M. Saccarello - "Anello des Fontaines"

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CARTINA CONSIGLIATA

A.S.F. scala 1:25.000 – Foglio 03

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 45

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VITRUALE

IL SANTUARIO DI NOTRE DAME DES FONTAINES

SALENDO DAL PASSO DI COLLARDENTE VERSO IL SACCARELLO, PANORAMA SULLE ALPI MARITTIME

LARICI IN VESTE AUTUNNALE SUL COSTONE OCCIDENTALE DEL SACCARELLO

LIMPIDI CIELI AUTUNNALI

DALLA VETTA DEL MONTE SACCARELLO VERSO IL GRUPPO DEL MARGUAREIS

LARICE DORATO NELL’ALTO VALLON DE CRAVIROLA

ESPLOSIONI D’AUTUNNO

MERIDIANA SU UNA CASA DI BÉNS

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo, risalendo poi la Valle Vermenagna. Oltre Limone Piemonte, si supera il traforo del Colle di Tenda e si scende in Francia, alla testata della Val Roya. Si superano Viéve, Ténde e si giunge a Saint Dalmas de Ténde (79 km da Mondovì), da dove si svolta a sinistra nel Vallon de Levénse.

b) Da Ventimiglia (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si risale la Valle Roya superando Airòle, Bréil-sur-Roya, Saòrge e Fontàn e si raggiunge Saint Dalmas de Ténde (41 km da Ventimiglia), da dove si svolta a destra nel Vallon de Levénse.

Si risale il vallone alla base di verticali appicchi rocciosi fino al bel centro di villeggiatura di La Brìgue (765 m, 3 km dal bivio), da dove si prosegue a risalire la valle finchè questa si biforca: trascurata a sinistra la rotabile che si inoltra nel Vallon de Morignòle, si supera a destra il torrente su un bel ponte e si risale poi, su comoda rotabile fra i boschi, il Vallon de la Madòne fino al piazzale antistante il piccolo santuario di Notre Dame des Fontaines, alla confluenza dei valloni de la Madòne e de Béns (4 km da La Brìgue, parcheggio).

 

ITINERARIO

Dalla chiesa si trascura a sinistra la prosecuzione asfaltata che si va ad innestare nel Vallon de Béns e si continua costeggiando sulla sinistra il muro di cinta del santuario: subito si incontra una palina che indica lo stacco di una mulattiera ancora a sinistra. Si abbandona quindi la rotabile di fondovalle, che presto diviene sterrata e sale con tortuoso percorso al Col Linaire, per seguire questa mulattiera (tacche gialle), che prende a risalire, con lunga serie di ripidi tornanti, il costone sulla destra idrografica del Vallon de la Madòne, fra arbusti, cespugli e lingue di detriti. 

Più in alto, presso i ruderi di alcune grange, la mulattiera raggiunge il filo del costone, divisorio con l’attiguo Vallon de Béns. Rimanendo di poco sul versante del Vallon de la Madòne, la mulattiera entra nel bosco misto di castagni e conifere, e continua a risalire il solco, mantenendosi alta sulla destra idrografica: il percorso risulta piacevole e non troppo faticoso, alternando qualche breve salita a lunghi tratti pressoché pianeggianti. Doppiati alcuni costoni, la mulattiera svolta decisamente a sinistra, seguendo l’andamento del sinuoso vallone, che da questo punto prende il nome di Vallon du Mont Noir: con qualche tratto aereo, sorretto da poderosi muraglioni a secco, si passa alti sopra la forra rocciosa sul fondo del vallone, dove rumoreggia la pittoresca Cascade des Fraches, quindi si prosegue nuovamente in piano in un rigoglioso bosco. 

Si supera un piccolo rio e, dopo un tratto fangoso, se ne raggiunge un secondo, proveniente dal Vallon des Fraches (1290 m): lasciata a sinistra una quasi inavvertibile traccia nel bosco, che sale a raggiungere le sperdute ed abbandonate Granges les Fraches al centro dell’omonimo vallone, si supera il rio su pietre (a destra si possono ancora notare i pochi resti dell’antico ponticello in legno) e si continua sulla bella mulattiera, che riprende a salire con gran numero di serpentine lungo un costone ricoperto da uno splendido lariceto. Guadagnata quota, la mulattiera traversa verso destra, in direzione dell’ormai visibile ampia depressione boscosa del Passo di Collardènte; aggirato un grande larice abbattuto, che ostruisce il sentiero e che obbliga ad una breve ma erta deviazione, si lascia a sinistra ancora una vecchia mulattiera inerbita (nei pressi palina segnaletica) e, con un ultimo lungo traversone in una fitta e pittoresca abetaia, si esce sul crinale all’altezza del Passo di Collardente (1599 m, paline, h 2,00 da Notre Dame des Fontaines): qui si incontra la rotabile ex-militare che collegava le postazioni di Colla Melosa e di Cima di Marta con il Passo di Tanarello. 

