Si supera il ponticello e si prosegue fra le antiche
case, in gran parte ristrutturate, lungo una carrareccia che effettua
subito un tornante. Qui la si abbandona per seguire, verso destra,
l’antica mulattiera lastricata (“Chemin
de Réfrèi”), che prende a risalire con ampie serpentine il
costone erboso che separa il Vallon de Réfrèi da quello de Rouéou.
Fra erba e cespugli odorosi, la mulattiera si porta
a ridosso delle rocce che costituiscono la parte superiore dello
sperone, che costeggia sulla destra (versante Réfrèi). Lasciati su una
spalla a destra i
ruderi di alcune grange, con altri secchi tornanti la
mulattiera guadagna ancora quota, effettuando poi un lungo traversone e
tagliando alcune lingue di pietrame. Sull’opposto versante del vallone
si notano le impressionanti pareti rocciose delle Rochérs de Sérvia,
sulle quali si aprono vertiginose feritoie a testimonianza della
notevole importanza difensiva attribuita in passato a questa bastionata
naturale.
Lasciata a sinistra una diramazione non segnalata
per le Granges de Lamentargue e l’omonimo vallone, si raggiunge un
colletto, dal quale appare il caratteristico torrione roccioso
denominato Castel Tournòu (1340 m), anch’esso recante i segni di una massiccia fortificazione da parte
del genio militare. Con breve percorso pianeggiante, si tocca l’ampia
sella alla base del torrione, dove sorgono un
piccolo pilone sacro ed i ruderi delle Granges Cragnòu
(1290 m, h 0,45 dalle Granges de
la Pia).
Proseguendo dritti, si taglia il ripido pendio alla
base di Castel Tournòu e, con un tratto di salita più deciso fra gli
sfasciumi, si guadagna una stretta breccia rocciosa, aperta in un ripido
sperone secondario. Dall’altra parte si incontra la carrareccia
sterrata proveniente da Morignòle e dalla Baisse d’Ugail, possibile ma
logisticamente più scomoda variante d’accesso. La si segue a destra,
in discesa, per pochi metri, incontrando quasi subito alcune paline: si
prosegue a sinistra, abbandonando la carrareccia e seguendo un
sentiero pressochè pianeggiante che si inoltra nel bel bosco misto di
nocciòli e conifere. Dopo un lungo tratto in piano, rimanendo
alti rispetto al fondo dell’incassato vallone, si giunge ai piedi di
una verticale parete rocciosa: con alcuni tornanti la mulattiera (della
quale qui appare ancora ben conservata la perfetta lastricatura)
guadagna una prima spalla alberata poi, dopo un altro breve tratto
pianeggiante, supera un ulteriore modesto tratto roccioso con alcune
ripide svolte e tocca una sella (bel
panorama sulla testata del vallone), dove sorgono i ruderi di
una grangia.
Superato un rio su un ponticello, si esce nella
aperta conca erbosa dove sorgono i
casolari dell’Hameau de Réfrèi
(1444 m, h 0,50 da Castel Tournòu), un piccolo
villaggio adagiato in una conca solatia, fra prati e boschi. Un tempo
intensamente abitata, la zona tutt’intorno presenta ancora tracce dei
muretti a secco che sostenevano le “fasce”, estremo espediente per
sottrarre terreni coltivabili alla montagna. Oggi le terrazze non sono
più sfruttate, e gradatamente il bosco se ne è nuovamente impadronito,
vanificando un duro lavoro di secoli. Alcune case della borgata sono
state ristrutturate con gusto ed intelligenza, e durante la bella
stagione risultano abitate stabilmente.
Si prosegue lungo la mulattiera, che rientra nel
bosco: dopo ancora un tratto in piano, con alcuni strappi più ripidi si
raggiungono le
ormai dirute Granges de Pouchin
(1493 m), poste su un poggio alberato allo sbocco della
Valmaurina. Continuando
lungo la mulattiera, si procede in moderata salita e ci si porta presso
il fondo del vallone, qui ampio e soleggiato. Superato un rio su pietre,
si arriva ad una vasta conca erbosa alla testata del Vallon de Réfrèi,
dove questo dirama il ventaglio dei suoi solchi superiori: a est il Vallon
de Bachialòn, a nord-ovest il Vallon de Baracòn, a nord il
piccolo ed incassato Vallon de Chiape Magne. Qui la traccia si
confonde con quelle degli animali al pascolo.
