Si segue la rotabile dal
fondo cementato (segnavia A10)
che si inoltra in falsopiano in Valdinferno: sullo
sfondo troneggiano il Monte Antoroto (
2144 m
, a sinistra) ed il Monte Grosso (
2007 m
, a destra), tra i quali si apre l'ampia insellatura della Colla
Bassa (1846 m). Con qualche saliscendi si tagliano i costoni
erbosi discendenti dalla Costa Bruciata, si supera un piccolo rio
e, al successivo tornante, si abbandona la stradina per seguire una
mulattiera che si stacca a destra (palina). Con breve percorso nel bosco,
la mulattiera con alcune svolte raggiunge le Case Bosso (
1364 m
, h 0,20), ancora abitate durante la
stagione estiva, dove si ritrova la stradina cementata.
Un ultimo ampio tornante
consente di raggiungere in breve l'agglomerato delle Case Mulattieri
(
1418 m
, h 0,10 dalle Case Bosso), ultimo
nucleo abitato consistente della vallata, con alcune belle baite
ristrutturate.
Dall’ingresso della
borgata, presso una fontana, si dirama sulla destra una mulattiera (paline,
segnavia A10B) con indicazioni per “Costa Bruciata” e
“bivio Pian Bersi”. Si segue dunque questa mulattiera, che rimonta i
prati a monte delle case e, con un lungo traversone in salita verso
destra, guadagna la costa soprastante, dove sfiora un
caratteristico torrioncino roccioso da cui si gode di bella
veduta sul Monte Galero e sulla testata della Valdinferno.
Proseguendo in traversone sempre verso destra, si tagliano pendii prativi
in moderata pendenza e si giunge al fabbricato del Rifugio
Silvietto (1495 m, privato, h 0,15
dalle Case Mulattieri).
A monte del rifugio si
continua per un piccolo sentierino che taglia
in diagonale i pendii erbosi verso sinistra: attraversato un
boschetto il sentiero, qui più marcato, diviene pianeggiante mentre
raggiunge l’antica
baita, oggi ristrutturata, dove fino al 2009 ha risieduto
Armando Sereno, pastore e ultimo abitante stabile della valle (targa).
Proseguendo dritti, si supera la baita e si giunge ad un bivio (paline):
trascurata la diramazione di sinistra, che scende direttamente alle Case
Mulattieri (che si seguirà al ritorno), si prosegue sempre dritti per
la comoda mulattiera in falsopiano. Oltre una lingua di pietrame e una
breve salita, si giunge così al limite del bosco, dove in
un’ampia radura sorge la Stalla Pian Bersi e i ruderi di altri antichi
casolari. Con un ultimo breve strappo, lasciato a sinistra il
sentiero di raccordo con la mulattiera della Colla Bassa (paline),
si sale in breve al Rifugio
Savona (1528 m, h 0,20
dal Rifugio Silvietto), in bella posizione panoramica sulla Valdinferno
e sui monti Antoroto e
Grosso.
Alle spalle del rifugio
si incontra un bivio (paline):
trascurata la diramazione di destra (segnavia C07),
diretta alla Colla di Casotto e al Monte Berlino (da cui si
giungerà al ritorno), si prosegue a sinistra (segnavia A01A) lungo un sentierino che serpeggia sul pendio
poco inclinato alla testata della valle. Sfiorando il limite superiore del
bosco, il sentiero guadagna quota per arrotondati dossi erbosi fino a
raggiungere un ampio ripiano pascolivo con abbeveratoio in metallo. Attraversato
il ripiano (in questo tratto il sentiero potrebbe risultare
poco visibile, confondendosi con le tracce delle mandrie), si attraversa
il piccolo Rio dei Fusi riprendendo poi a traversare per pendii
erbosi, ora un po’ più ripidi. Con salita più decisa fra massi e
cespugli, il sentierino guadagna il filo di un costone erboso: risalitolo
per pochi metri, la
traccia
riprende a traversare e raggiunge un
evidente colletto erboso che si apre fra alcuni gendarmi rocciosi (a
sinistra) e il piede del crestone orientale del Monte Grosso,
chiamato Passo delle Creste di Monte Grosso (o Passo della
Capretta, 1748 m, h 0,30 dal
Rifugio Savona). Bella veduta, alle nostre spalle, sull’ampia
testata della Valdinferno mentre di fronte svetta
l’imponente mole del Monte Antoroto, con l’ondulato valloncello
della Bura facente capo all’ampia Colla Bassa.
