Si segue la
strada, in inverno percorsa anche da numerosi sciatori, che sale con diversi tornanti nello splendido bosco di conifere. Dalla parte opposta
della valle, oltre il soleggiato costone dove sorge l'abitato di Piaggia e
la bassa cresta della Cima di Piano Cavallo e della Cima di
Cantalupo, emergono la Cima delle Saline, il Mongioie
ed il Pizzo d'Ormea.
Tagliato un paio di volte il percorso
degli impianti di risalita, la rotabile si porta decisamente più a destra, lungo un
solitario vallonetto boscoso, dove prende ancora quota prima di
affacciarsi sull'ampio Pian
del Guso (1700 m, h 1,15),
dove sorge la stazione intermedia di uno skilift e la nuova
stazione di partenza della seggiovia, attualmente (2008) in
costruzione.
Tagliato dall'alto il grande ripiano, e lasciata una
diramazione verso sinistra in direzione del Passo di Garlenda, si
raggiunge il vallonetto del Rio Bavera, che sale diretto fin sotto
la vetta del Saccarello. A questo punto, trascurata la prosecuzione
della strada che, oltrepassato il rio, sale con ampi tornanti al Passo
del Tanarello, si segue direttamente la ripida pista da sci che
rimonta il pendio sulla destra orografica del vallonetto. Scavalcato un
costoncino verso sinistra, la pendenza diminuisce un po', mentre fra
rado bosco si salgono direttamente i pendii nevosi che fanno capo alla
visibile grande statua del Redentore. Più in alto, nuovamente fuori dal
bosco, si incrocia ancora la pista da sci, oramai prossimi alla linea di
cresta. Con un'ultima
ripida salita si raggiunge la stazione superiore dello skilift, a poca
distanza dalla imponente statua
del Redentore (2164 m, h 2,00 dal
Pian
del Guso). Panorama meraviglioso su tutte le cime delle Alpi
Liguri,
sulle Marittime e, dalla parte opposta, sulle alte Valli
Argentina e Roya, fino al
mare.
Non resta ora che
percorrere la breve cresta verso destra (attenzione ad eventuali cornici
nevose sul lato Sud, roccioso e dirupato) che, superata una appena
accennata selletta, conduce sulla cima più alta del Monte Saccarello
(2200 m, h 0,10 dal Redentore).
Sull'ampia cupola sorge un grosso cippo. Panorama
sconfinato!
Per il ritorno, oltre che per l'itinerario di salita, è
possibile sfruttare i ripidi pendii che scendono nel vallonetto del Rio
Bavera, a patto che le condizioni della neve lo consentano (rinunciare
in caso di neve troppo dura!): dalla vetta si scende dunque direttamente
per gli ampi pendii innevati, mantenendosi all'inizio a mezza costa e
scendendo, molto più in basso, sul
fondo del vallonetto (comunque attenzione, tratti molto ripidi!). A
questo punto si ritorna in breve sulla pista da sci poco sopra il Pian
del Guso: di qui, facilmente, nuovamente a Monesi (h
1,30 dalla vetta).