Si segue la rotabile verso sinistra (nord), tagliando praticamente in piano il versante sud-ovest del Monte Saccarello, di cui è ben visibile il chiaro cippo sulla vetta. Dopo un paio di secchi tornanti (possibile ripida scorciatoia nel bosco sulla destra), quando la carrareccia si allunga nuovamente in piano fra i larici, la si abbandona (paline, segnavia AV dell’Alta Via dei Monti Liguri e tacche gialle) per seguire a destra una mulattiera erbosa che sale con pendenza moderata, mantenendosi pressoché parallela alla strada. Quasi subito però si abbandona anche questa, per seguire i segnavia che guidano su un sentiero, ancora a destra, che prende a risalire ripido il pendio fra erba e macchie di larici

Il sentiero traversa in salita il fianco Ovest del Monte Saccarello poi, raggiunto un impluvio, inizia a guadagnare quota con una serie di ampie ripide serpentine sull’erto pendio erboso alla testata del Vallon des Fraches (in basso, in una radura nel bosco, si avvistano i ruderi delle Granges les Fraches). Molto più in alto, ormai quasi a ridosso delle roccette che sorreggono la cresta sommitale, il sentierino effettua un lungo traverso ascendente verso sinistra, aggira ancora una barra rocciosa strapiombante (piccola barma) e, superato un colletto, si porta sui ripidissimi pendii del versante Nord-Ovest, dove è possibile incontrare pericolose lingue di neve fino a stagione inoltrata.

N.B.: in presenza di scivoli di neve dura, è possibile aggirare l’ostacolo risalendo direttamente il filo del costone incombente sul colletto che, per erba e roccette (EE), conduce sulla cresta sommitale, a poca distanza dalla vetta.

Con un paio di tornanti ed un ultimo traversone, il sentierino esce sullo spartiacque presso la poco marcata selletta erbosa chiamata Passo del Saccarello (2145 m, h 1,15 dal Passo di Collardente, paline), dalla quale si apre la vista sulla testata della Valle Tanaro, con le principali vette delle Alpi Liguri emergenti dietro la costiera Monte Bertrand – Cima Missun. 

Non rimane ora che seguire verso destra l’ampia mulattiera che risale lo spartiacque erboso poco ripido fino ad intercettare la rotabile ex-militare che percorre tutto il crinale. La si segue in leggera salita per poi abbandonarla quasi subito e seguire una traccia a destra che, fra dossi erbosi e cespugli di rododendri, conduce in breve alla vetta del Monte Saccarello (2200 m, h 0,10 dal Passo del Saccarello). Sulla vetta si trova un grande cippo a memoria di un gruppo di alpini, periti sotto una valanga; sulla spianata a sud della cima sono invece ancora visibili i resti di bunker e baraccamenti militari risalenti agli anni ’40 del secolo scorso. Sulla cresta Est, a circa 500 m dalla vetta, è stata eretta nel 1901 una grande statua in bronzo (alta ben 14 metri!) dedicata al Redentore. La cima domina a Sud, da altissimi appicchi, la testata della ligure Valle Argentina, dove sono visibili gli abitati di Verdeggia e Realdo. Nelle giornate più limpide, oltre il nastro blu del Mar Ligure, è possibile ammirare il profilo della Corsica. Verso Nord invece meno inclinati pendii erbosi, intensamente sfruttati dagli impianti sciistici, scendono verso la testata della Val Tanarello, dove appaiono gli abitati di Piaggia e di Monesi. Oltre la costiera Bertrand – Missun appare il massiccio del Marguareis, mentre il più modesto contrafforte delle cime di Cantalupo e di Piano Cavallo non riesce a nascondere le possenti moli del complesso Saline-Pian Ballaur e la rocciosa sagoma del Mongioie. Verso ovest, infine, si avvista l’abitato di La Brìgue e tutti i valloni che si diramano verso lo spartiacque: sullo sfondo la Rocca dell'Abisso e le cime più importanti delle Marittime meridionali. 

