Monte Grosso 2007 m - Crestone Est

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 19

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 73

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

IL CRESTONE EST DEL MONTE GROSSO DAI PRESSI DI VALDINFERNO

DAL TRATTO MEDIANO DEL CRESTONE EST VERSO LA VALDINFERNO ED IL MASSICCIO MONTE GALERO

DALLA VETTA DEL MONTE GROSSO VERSO LA CONCA DELL’ALPE DI PERABRUNA, CON IL RIFUGIO MANOLINO, ED IL MONDOLÈ SULLO SFONDO

IL BRIC MINDINO E LA COLLA DI CASOTTO DALLA CARRARECCIA DI CRINALE CON LA VALDINFERNO

IL MONVISO DALLA SOMMITÁ DEL MONTE BERLINO

FOTOPERCORSO DEL CRESTONE EST DEL MONTE GROSSO

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Ceva (uscita della A6 Torino-Savona) si risale la Val Tanaro superando Bagnasco e Priola fino a Garessio ( 579 m , 21 km da Ceva). 

Subito dopo il paese si svolta a destra lungo una ripida stradetta asfaltata (indicazioni) che, tra fitti splendidi castagneti, risale la breve valletta del Rio Parone fino alla piccola borgata di Valdinferno ( 1213 m , 10 km da Garessio), oramai solo sede di villeggiatura estiva, dove si lascia l'auto nel piccolo parcheggio sotto la chiesa. 

 

ITINERARIO

Si segue la rotabile dal fondo cementato (segnavia A10) che si inoltra in falsopiano in Valdinferno: sullo sfondo troneggiano il Monte Antoroto ( 2144 m , a sinistra) ed il Monte Grosso ( 2007 m , a destra), tra i quali si apre l'ampia insellatura della Colla Bassa (1846 m). Con qualche saliscendi si tagliano i costoni erbosi discendenti dalla Costa Bruciata, si supera un piccolo rio e, al successivo tornante, si abbandona la stradina per seguire una mulattiera che si stacca a destra (palina). Con breve percorso nel bosco, la mulattiera con alcune svolte raggiunge le Case Bosso ( 1364 m , h 0,20), ancora abitate durante la stagione estiva, dove si ritrova la stradina cementata.

Un ultimo ampio tornante consente di raggiungere in breve l'agglomerato delle Case Mulattieri ( 1418 m , h 0,10 dalle Case Bosso), ultimo nucleo abitato consistente della vallata, con alcune belle baite ristrutturate.

Dall’ingresso della borgata, presso una fontana, si dirama sulla destra una mulattiera (paline, segnavia A10B) con indicazioni per “Costa Bruciata” e “bivio Pian Bersi”. Si segue dunque questa mulattiera, che rimonta i prati a monte delle case e, con un lungo traversone in salita verso destra, guadagna la costa soprastante, dove sfiora un caratteristico torrioncino roccioso da cui si gode di bella veduta sul Monte Galero e sulla testata della Valdinferno. Proseguendo in traversone sempre verso destra, si tagliano pendii prativi in moderata pendenza e si giunge al fabbricato del Rifugio Silvietto (1495 m, privato, h 0,15 dalle Case Mulattieri).

A monte del rifugio si continua per un piccolo sentierino che taglia in diagonale i pendii erbosi verso sinistra: attraversato un boschetto il sentiero, qui più marcato, diviene pianeggiante mentre raggiunge l’antica baita, oggi ristrutturata, dove fino al 2009 ha risieduto Armando Sereno, pastore e ultimo abitante stabile della valle (targa). Proseguendo dritti, si supera la baita e si giunge ad un bivio (paline): trascurata la diramazione di sinistra, che scende direttamente alle Case Mulattieri (che si seguirà al ritorno), si prosegue sempre dritti per la comoda mulattiera in falsopiano. Oltre una lingua di pietrame e una breve salita, si giunge così al limite del bosco, dove in un’ampia radura sorge la Stalla Pian Bersi e i ruderi di altri antichi casolari. Con un ultimo breve strappo, lasciato a sinistra il sentiero di raccordo con la mulattiera della Colla Bassa (paline), si sale in breve al Rifugio Savona (1528 m, h 0,20 dal Rifugio Silvietto), in bella posizione panoramica sulla Valdinferno e sui monti Antoroto e Grosso.