Trascurata la
prosecuzione del sentierino, che scende ripido verso il fondo del valloncello
della Bura andandosi a raccordare con l’itinerario classico per la Colla
Bassa e l’Antoroto, si volge a destra e si inizia a risalire
il ripido crinale erboso, seguendo
in questo primo tratto la sequenza dei paletti di una recinzione dei
pascoli. Il pendio erboso è ripido e non esistono tracce di
sentiero, però l’orientamento è semplice e la progressione, ancorché
faticosa, è sempre facile e sicura. Guadagnando gradatamente quota, i
panorami si fanno sempre più estesi e spettacolari: verso
Sud-Est, oltre l’ampio impluvio della Valdinferno,
svetta il massiccio Monte Galero, con tutte le altre minori quote
fino al Mar Ligure. Aggirato a destra o a sinistra un
primo spuntone roccioso squadrato, si giunge ai piedi di un
tratto di erbose roccette: anche queste sono aggirabili del
tutto facilmente a sinistra, oppure si possono risalire con alcuni passi
divertenti di I°/I°+. Oltre un breve tratto a minor pendenza, si
riprende a salire con decisione lungo
un pendio erboso con scarse roccette affioranti: scegliendo il
percorso più congeniale alle proprie capacità (interamente su erba o con
qualche passo di facile arrampicata) si guadagna quindi la
sommità del primo risalto del crestone (bella vista sul
dirupato versante dell’Antoroto e, dall’altra parte,
sulla
regolare piramide erbosa del Bric Mindino). Oltre una
breve crestina rocciosa (aggirabile a sinistra per cenge erbose), si
scende facilmente ad un’ampia sella, da dove si riprende a salire con
decisione verso il secondo risalto del crestone: oltre una zona con caratteristici
affioramenti di roccia rosata (anche qui è possibile
affrontare direttamente le rocce o aggirarle del tutto facilmente a
sinistra) si risale il crinale roccioso mantenendosi presso il filo (più
divertente), e incontrando anche una
vecchia sosta attrezzata forse in occasione di una salita
invernale. Superato un breve tratto costituito
da lame inclinate, si giunge ai
piedi della piramide erbosa sommitale del secondo risalto, che
si raggiunge
in breve. Oltre una nuova breve cresta pianeggiante fra
roccette e lastroni intervallati da fasce erbose, si scende per un ripido
pendio ad un’ampia insellatura erbosa, ai piedi del pendio finale. Con
breve ripida salita per erba si giunge al piccolo
altare eretto dal CAI di Garessio in memoria del socio
Aldo Candian e, pochi metri più sopra, al grosso ometto sulla vetta Sud
del Monte Grosso (2007 m, h 1,00
dal Passo delle Creste di Monte Grosso).
Bellissimo
panorama circolare:
vicinissimo svetta il piramidale Monte Antoroto, con la dirupata
Cresta Est (Crestine dell’Antoroto), quindi la seghettata e rocciosa
dorsale delle Rocce di Perabruna che lo collegano all’erbosa Cima
Ciuaiera, sovrastante la conca dell’Alpe di Perabruna, con il
Rifugio
Manolino. Oltre la bassa dorsale erbosa Monte
Baussetti-Cima Robert svetta il Mondolè, che lascia
intravedere a destra la bifida sommità della Besimauda. Oltre le
cuspidi del Monte Moro e del Monte Malanotte domina
la pianura il Monviso. Lungo l’asse della boscosa Val
Casotto poi si
domina la grande pianura, delimitata a Nord dalle cime innevate
del Gran Paradiso e del Monte Rosa. Verso Nord-Est troneggia
la monumentale croce del Bric Mindino, mentre verso Sud-Est si
domina tutto lo svolgimento della Valdinferno e, oltre la Costa
Bruciata, la conca di Garessio. Infine, verso
Sud il massiccio Monte Galero prelude alle sfrangiate e
boscose quote che digradano verso la costa ligure.