Si punta ad una evidente palina su un dosso a
destra, dove si trova un crocevia di sentieri (1550 m). Si trascura a destra la traccia diretta alla Baisse de
la Crousèta
ed a Morignòle, e si prosegue lungo la mulattiera che inizia ad
inerpicarsi sui ripidi pendii erbosi alle falde della Cime de Sénéca (2138 m): dopo una decina di minuti però, presso un piccolo ometto di pietre
sul bordo dell’impluvio di un rio asciutto, la si abbandona (questa
mulattiera, con un lungo traversone verso destra, va ad inserirsi nel
Vallon de Bachialòn e raggiunge il Colle delle Selle Vecchie).
Si scende ad attraversare il rio, oltre il quale il
sentiero riappare più evidente (tacche gialle): con qualche svolta si
raggiunge un poggio erboso, quindi si traversa in moderata
salita alla base della Quota 1969 della Cime de Sénéca fino ad
inserirsi dall’alto nella
piccola forra allo sbocco del Vallon
de Chiape Magne. Si traversa un tratto roccioso, dove la
mulattiera corre lungo una comoda cengia artificiale scavata nella
roccia, poi si raggiunge il fondo della piccola gorgia presso alcune
pozze formate dal rio che la percorre. Attraversato il corso d’acqua,
si rimonta il contrapposto pendio erboso con numerosi ripidi tornanti un
po’ disturbati dalla vegetazione, quindi si traversa verso destra alla
base di una fascia rocciosa. Superato un colletto, oltre il quale il
sentiero perde alcune decine di metri di quota, si riprende a salire con
decisione per uscire ai
margini della vasta conca pascoliva dove sorge
la Vacherie
de Malabérgue (1753 m, h 1,30 da Réfrèi). Da questa
pittoresca spianata erbosa, dominata dalle vette rocciose del Castel
Chevolail (2252 m) e del Castel Frippi (2256 m), si origina, verso sinistra, l’ampio Vallon de
Malabérgue.
Superato un primo rio, si prosegue verso sinistra,
senza raggiungere le costruzioni della “vacherie”: in questo tratto
le tracce sono nuovamente confuse, ma si ritrova il sentiero sul margine
del prato, dove c’è una
palina attualmente (2010) danneggiata. Si risalgono i
dossi erbosi sul fondo del vallone, che qui inizia ad
assumere connotazioni prettamente carsiche, fino ad un poggio alla base
di un costone erboso, dove si incontra un bivio (h
0,20 dalla Vacherie de Malabérgue, paline): trascurato il
sentiero che a destra sale verso il Colle dei Signori, si prosegue lungo
la mulattiera che risale il Vallon de Malabérgue.
Con
qualche saliscendi fra i prati, il sentiero raggiunge una
vasta spianata erbosa dominata dalle bianche rocce sommitali del Castel
Chevolail (2252 m): attraversata
la conca prativa, si continua a sinistra, salendo per dossi
erbosi e rocce carsiche. Risalita una breve valletta, si esce in una
piccola comba, dove il vallone si divide in due rami e dove sorgono i
pochi ruderi (in parte riattati) del Gias
de Malabérgue (1915 m, paline, h
0,25 dal bivio).
Si abbandona a questo punto la mulattiera segnalata
con tacche gialle (che prosegue lungo il ramo di sinistra del vallone,
diretta al Colle della Boaria) e si scende a valicare il piccolo rio al
centro della comba. Sul versante opposto si rimontano i ripidi pendii
erbosi del valloncello di destra, lungo tracce saltuarie di animali,
mantenendosi poi sulla sinistra idrografica a poca distanza dal
ruscello. Si raggiunge un’altra conca pascoliva, dove si incontra una
traccia più marcata: attraversata la conca, la traccia effettua alcuni
secchi tornanti per superare un tratto detritico quindi, nuovamente
incerta, serpeggia fra erba e roccette tendendo gradualmente a destra.
Il facile terreno consente, nonostante l’incertezza delle tracce, di
procedere senza grosse difficoltà, essendo sufficiente non
allontanarsi mai troppo dalla linea di impluvio del vallonetto.
Superate in rapida successione due modeste bastionate rocciose, si
raggiunge una valletta erbosa tagliata in alto dalla rotabile
ex-militare Colle di Tenda - Monesi, nel tratto tra il Colle della Boaria ed il Colle dei Signori.