Alle spalle del rifugio si incontra un bivio (paline): trascurata la diramazione di destra (segnavia C07), diretta alla Colla di Casotto e al Monte Berlino (da cui si giungerà al ritorno), si prosegue a sinistra (segnavia A01A) lungo un sentierino che serpeggia sul pendio poco inclinato alla testata della valle. Sfiorando il limite superiore del bosco, il sentiero guadagna quota per arrotondati dossi erbosi fino a raggiungere un ampio ripiano pascolivo con abbeveratoio in metallo. Attraversato il ripiano (in questo tratto il sentiero potrebbe risultare poco visibile, confondendosi con le tracce delle mandrie), si attraversa il piccolo Rio dei Fusi riprendendo poi a traversare per pendii erbosi, ora un po’ più ripidi. Con salita più decisa fra massi e cespugli, il sentierino guadagna il filo di un costone erboso: risalitolo per pochi metri, la traccia riprende a traversare e raggiunge un evidente colletto erboso che si apre fra alcuni gendarmi rocciosi (a sinistra) e il piede del crestone orientale del Monte Grosso, chiamato Passo delle Creste di Monte Grosso (o Passo della Capretta, 1748 m, h 0,30 dal Rifugio Savona). Bella veduta, alle nostre spalle, sull’ampia testata della Valdinferno mentre di fronte svetta l’imponente mole del Monte Antoroto, con l’ondulato valloncello della Bura facente capo all’ampia Colla Bassa.

Trascurata la prosecuzione del sentierino, che scende ripido verso il fondo del valloncello della Bura andandosi a raccordare con l’itinerario classico per la Colla Bassa e l’Antoroto, si volge a destra e si inizia a risalire il ripido crinale erboso, seguendo in questo primo tratto la sequenza dei paletti di una recinzione dei pascoli. Il pendio erboso è ripido e non esistono tracce di sentiero, però l’orientamento è semplice e la progressione, ancorché faticosa, è sempre facile e sicura. Guadagnando gradatamente quota, i panorami si fanno sempre più estesi e spettacolari: verso Sud-Est, oltre l’ampio impluvio della Valdinferno, svetta il massiccio Monte Galero, con tutte le altre minori quote fino al Mar Ligure. Aggirato a destra o a sinistra un primo spuntone roccioso squadrato, si giunge ai piedi di un tratto di erbose roccette: anche queste sono aggirabili del tutto facilmente a sinistra, oppure si possono risalire con alcuni passi divertenti di I°/I°+. Oltre un breve tratto a minor pendenza, si riprende a salire con decisione lungo un pendio erboso con scarse roccette affioranti: scegliendo il percorso più congeniale alle proprie capacità (interamente su erba o con qualche passo di facile arrampicata) si guadagna quindi la sommità del primo risalto del crestone (bella vista sul dirupato versante dell’Antoroto e, dall’altra parte, sulla regolare piramide erbosa del Bric Mindino). Oltre una breve crestina rocciosa (aggirabile a sinistra per cenge erbose), si scende facilmente ad un’ampia sella, da dove si riprende a salire con decisione verso il secondo risalto del crestone: oltre una zona con caratteristici affioramenti di roccia rosata (anche qui è possibile affrontare direttamente le rocce o aggirarle del tutto facilmente a sinistra) si risale il crinale roccioso mantenendosi presso il filo (più divertente), e incontrando anche una vecchia sosta attrezzata forse in occasione di una salita invernale. Superato un breve tratto costituito da lame inclinate, si giunge ai piedi della piramide erbosa sommitale del secondo risalto, che si raggiunge in breve. Oltre una nuova breve cresta pianeggiante fra roccette e lastroni intervallati da fasce erbose, si scende per un ripido pendio ad un’ampia insellatura erbosa, ai piedi del pendio finale. Con breve ripida salita per erba si giunge al piccolo altare eretto dal CAI di Garessio in memoria del socio Aldo Candian e, pochi metri più sopra, al grosso ometto sulla vetta Sud del Monte Grosso (2007 m, h 1,00 dal Passo delle Creste di Monte Grosso).

Bellissimo panorama circolare: vicinissimo svetta il piramidale Monte Antoroto, con la dirupata Cresta Est (Crestine dell’Antoroto), quindi la seghettata e rocciosa dorsale delle Rocce di Perabruna che lo collegano all’erbosa Cima Ciuaiera, sovrastante la conca dell’Alpe di Perabruna, con il Rifugio Manolino. Oltre la bassa dorsale erbosa Monte Baussetti-Cima Robert svetta il Mondolè, che lascia intravedere a destra la bifida sommità della Besimauda. Oltre le cuspidi del Monte Moro e del Monte Malanotte domina la pianura il Monviso. Lungo l’asse della boscosa Val Casotto poi si domina la grande pianura, delimitata a Nord dalle cime innevate del Gran Paradiso e del Monte Rosa. Verso Nord-Est troneggia la monumentale croce del Bric Mindino, mentre verso Sud-Est si domina tutto lo svolgimento della Valdinferno e, oltre la Costa Bruciata, la conca di Garessio. Infine, verso Sud il massiccio Monte Galero prelude alle sfrangiate e boscose quote che digradano verso la costa ligure.