Trascurata la traccia
che scende verso Sud in direzione della Colla Bassa, si procede verso
Nord, lungo
l’ondulata cresta erbosa (segnavia C14): scesi ad un’ampia sella, si risale in breve
ad una nuova elevazione di pochi metri più bassa del Monte Grosso, caratterizzata
da numerosissimi ometti di pietre sulla sommità. Proseguendo
lungo la dorsale, per un ben segnato sentiero, si scende ora con più
decisione lungo un pendio cespuglioso raggiungendo abbastanza velocemente
un’ampia insellatura erbosa (Bassa di Perabruna, 1931 m, h
0,20 dal Monte Grosso, paline, magnifico
panorama), dove si trova la stazione di arrivo dello skilift
“Mussiglione” e dove si incrocia la carrareccia sterrata che unisce la
Colla di Casotto con l’Alpe di Perabruna.
Seguendo ora la
carrareccia verso Nord (segnavia C15,
oppure, nel primo tratto, è anche possibile percorrere più fedelmente la
dorsale, scavalcando un paio di rilievi
erbosi con scarse roccette), si giunge in vista dell’ultimo
rilievo della cresta, il
Monte Berlino, sulla cui vetta sorge la dismessa stazione di arrivo della
vecchia seggiovia che partiva dalla Colla di Casotto. In
quest’ultimo tratto è senz’altro consigliabile abbandonare il crinale
e seguire fedelmente la carrareccia, a causa dello scomodo e fastidioso
terreno cespuglioso: con alcuni ampi tornanti la carrareccia perde quota
sull’ampio crinale, quindi si allunga ai piedi di un’ultima elevazione
costituita da massi accatastati e giunge all’insellatura
prativa ai piedi del cocuzzolo sommitale del Monte Berlino
(1789 m, h 0,30 dalla Bassa di
Perabruna, paline).
Trascurata la
prosecuzione della carrareccia, che scende a sinistra per raggiungere in
breve la spalla sulla quale sorge la stazione a monte della nuova
seggiovia di Garessio 2000, si procede a destra, per una mulattiera
erbosa in leggera salita che sfiora la
diruta costruzione della vecchia seggiovia e si porta al sommo
del costone Sud-Est del Monte Berlino, in vista del Bric Mindino,
della valletta del Rio Luvia (con
la conca di Garessio) e della Valdinferno. Sempre
seguendo la direzione indicata dalle paline, si scende ora lungo
un dissestato tratturo lungo il costone, fino all’ampia
insellatura (1660 m) al piede del rilievo più settentrionale della Costa
Bruciata, dove si incrocia il sentiero che unisce la Colla di Casotto
al Rifugio Savona (paline, segnavia C07). Svoltando a destra e seguendo in
discesa l’ampio sentiero, perdendo
quota con alcune svolte e poi effettuando un lungo traversone,
si ritorna al Rifugio
Savona (1528 m, h 0,20
dal Monte Berlino).
Seguendo per breve
tratto la mulattiera già percorsa all’andata, si ritorna velocemente al
bivio con paline che precede la baita del pastore Sereno: qui si svolta
decisamente a destra e si inizia a scendere ripidamente nel bosco. Con
veloce e comodo percorso nella
fitta faggeta si perde agevolmente quota fino ad incrociare un
marcato sentiero (paline a destra per Colla Bassa); trascuratolo, si
prosegue sempre dritti, in ripida discesa, incrociando in pochi minuti un
nuovo sentiero (altre
paline) che, seguito verso sinistra pressoché in piano,
riporta velocemente alla borgata
delle Case Mulattieri (1418 m, h
0,20 dal Rifugio Savona).
Di qui, seguendo
l’itinerario dell’andata, si ritorna a Valdinferno (h
0,20 dalle Case Mulattieri).