Monte Armètta 1739 m

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CARTINA CONSIGLIATA

A.S.F. scala 1:25.000 – Foglio 03

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO INVERNALE - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 20

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE (IN VESTE ESTIVA)

LUNGO LA CRESTA SOMMITALE DEL MONTE DELLA GUARDIA, CON IL MAR LIGURE SULLO SFONDO

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Ceva (uscita della A6 Torino-Savona) si risale la Val Tanaro superando Bagnasco, Priola e Garessio, fino a Cantarana (783 m). Dalla frazione si svolta a sinistra e si risale la Valletta di Prale: superato il villaggio di Prale (999 m), la strada supera il poco accentuato Passo di Prale e raggiunge in breve il valico del Colle di Caprauna (1379 m, 47 km da Ceva);

b) Da Albenga (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si sale a Martinetto, da dove si svolta a sinistra e si risale la selvaggia Val Pennavaira attraverso Alto e Caprauna (954 m). Oltre il piccolo paese, si sale per comoda strada asfaltata al Colle di Caprauna (1379 m, 29 km da Albenga, piccolo parcheggio).

 

ITINERARIO

Dal valico si segue l'indicazione "Monte Armetta": si rimonta un breve pendio e si segue poi il filo dello spartiacque, all'inizio pianeggiante. Si entra nel bosco, e la pendenza aumenta leggermente, poi si interseca una forestale che si trascura, per proseguire dritti lungo una specie di pista, all'interno di una magnifica abetaia d'alto fusto. Più in alto si devia leggermente a destra, fino ad una radura dove spicca evidente un paletto con segnavia (solitamente visibile anche con molta neve). Si traversa a destra, alla base di alcune roccette, e si entra poi nel bosco, in questo tratto abbastanza fitto. Si continua a traversare, con modesti saliscendi, poi si sale un tratto più ripido, dove la traccia è riconoscibile perchè scavata in trincea piuttosto profonda. Si raggiunge il filo di un costoncino, su terreno finalmente scoperto: si apre la magnifica vista sull'alta Val Pennavaira e sulla piana di Albenga, con il mare sullo sfondo. 

Si risale per breve tratto il costoncino, poi si torna a sinistra, nel bosco, e si sale con pendenza sostenuta fino ad uscire su di un poggio molto panoramico (1600 m circa, h 0,45), nuovamente sul filo di cresta, dove si trova un grosso ripetitore, ben visibile anche dal fondovalle. Bel panorama sull'alta Val Tanaro, con Saccarello, Marguareis e Mongioie. 

Si passa ora presso lo sbocco di un canale roccioso, che scivola verso la Val Tanaro, e si costeggiano alla base le roccette che costituiscono il cupolone finale del Monte della Guardia (1654 m). Sempre attraverso un rigoglioso bosco di conifere, il tracciato prosegue a mezza costa, nei pressi dello spartiacque, per uscire, oltre un ultimo costoncino, dalla vegetazione: appare alla vista la testata della Val Pennavaira, con i dolci altipiani che scendono dalle cime dei monti Armetta e Dubasso. Si scende con decisione per ripidi pendii, mantenendosi leggermente sul versante Pennavaira (la cresta verso la Val Tanaro si presenta rocciosa e dirupata) fino all'evidente ampissima insellatura della Colla Bassa di Caprauna (1564 m, h 0,45 dal poggio con ripetitore, cartelli). 

Si prosegue, in salita mai troppo accentuata, lungo gli arrotondati dossoni presso lo spartiacque, in direzione degli evidenti tavolati sommitali del Monte Armetta, su cui è visibile il grosso pilone della vetta. Oltre una prima elevazione, si transita poco sopra una pittoresca vecchia baita in rovina e, per pendii un po' più ripidi, si giunge ad una selletta ai piedi dell'ultimo dosso. Un breve tratto ripido conduce sui tavolati sommitali, che si percorrono in uno splendido ambiente tra cime nevose e mare sullo sfondo, fino al grosso pilone di pietre posto sulla vetta del Monte Armetta (1739 m, h 0,30 dalla Colla Bassa di Caprauna, libro di vetta). Fantastico panorama su Ormea, tutte le Alpi Liguri dal Marguareis al Bric di Conoia e al Pizzo d'Ormea, fino all'Antoroto ed al Bric Mindino. E poi il Saccarello, il Frontè, e tutte le cime del versante ligure, con il Castellermo, il Carmo, la Rocca Barbena fino ad Albenga. Più in là, oltre il Monte Dubasso ed il massiccio Monte Galero, la costa di Genova. 

Per il ritorno, vale la pena effettuare la breve deviazione fino al Monte della Guardia: una volta tornati al costoncino da dove, all'andata, è apparsa la testata di Val Pennavaira (in pratica, sulla via del ritorno, al termine del tratto in salita iniziato alla Colla Bassa di Caprauna), si devia a destra, lungo il filo della cresta, fino ad un evidente pilone di pietre posto su un dosso. Proseguendo lungo il filo della cresta, che diventa man mano più affilato e caratteristico (ma non ci sono problemi) si raggiunge la visibile croce di ferro posta sull'estremità occidentale del Monte della Guardia (1654 m, h 0,10 da dove si abbandona la traccia principale). Panorama sempre superbo, e ambiente anche molto pittoresco. 

Senza tornare dove si è abbandonata la traccia, è sufficiente tornare un po' indietro lungo la cresta e poi, quando la ripidezza del pendio meridionale lo consente, calarsi nel bosco di abeti fino a ritrovare le tracce di salita, che passano proprio poco sotto. 

Di qui si ritorna al Colle di Caprauna (h 1,00 dal Monte della Guardia).   

 

TEMPO TOTALE

h 4,00 circa

DISLIVELLO

650 m circa

DIFFICOLTA’

E (EE con neve) 

ULTIMO SOPRALLUOGO

7 dicembre 2008

PERIODO CONSIGLIATO

in ogni stagione (meglio in inverno)

COMMENTI

Itinerario molto bello, specie se effettuato d'inverno con innevamento abbondante: in questo caso colpisce soprattutto il grande contrasto fra le aspre cime innevate e il mare sullo sfondo. Spesso si trova la traccia, ma non è sicuro: in questo caso, diventa un po' più faticoso, e i tempi si allungano. Panoramicamente meritevole.