Trascurata la traccia che scende verso Sud in direzione della Colla Bassa, si procede verso Nord, lungo l’ondulata cresta erbosa (segnavia C14): scesi ad un’ampia sella, si risale in breve ad una nuova elevazione di pochi metri più bassa del Monte Grosso, caratterizzata da numerosissimi ometti di pietre sulla sommità. Proseguendo lungo la dorsale, per un ben segnato sentiero, si scende ora con più decisione lungo un pendio cespuglioso raggiungendo abbastanza velocemente un’ampia insellatura erbosa (Bassa di Perabruna, 1931 m, h 0,20 dal Monte Grosso, paline, magnifico panorama), dove si trova la stazione di arrivo dello skilift “Mussiglione” e dove si incrocia la carrareccia sterrata che unisce la Colla di Casotto con l’Alpe di Perabruna.

Seguendo ora la carrareccia verso Nord (segnavia C15, oppure, nel primo tratto, è anche possibile percorrere più fedelmente la dorsale, scavalcando un paio di rilievi erbosi con scarse roccette), si giunge in vista dell’ultimo rilievo della cresta, il Monte Berlino, sulla cui vetta sorge la dismessa stazione di arrivo della vecchia seggiovia che partiva dalla Colla di Casotto. In quest’ultimo tratto è senz’altro consigliabile abbandonare il crinale e seguire fedelmente la carrareccia, a causa dello scomodo e fastidioso terreno cespuglioso: con alcuni ampi tornanti la carrareccia perde quota sull’ampio crinale, quindi si allunga ai piedi di un’ultima elevazione costituita da massi accatastati e giunge all’insellatura prativa ai piedi del cocuzzolo sommitale del Monte Berlino (1789 m, h 0,30 dalla Bassa di Perabruna, paline).

Trascurata la prosecuzione della carrareccia, che scende a sinistra per raggiungere in breve la spalla sulla quale sorge la stazione a monte della nuova seggiovia di Garessio 2000, si procede a destra, per una mulattiera erbosa in leggera salita che sfiora la diruta costruzione della vecchia seggiovia e si porta al sommo del costone Sud-Est del Monte Berlino, in vista del Bric Mindino, della valletta del Rio Luvia (con la conca di Garessio) e della Valdinferno. Sempre seguendo la direzione indicata dalle paline, si scende ora lungo un dissestato tratturo lungo il costone, fino all’ampia insellatura (1660 m) al piede del rilievo più settentrionale della Costa Bruciata, dove si incrocia il sentiero che unisce la Colla di Casotto al Rifugio Savona (paline, segnavia C07). Svoltando a destra e seguendo in discesa l’ampio sentiero, perdendo quota con alcune svolte e poi effettuando un lungo traversone, si ritorna al Rifugio Savona (1528 m, h 0,20 dal Monte Berlino).

Seguendo per breve tratto la mulattiera già percorsa all’andata, si ritorna velocemente al bivio con paline che precede la baita del pastore Sereno: qui si svolta decisamente a destra e si inizia a scendere ripidamente nel bosco. Con veloce e comodo percorso nella fitta faggeta si perde agevolmente quota fino ad incrociare un marcato sentiero (paline a destra per Colla Bassa); trascuratolo, si prosegue sempre dritti, in ripida discesa, incrociando in pochi minuti un nuovo sentiero (altre paline) che, seguito verso sinistra pressoché in piano, riporta velocemente alla borgata delle Case Mulattieri (1418 m, h 0,20 dal Rifugio Savona).

Di qui, seguendo l’itinerario dell’andata, si ritorna a Valdinferno (h 0,20 dalle Case Mulattieri).

 

TEMPO TOTALE

h 4,30 circa 

DISLIVELLO

800 m circa 

DIFFICOLTA’

E (EE il costone Est del Monte Grosso per assenza di tracce, anche se l’orientamento è semplice)

ULTIMO SOPRALLUOGO

2 ottobre 2022

PERIODO CONSIGLIATO

maggio-giugno e poi settembre-ottobre

COMMENTI

Itinerario poco faticoso e del tutto facile, ottima alternativa alle più frequentate salite dalla Colla Bassa e dal Monte Berlino. Terreno libero e senza pericoli (a parte quelli ovvi di muoversi in ambiente di montagna e senza sentiero) lungo il costone Est, ottimi sentieri segnati per il resto del percorso. Dalla cima del Monte Grosso panorama estesissimo su tutta la catena alpina.