Dal bar-ristoro
"La Baita" in località Le Meschie si sale per una cinquantina di metri lungo la strada, ancora
asfaltata, fino ad un piccolo spiazzo presso una presa dell’acquedotto:
qui si trascura una diramazione a destra (indicazione "Anello degli
Alpeggi", vedi anche itinerario Monte
Besimauda - Cresta Nord) e si prosegue lungo la larga carrareccia
principale, divenuta sterrata. Risalita brevemente sul fondo la boscosa valletta, presso una fontana con panche la strada supera il rio con un
ponte in cemento ed inizia a risalire con tornanti la ripida costa
boscosa.
Pochi metri dopo il ponte si stacca sulla destra un sentiero
(segnavia H9)
che rimane parallelo al rio e rimonta con pendenza regolare tutta la breve
valletta, evitando i lunghi tornanti della strada. Usciti dal fitto bosco,
si risalgono gli ultimi prati che adducono all'ampia Sella
Morteis
(1470 m, h 0,45). Appare improvviso
alla vista l'imponente massiccio del
Marguareis con la Cima Cars
ed il Mondolè, mentre dalla parte opposta si può ammirare un
vasto spicchio di pianura, con il Monte Rosa sullo sfondo.
Ritrovata la carrareccia, la si segue verso destra, si sfiora la
ristrutturata costruzione del Gias Morteis I° (oggi di proprietà
dell'Azienda Faunistica Venatoria) e si risale con un ampissimo
tornante il pendio sovrastante. Dopo il tornante, la carrareccia taglia
lungamente in piano dall'alto alcuni vallonetti, passa presso la copiosa Fontana
'd Camilu fino a doppiare il costone divisorio con il selvaggio Vallone
Pittè in corrispondenza del colletto poco a valle della vetta della
erbosa Cima del Pravinè (1634 m, h 1,10).
Alla testata del Vallone Pittè, appare tutta la complessa
struttura della Bisalta, col Bric Costa Rossa (2404 m) a
sinistra e la bifida cima della Besimauda (2241 m) a destra.
A
questo punto due possibilità:
a)
si può proseguire lungo la strada fino alle
costruzioni del Gias del Pravinè Sottano (1586 m), per poi
abbandonarla e salire lungo un sentiero sulla destra che conduce ai vasti
prati all'inizio della detritica Costa della Mula, dove è sito il Gias
del Pravinè Soprano (1800 m circa, h 0,40
dal colletto);
b)
oppure, dal colletto, è possibile salire direttamente il filo del
costone erboso superiore lungo un marcato sentierino (cartelli), aggirando a sinistra i pochi tratti rocciosi, e
per ripidi prati raggiungere direttamente il Gias del Pravinè Soprano
(h 0,30 dal colletto).
Da qui il
sentiero, ottimamente segnato, sale per pittoreschi ripiani erbosi
alternati a qualche tratto di roccette verso l'evidente corno detritico
della Cima Besimauda. Si giunge così al termine dei pendii erbosi,
dove inizia una immensa pietraia formata da ciclopici massi in
bilico, che
costituiscono la cuspide terminale della montagna. Seguendo i segnavia, ma
scegliendo comunque i passaggi più opportuni nel labirintico ammasso
roccioso, si raggiunge un colletto a sinistra della cima più alta, che si
raggiunge con un'ulteriore breve salita fino alla grande croce di vetta
della Cima Sud del Monte Besimauda (2241 m, h 1,00 dal
Gias del
Pravinè Soprano, h 2,45 da Le Meschie). Vista eccezionale su tutta la pianura
cuneese (con la più bassa Cima Nord in primo piano), sulle
principali cime delle Alpi Liguri e delle
Marittime e su
tutto l'arco alpino occidentale. Stupisce in particolare la tortuosità
della lunga cresta che va ad unirsi al
Bric Costa Rossa: dalla
pianura, essa appare praticamente piatta, mentre da qui se ne evidenzia
tutta la reale complessità.
Ritorno per la stessa via in h
2,00.