Monte Castellèrmo 1092 m

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CARTINA CONSIGLIATA

I.G.C. scala 1:50.000 – Foglio 15

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 21

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Albenga (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si inizia a risalire il lungo solco della Valle Arroscia. Poco oltre Bastia si prende a destra una diramazione diretta a Vendone. La strada supera, con molte svolte, numerose frazioncine, giunge poi al capoluogo e, traversando alta la valletta boscosa del Rio Paraone, giunge a Curenna (12 km circa da Albenga). 

Da qui si prende una stradina in salita a destra (indicazione per "Area attrezzata Castellermo"): all'inizio la rotabile è molto stretta ma asfaltata, dopo circa 1 km diventa sterrata, ma sempre percorribile con gli automezzi. Con molte svolte nel bosco, la carrareccia raggiunge un piccolo parcheggio situato sullo spartiacque Arroscia - Pennavaira, presso la Colla d'Onzo (839 m, 5 km da Curenna), dov'è situata una modesta area pic nic.

 

ITINERARIO

Dall'inizio dell'area pic nic si prende a destra un evidente mulattiera (segnavia X) che taglia in diagonale ascendente le pendici meridionali del Monte Castellermo. La mulattiera, a tratti lastricata, sale con ripidi strappi i pendii erbosi con radi alberi, con vista sempre più ampia sulla testata della Valle Arroscia e sulle Alpi Liguri. Aggirato uno speroncino, il sentiero raggiunge, con un ultimo traversone, l'ampio terrapieno dove sorge l'antica Cappella di San Calocero (1012 m, h 0,20). Il panorama è veramente ampio, spaziando da Albenga e la sua piana alle cime, magari innevate, delle Alpi. 

Dietro la cappella si prosegue per un sentierino che sale per erba e roccette in direzione della vetta del Castellermo, di cui è già ben visibile la grande croce sulla cima orientale. La traccia raggiunge un'ampia sella tra caratteristiche pareti rocciose: dall'altra parte scivola un canale erboso tutt'altro che invitante ... Proseguendo a sinistra, si superano le ultime banali roccette che sorreggono la vetta del Monte Castellermo: a destra la cima sudoccidentale, con croce e libro di vetta, a sinistra quella Nord-Est, da cui si gode di splendido panorama sulle testate delle valli Arroscia e Pennavaira (1092 m, h 0,20 dalla Cappella di San Calocero). Da questa sommità si ha anche una interessantissima veduta dall'alto sulle complesse e bellissime formazioni rocciose delle Torri du Barèi, o Torri Ovest del Castellermo, una selva di pinnacoli arditi e caratteristici che emergono sul versante occidentale della montagna. Verso Est si impone invece la selvaggia parete, fratturata in arditi pinnacoli, del Monte Nero, un tempo frequentata falesia di arrampicata nota come "Giardino di Monte Nero" ed oggi ormai abbandonata.

Ritorno per la stessa via in h 0,20

Vale sicuramente la pena, tempo permettendo, la visita al piccolo anfiteatro erboso ai piedi delle Torri du Barèi: l'ambiente, selvaggio e solitario, ripagherà sicuramente le fatiche di questa non proprio banale, anche se breve, digressione! 

Accesso al Circo du Barèi: dall'area pic nic si rintraccia, oltre gli ultimi tavoli, una appena accennata traccia che risale il fitto bosco sul versante occidentale del Castellermo. Mantenendosi pochi metri a sinistra del crinale, la traccia giunge presso un affioramento roccioso nel bosco, che costeggia in salita sulla sinistra raggiungendo in breve il piede della cresta Nord-Ovest, presso una radura erbosa. Il sentierino (qui un po' più evidente) traversa ora lungamente a sinistra (versante Pennavaira) il fianco Nord della montagna: oltrepassata una piccola, caratteristica colata di ghiaie, si giunge ai piedi di un evidente e verticale torrione roccioso (alcuni spit visibili), dove si trova un grosso ometto. Qui attacca anche l’itinerario alpinistico della Cresta Nord-Ovest. Proseguendo lungo la successiva pianeggiante cengia, facile ma un poco esposta, si raggiunge velocemente un terrazzo erboso da dove si può ammirare la caratteristica coppia di guglie dette "Gli Amanti".

