Dal valico si
segue l'indicazione "Monte Armetta": si rimonta un breve
pendio e si segue poi il filo dello spartiacque, all'inizio pianeggiante.
Si entra nel bosco, e la pendenza aumenta leggermente, poi si interseca
una forestale che si trascura, per proseguire dritti lungo una specie di
pista, all'interno di una magnifica abetaia d'alto fusto. Più in alto si
devia leggermente a destra, fino ad una radura dove spicca evidente un
paletto con segnavia (solitamente visibile anche con molta neve). Si
traversa a destra, alla base di alcune roccette, e si entra poi nel bosco,
in questo tratto abbastanza fitto. Si continua a traversare, con modesti
saliscendi, poi si sale un tratto più ripido, dove la traccia è
riconoscibile perchè scavata in trincea piuttosto profonda. Si raggiunge
il filo di un costoncino, su terreno finalmente scoperto: si apre la
magnifica vista sull'alta Val Pennavaira e sulla piana di Albenga,
con il mare sullo sfondo.
Si
risale per breve tratto il costoncino, poi si
torna a sinistra, nel bosco, e si sale con pendenza sostenuta fino ad
uscire su di un poggio molto panoramico (1600 m circa, h
0,45), nuovamente sul filo di cresta, dove si trova un grosso
ripetitore, ben visibile anche dal fondovalle. Bel panorama sull'alta Val
Tanaro, con Saccarello, Marguareis e Mongioie.
Si passa
ora presso lo
sbocco di un canale roccioso, che scivola verso la Val Tanaro,
e si costeggiano alla base le roccette che costituiscono il cupolone
finale del Monte della Guardia (1654 m). Sempre attraverso un
rigoglioso bosco di conifere, il tracciato prosegue a mezza costa, nei
pressi dello spartiacque, per uscire, oltre un ultimo costoncino, dalla
vegetazione: appare alla vista la testata della Val Pennavaira, con
i dolci altipiani che scendono dalle cime dei monti Armetta e Dubasso.
Si scende con decisione per ripidi pendii, mantenendosi leggermente sul
versante Pennavaira (la cresta verso la Val Tanaro si
presenta rocciosa e dirupata) fino all'evidente ampissima insellatura
della Colla Bassa
di Caprauna (1564 m, h 0,45
dal poggio con ripetitore,
cartelli).
Si prosegue, in salita mai troppo accentuata, lungo gli
arrotondati dossoni presso lo spartiacque, in direzione degli evidenti
tavolati sommitali del Monte Armetta, su cui è visibile il grosso
pilone della vetta. Oltre una prima elevazione, si transita poco sopra una
pittoresca vecchia baita in rovina e, per pendii un po' più ripidi,
si giunge ad una selletta ai piedi dell'ultimo dosso. Un breve tratto
ripido conduce sui tavolati sommitali, che si percorrono in uno splendido
ambiente tra cime nevose e mare sullo sfondo, fino al grosso pilone di
pietre posto sulla vetta del Monte Armetta (1739 m, h 0,30
dalla Colla Bassa di Caprauna, libro di vetta). Fantastico panorama
su Ormea, tutte le Alpi Liguri dal Marguareis al Bric
di Conoia e al Pizzo d'Ormea, fino all'Antoroto
ed al Bric Mindino. E poi il Saccarello,
il Frontè, e tutte le cime del versante ligure, con il Castellermo,
il Carmo, la Rocca Barbena fino
ad Albenga. Più in là, oltre il Monte Dubasso ed il massiccio
Monte Galero, la costa di Genova.
Per il ritorno, vale
la pena effettuare la breve deviazione fino al Monte della Guardia:
una volta tornati al costoncino da dove, all'andata, è apparsa la
testata di Val Pennavaira (in pratica, sulla via del ritorno, al
termine del tratto in salita iniziato alla Colla Bassa di Caprauna),
si devia a destra, lungo il filo della cresta, fino ad un evidente pilone
di pietre posto su un dosso. Proseguendo lungo
il filo della cresta, che diventa man mano più affilato e
caratteristico (ma non ci sono problemi) si raggiunge
la visibile croce di ferro posta sull'estremità occidentale del Monte
della Guardia (1654 m, h 0,10 da
dove si abbandona la traccia principale). Panorama sempre superbo, e ambiente anche
molto pittoresco.
Senza tornare dove si è abbandonata la traccia, è
sufficiente tornare un po' indietro lungo la cresta e poi, quando la
ripidezza del pendio meridionale lo consente, calarsi nel bosco di abeti
fino a ritrovare le tracce di salita, che passano proprio poco sotto.
Di
qui si ritorna al Colle di Caprauna (h
1,00 dal Monte della Guardia).