Raggiunta la strada, la
si segue per breve tratto verso destra poi, subito dopo una
curva, si incontra una palina della GTA
che indica la deviazione per la Capanna Morgantini.
Si abbandona quindi la strada e si prende a sinistra un bel sentiero
erboso che risale gli ultimi dolci pendii, lascia in alto a destra un
ricovero militare in rovina e va ad intersecare l’antica mulattiera detta
“Strada Cannoniera” a poche decine di metri dalla vastissima
depressione chiamata Colla Piana
di Malaberga (o di
Malabera, o Colle della Croce di Malabera,
2240 m, confine di stato). Pochi metri a nord del valico, ancora in territorio
italiano, sorge
la Capanna
Morgantini
(2237 m, h 1,00
dal Gias de Malabérgue). Bellissimo panorama, sia verso Sud, con
il Monte Bertrand in bella evidenza, sia a Nord, con
la tormentata regione delle Carsene ed il solco della Valle Pesio che sfocia nella vicina pianura, presso l’abitato di Beinette.
Dalla Capanna Morgantini si scavalca nuovamente la Colla
Piana
di Malaberga e si ritorna al ricovero militare in rovina: di qui si
segue verso sinistra la comoda mulattiera dell’antica “Strada
Cannoniera”, che taglia pianeggiante fra ampi pascoli. Un breve
tratto di moderata salita consente di raggiungere l’intaglio roccioso,
in spettacolare ambiente carsico, del Col
des Schistes (2225 m), che si apre su un costone secondario sul versante meridionale dei
Monti delle Carsene. Dall’altra parte si scende per una valletta di
erba e massi, si trascura una prima diramazione a sinistra per il Passo
Scarason e, persa quota con un tornante, si lascia ancora a sinistra una
seconda traccia (questa più marcata) per il passo. Con discesa un po’
più ripida la mulattiera scende fra i prati nell’ampia conca del Plan
Ambreuse (h
0,40 dalla Capanna Morgantini) dove, presso
una palina, va ad innestarsi sulla rotabile ex-militare
proveniente dal Colle della Boaria.
Si segue verso sinistra la rotabile, che taglia con
ampio semicerchio pianeggiante la conca prativa (in realtà, si tratta
di una
grande dolina) fino ad incontrare sulla sinistra, dopo circa
mezzo km, il
nuovo stacco della “Strada Cannoniera”. Con dolce salita
la mulattiera risale un pendio roccioso, caratterizzato da notevoli
fenomeni carsici, quindi dopo un tratto pianeggiante prende a scendere
dolcemente per magnifici prati fino all’ampia
sella erbosa del Colle dei Signori (o Colle del Lago dei Signori,
2111 m, h 0,30 da Plan Ambreuse), dove si
ritrova la rotabile ex-militare.
Dal colle, scendendo per poche decine di metri a
sinistra in territorio italiano, si può raggiungere il Rifugio
Don Barbera (2079 m), ben visibile nella conca alla testata del
Vallone dei Maestri.
Bellissimo panorama sul versante meridionale del Marguarèis e sulle cime
alla testata della Val Tanaro.
Dal colle (paline) si
scende a destra per ripidi pendii erbosi verso il sottostante
Plan Chevolail: più in basso
la traccia si fa tortuosa e supera una modesta bastionata per cengette
erbose e rocce carsiche fratturate, toccando infine l’erboso
Plan Chevolail. Seguendo le tacche gialle, per tracce non
sempre evidenti, si percorre in lieve discesa tutto l’ampio ripiano
prativo, in ambiente solitario e molto pittoresco, lasciando a destra i
ruderi di due antichi gias. Si giunge così ad una
caratteristica selletta erbosa dominata da alcuni grossi roccioni
(1953 m), da dove il sentiero, serpeggiando verso destra fra erba e massi, si
porta su un’ampia
terrazza erbosa sospesa sul Vallon de Malabérgue.
Percorsa sempre verso destra l’ampia terrazza, le
tracce scendono poi decisamente a sinistra per ripidi pendii erbosi e
raggiungono il fondo del vallone presso il bivio sopra
la Vacherie
de Malabérgue (h
0,50 dal Colle dei Signori), dove si incontra il sentiero
percorso in salita.
Seguendolo in discesa a sinistra, si ritorna alle
Granges de
la Pia
in h 2,30.