Tornati alla base del torrione, si rimonta il breve canalino (erba e arbusti) a destra del torrione stesso (tracce), fino al colletto cui fa capo, che si apre ai piedi della cuspide sommitale del torrione roccioso. Si prosegue dritti per roccette, raggiungendo la base di una bastionata rocciosa: si segue la bastionata verso sinistra, facendo attenzione al terreno, via via più esposto. Si giunge così alla base di un breve canalino, sbarrato a metà da un masso incastrato. Si raggiunge il masso, che si supera con breve arrampicata ( grado, vecchia maniglia di ferro a sinistra), si rimonta poi il breve tratto superiore di canale fino ad uscire ad un nuovo colletto: ambiente roccioso molto caratteristico. Si segue ora a destra una comoda cengia sormontata da un tetto giallastro fino ad una spalla erbosa: si sale al meglio a sinistra, attraverso un boschetto, fino ad uscire sulla cresta Nord-Ovest, presso una evidente piattaforma rocciosa che domina, a guisa di balconata, la vallata sottostante (qui si abbandona definitivamente il sentierino che continua, a destra, lungo la Cresta Nord-Ovest). Si prosegue a sinistra della cresta, traversando praticamente in piano lungo una esposta cengia erbosa intagliata nella parete rocciosa. Più avanti la cengia diventa terrosa e scende ripida fino ad attraversare una sorta di canalino: questo tratto richiede un po' di attenzione, in quanto particolarmente esposto e scivoloso. Oltre il canalino, la cengia prosegue, aerea ma comoda, aggira uno sperone e supera il colletto erboso che dà accesso al magico anfiteatro erboso ai piedi delle Torri du Barèi (h 0,40 dalla Colla d'Onzo): subito a sinistra si eleva la fantastica Guglia, a destra invece emerge la vertiginosa Torre, coi caratteristici strapiombi che ne proteggono la sommità. Più in alto, appartate ma non meno eleganti, il Campanile Innamorato (o Donna Lucrezia) e la più modesta Torre Ghina. Tutto intorno pareti verticali striate di cenge erbose, canali e forme rocciose delle più svariate. Un mondo dolomitico che non ci si aspetta di trovare a due passi dal mare, ma la nostra Liguria ci riserva anche di queste sorprese!

N.B.: da questo anfiteatro è possibile raggiungere la cresta nordoccidentale del Castellermo, da cui facilmente in vetta. Il percorso però prevede la risalita di un breve canalino sbarrato alla base da un masso che forma camino, il cui superamento risulta non semplice (passo di II°+) e molto pericoloso per l'impossibilità di assicurarsi ed i mobilissimi detriti subito al di sopra del salto. Aggirata la base della Torre per evidenti tracce, si risale il ripido pendio erboso in direzione della bastionata rocciosa, interrotta da fasce di vegetazione, che sbarra in alto l'anfiteatro. La bastionata risulta incisa da tre evidenti canali, tutti interrotti da brevi salti: quello di sinistra più lungo, sinuoso ed estremamente friabile, quello di destra ripido e difficile, quello centrale più breve e all'apparenza abbordabile. Esso è però sbarrato alla base da un grosso masso, che forma un umido antro: il passaggio non risulterebbe eccessivamente difficile (II°+), ma ci si deve issare su una esile cengia erbosa scivolosissima e con appigli per le mani scarsi e friabilissimi. Traversando verso destra, si esce presto dal passaggio nuovamente sul fondo del canale, ricoperto di mobili detriti che rischiano di franare sui compagni sottostanti ... Il canale diventa poi erboso e conduce in cresta senza difficoltà, dove si incontra una traccia che, fra erba e arbusti, va ad intersecare la via normale a circa 10 minuti dalla cima. Percorso sconsigliato.    

 

TEMPO TOTALE

h 1,00 per il Castellermo, h 2,00 con la visita alle Torri du Barèi

DISLIVELLO

300 m circa

DIFFICOLTA’

E (EE per l'accesso al Circo du Barèi, PD il collegamento con la cresta Nord-Ovest)

ULTIMO SOPRALLUOGO

28 novembre 2009

PERIODO CONSIGLIATO

tutto l'anno, esclusa l'estate

COMMENTI

Il Castellermo è una montagna massiccia, molto frequentata per la facilità d'accesso e per i panorami stupendi. A mio parere, la visita di questa montagna non può prescindere dall'approccio al fantastico Circo du Barèi: l'escursione così non diventa certo banale (un brevissimo passo di I° grado e ambiente comunque esposto e delicato), ma l'ambiente dell'isolata piccola conca, ai piedi di imponenti torrioni rocciosi, è veramente incantevole. Nonostante numerosi spit da noi rinvenuti, l'arrampicata qui è vietata, per salvaguardare i numerosi rapaci che nidificano fra queste splendide rocce. Sconsigliata e pericolosa la risalita del Circo du Barèi verso la cresta Nord-Ovest del Castellermo: terreno infido e friabilissimo!