (2252 m) e del Castel Frippi (2256 m), si origina, verso sinistra, l’ampio Vallon de Malabérgue. 

Superato un primo rio, si prosegue verso sinistra, senza raggiungere le costruzioni della “vacherie”: in questo tratto le tracce sono nuovamente confuse, ma si ritrova il sentiero sul margine del prato, dove c’è una palina attualmente (2010) danneggiata. Si risalgono i dossi erbosi sul fondo del vallone, che qui inizia ad assumere connotazioni prettamente carsiche, fino ad un poggio alla base di un costone erboso, dove si incontra un bivio (h 0,20 dalla Vacherie de Malabérgue, paline): trascurato il sentiero che a destra sale verso il Colle dei Signori, si prosegue lungo la mulattiera che risale il Vallon de Malabérgue. 

Con qualche saliscendi fra i prati, il sentiero raggiunge una vasta spianata erbosa dominata dalle bianche rocce sommitali del Castel Chevolail (2252 m): attraversata la conca prativa, si continua a sinistra, salendo per dossi erbosi e rocce carsiche. Risalita una breve valletta, si esce in una piccola comba, dove il vallone si divide in due rami e dove sorgono i pochi ruderi (in parte riattati) del Gias de Malabérgue (1915 m, paline, h 0,25 dal bivio). 

Si abbandona a questo punto la mulattiera segnalata con tacche gialle (che prosegue lungo il ramo di sinistra del vallone, diretta al Colle della Boaria) e si scende a valicare il piccolo rio al centro della comba. Sul versante opposto si rimontano i ripidi pendii erbosi del valloncello di destra, lungo tracce saltuarie di animali, mantenendosi poi sulla sinistra idrografica a poca distanza dal ruscello. Si raggiunge un’altra conca pascoliva, dove si incontra una traccia più marcata: attraversata la conca, la traccia effettua alcuni secchi tornanti per superare un tratto detritico quindi, nuovamente incerta, serpeggia fra erba e roccette tendendo gradualmente a destra. Il facile terreno consente, nonostante l’incertezza delle tracce, di procedere senza grosse difficoltà, essendo sufficiente non allontanarsi mai troppo dalla linea di impluvio del vallonetto. Superate in rapida successione due modeste bastionate rocciose, si raggiunge una valletta erbosa tagliata in alto dalla rotabile ex-militare Colle di Tenda - Monesi, nel tratto tra il Colle della Boaria ed il Colle dei Signori. 

Raggiunta la strada, la si segue per breve tratto verso destra poi, subito dopo una curva, si incontra una palina della GTA che indica la deviazione per la Capanna Morgantini. Si abbandona quindi la strada e si prende a sinistra un bel sentiero erboso che risale gli ultimi dolci pendii, lascia in alto a destra un ricovero militare in rovina e va ad intersecare l’antica mulattiera detta “Strada Cannoniera” a poche decine di metri dalla vastissima depressione chiamata Colla Piana di Malaberga (o di Malabera, o Colle della Croce di Malabera, 2240 m, confine di stato). Pochi metri a nord del valico, ancora in territorio italiano, sorge la Capanna Morgantini (2237 m, h 1,00 dal Gias de Malabérgue). Bellissimo panorama, sia verso Sud, con il Monte Bertrand in bella evidenza, sia a Nord, con la tormentata regione delle Carsene ed il solco della Valle Pesio che sfocia nella vicina pianura, presso l’abitato di Beinette. 

Dalla Capanna Morgantini si scavalca nuovamente la Colla Piana di Malaberga e si ritorna al ricovero militare in rovina: di qui si segue verso sinistra la comoda mulattiera dell’antica “Strada Cannoniera”, che taglia pianeggiante fra ampi pascoli. Un breve tratto di moderata salita consente di raggiungere l’intaglio roccioso, in spettacolare ambiente carsico, del Col des Schistes (2225 m), che si apre su un costone secondario sul versante meridionale dei Monti delle Carsene. Dall’altra parte si scende per una valletta di erba e massi, si trascura una prima diramazione a sinistra per il Passo Scarason e, persa quota con un tornante, si lascia ancora a sinistra una seconda traccia (questa più marcata) per il passo. Con discesa un po’ più ripida la mulattiera scende fra i prati nell’ampia conca del Plan Ambreuse (h 0,40 dalla Capanna Morgantini) dove, presso una palina, va ad innestarsi sulla rotabile ex-militare proveniente dal Colle della Boaria. 

Si segue verso sinistra la rotabile, che taglia con ampio semicerchio pianeggiante la conca prativa (in realtà, si tratta di una grande dolina) fino ad incontrare sulla sinistra, dopo circa mezzo km, il nuovo stacco della “Strada Cannoniera”. Con dolce salita la mulattiera risale un pendio roccioso, caratterizzato da notevoli fenomeni carsici, quindi dopo un tratto pianeggiante prende a scendere dolcemente per magnifici prati fino all’ampia sella erbosa del Colle dei Signori (o Colle del Lago dei Signori, 2111 m, h 0,30 da Plan Ambreuse), dove si ritrova la rotabile ex-militare. 

Dal colle, scendendo per poche decine di metri a sinistra in territorio italiano, si può raggiungere il Rifugio Don Barbera (2079 m), ben visibile nella conca alla testata del Vallone dei Maestri. Bellissimo panorama sul versante meridionale del Marguarèis e sulle cime alla testata della Val Tanaro. 

Dal colle (paline) si scende a destra per ripidi pendii erbosi verso il sottostante Plan Chevolail: più in basso la traccia si fa tortuosa e supera una modesta bastionata per cengette erbose e rocce carsiche fratturate, toccando infine l’erboso Plan Chevolail. Seguendo le tacche gialle, per tracce non sempre evidenti, si percorre in lieve discesa tutto l’ampio ripiano prativo, in ambiente solitario e molto pittoresco, lasciando a destra i ruderi di due antichi gias. Si giunge così ad una caratteristica selletta erbosa dominata da alcuni grossi roccioni (1953 m), da dove il sentiero, serpeggiando verso destra fra erba e massi, si porta su un’ampia terrazza erbosa sospesa sul Vallon de Malabérgue

Percorsa sempre verso destra l’ampia terrazza, le tracce scendono poi decisamente a sinistra per ripidi pendii erbosi e raggiungono il fondo del vallone presso il bivio sopra la Vacherie de Malabérgue (h 0,50 dal Colle dei Signori), dove si incontra il sentiero percorso in salita. 

Seguendolo in discesa a sinistra, si ritorna alle Granges de la Pia in h 2,30.

 

TEMPO TOTALE

h 9,30 circa

DISLIVELLO

1500 m circa 

DIFFICOLTA’

E allenatissimi (EE il breve tratto dal Gias de Malabérgue alla Capanna Morgantini)

ULTIMO SOPRALLUOGO

15 ottobre 2010

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Itinerario molto lungo e faticoso, ma assai interessante per gli ambienti quanto mai selvaggi e pittoreschi che si attraversano. Molto bello il villaggio di Réfrèi, così come il Vallon de Malabérgue e la regione dello Chevolail. Possibilità di spezzare la gita pernottando al Rifugio Don Barbera. Molto consigliato.