Ritornati al Passo del Saccarello, si prosegue lungo l’ampia mulattiera erbosa che taglia, sul meno ripido versante italiano, i pendii discendenti dalla cresta sommitale. In moderata discesa la mulattiera aggira una modesta elevazione erbosa e si porta sull’ampia sella del Passo Basera (2041 m), dove si innesta sulla rotabile ex-militare di costiera. Si attraversa tutta l’insellatura lungo la rotabile poi, quando questa si abbassa leggermente nuovamente sul lato italiano, la si abbandona per seguire a sinistra una mulattiera (palina, tacche gialle) che risale con un traversone il pendio erboso discendente dal Monte Tanarello. In moderata salita il sentiero transita poco sotto la vetta del Monte Tanarello (2094 m, raggiungibile con brevissima deviazione fra i prati), poi prosegue presso lo spartiacque con andamento quasi pianeggiante. Superato il tracciato di un elettrodotto, si scende dolcemente per vasti prati fino ad incrociare nuovamente la rotabile ex-militare presso i baraccamenti diruti posti sul Passo del Tanarello (2045 m, h 0,45 dal Monte Saccarello, numerose paline). 

Si scende ad Ovest, ritornando nuovamente in territorio francese, seguendo la rotabile ex-militare che, con due ampi tornanti (scorciatoie) perde quota, per poi allungarsi verso sinistra, in direzione del Passo di Collardente. Presso un paletto senza alcuna indicazione, la si abbandona e si segue a destra una mulattiera che taglia in discesa i ripidissimi pendii erbosi alla testata del Vallon de Cravirola. La mulattiera è già ben visibile dal Passo del Tanarello: questa si stacca dalla rotabile mentre traversa praticamente pianeggiante verso sinistra, e dopo una lunga diagonale entra nel lariceto con una serie di strette serpentine. L’assenza di evidenti indicazioni rende un po’ incerta l’individuazione dello stacco della mulattiera in caso di scarsa visibilità: comunque, in questo primo tratto la mulattiera, segnalata con tacche gialle, risulta ancora in buone condizioni, e si segue senza difficoltà. Con alcuni tornanti poi entra nel bosco di larici, e via via il cammino comincia ad essere infastidito dalla vegetazione, che a tratti invade il tracciato rendendolo incerto. 

Con infinita serie di tornanti la mulattiera perde quota sulla sinistra idrografica dell’incassato vallone: man mano che si scende, il procedere diventa sempre più faticoso, in quanto una gran quantità di alberi caduti ed alcuni discreti smottamenti hanno reso per diversi tratti quasi impraticabile la sede dell’antica mulattiera. Con un po’ di pazienza comunque si ritrova sempre il tracciato, cercando anche di non perdere di vista per troppo tempo i segni gialli. Avvicinato una prima volta, senza raggiungerlo, il fondo del vallone, la mulattiera traversa ancora per un tratto, per poi perdere ancora quota con una nuova serie di tornanti: si giunge così nuovamente sul fondo del solco, a valle di una bastionata rocciosa da dove scende una filiforme cascatella. A questo punto si attraversa il rio (piccole pozze) e si passa sulla destra idrografica: da qui in poi il tracciato migliora decisamente, e non c’è più pericolo di perdersi. 

Si prosegue quasi in piano tagliando un assolato pendio, poi si supera un tratto fangoso (sorgenti interrate), quindi si scende lungo un costone alberato con alcuni tornanti. Si prosegue ancora in discesa sul fianco del vallone, si passa poco sotto alcune grange adagiate su un pendio a solatio e, dopo un lungo tratto ancora in traverso tagliando alcuni impluvi, si scende decisamente ai margini del bosco, presso un ampio pendio prativo terrazzato. 

Si raggiungono così le poche case della borgata Cravirola, fra le quali sorprende un po’ vedere un’insegna che indica “camping”: in realtà, all’apparenza tutto sembra abbandonato e in rovina. Più in basso si incontrano altre case isolate, alcune dirute, altre ristrutturate: lasciata a destra una diramazione (paline) per la Bergerie du Coro e Morignòle, si prosegue a scendere e, guadato un rio e lasciata ancora una carrareccia inerbita sulla destra, si raggiungono le poche case di Béns (1084 m, h 1,35 dal Passo del Tanarello). 

A valle dell’abitato si incontra la rotabile asfaltata che percorre la parte bassa del vallone: seguendola, in circa 3 km si ritorna al piazzale di fronte a Notre Dame des Fontaines (h 0,40).

 

TEMPO TOTALE

h 6,30 circa

DISLIVELLO

1400 m circa 

DIFFICOLTA’

E allenatissimi (EE la discesa nel Vallon de Cravirola)

ULTIMO SOPRALLUOGO

21 ottobre 2010

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - luglio e settembre - ottobre

COMMENTI

Bellissimo anello, molto panoramico e di ampio respiro, che permette l’esplorazione dell’erboso crinale che dal Saccarello sale verso nord, in direzione del Marguareis. Certamente consigliabile, ancorchè un po’ più lungo e faticoso, rispetto alla desolante salita da Monesi, in quanto il versante italiano risulta assai deturpato dagli impianti di risalita. Consigliato specie nelle stagioni fresche, quando l’aria tersa consente panorami sconfinati.