Anello di Balestrino

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 20

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 58 

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

IL BORGO ABBANDONATO DI BALESTRINO DOMINATO DAL SEVERO CASTELLO

UN SEGNAVIA DEL “SENTIERO DELLE TERRE ALTE”

IL CUPOLONE DEL MONTE RAVINÈT E LE PARETI ROCCIOSE DI SAN PIETRO AI MONTI DAI PRESSI DEL BOCCHINO DEL PRAË

SCENDENDO DAL POGGIO BALESTRINO VERSO LA PIANA DI LOANO E BORGHETTO SANTO SPIRITO

LA CARATTERISTICA “CASELLA” SUI PRATI DI GRÖA

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Borghetto Santo Spirito (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si raggiunge Toirano. Dalla fine del paese si abbandona la S.P. 60 diretta al Giogo di Toirano per seguire a sinistra Via per Balestrino: dopo poche decine di metri si parcheggia a sinistra, in Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto (4 km circa dall’uscita di Borghetto Santo Spirito).

 

ITINERARIO

Dal parcheggio (50 m) si procede lungo Via per Balestrino: in pochi metri ci si immette sulla S.P. 34 diretta a Balestrino. Si prosegue lungo la Provinciale per qualche centinaio di metri, poi si prende a sinistra Via Cavour (da qui cominciano i segnavia TA del “Sentiero delle Terre Alte”). Si scende brevemente, quindi si percorre la via principale della Borgata Barescione (72 m), che si snoda stretta e rettilinea fra due file di antiche e caratteristiche case. Numerosi vicoletti, ripidi ed in parte coperti, si diramano verso destra, sfociando sulla poco distante Provinciale. Superata la piccola piazzetta antistante l’Oratorio di San Rocco, si prosegue lungo lo stretto “caruggio”: sotto un’ampia volta si trova una bella fontana-abbeveratoio, dove è possibile approvvigionarsi d’acqua. Al termine della borgata si prosegue in leggera salita, quindi si svolta a sinistra seguendo Via Rio della Fine. Divenuta sterrata, la stradina serpeggia fra campi, vigne ed uliveti ben tenuti fino in località Pezzin. Di qui si prosegue, sempre lungo la sterrata (segnavia TA), di fianco al Rio del Ponte, che scorre in questo tratto in una sorta di gola rocciosa assai pittoresca. Lasciato a sinistra un antico ponte (cancello) che conduce ai ruderi del Mulino di Cantarana, una breve salita consente di raggiungere un bivio (h 0,30): sempre orientati dagli ottimi segnavia, si segue il ramo di sinistra, che supera a guado il rio e sale poi con pendenza moderata ma costante nell’ontaneto.

Si supera una casa di recente ristrutturazione (azienda agricola), quindi si continua fra terrazze coltivate e uliveti. In alto, dominante, svetta il severo Castello di Balestrino, circondato dalla dirute case del borgo abbandonato. La stradetta si restringe a sentiero e si fa più ripida, tagliando a mezza costa nel fitto bosco: attraversata la Valletta di Roncolongo, si nota a monte del sentiero una zona disboscata che ha portato alla luce un antico sito di cava con una vecchia fornace da calce, oggi completamente allagata. Proseguendo lungo il sentiero, in salita molto dolce e mai faticosa, si raggiunge la successiva Valletta di Avenè: il guado dell’omonimo rio, fra rado bosco, mostra gli evidenti segni della predilezione dei cinghiali per questo luogo. Oltre il rio un breve tratto più ripido consente di raggiungere un terrazzo roccioso, da dove si gode di splendida vista sul sovrastante Castello di Balestrino e, più in basso, sulle Tane della Bösa, un grandioso anfratto naturale scavato nella roccia rossastra sull’altro lato della valle. Proseguendo lungo il tracciato, si lascia a sinistra un evidente sentiero che sale ripido nel bosco, diretto al Santuario di Nostra Signora della Riconciliazione e della Pace al Poggio Grande, quindi con un paio di tornanti si scende ad attraversare il Rio del Ponte sull’antico e pittoresco Ponte dell’Utra (184 m, h 0,30 dal bivio presso il guado).

Oltre il ponte la mulattiera sale ripida con numerosi tornanti nel bosco: superato un imponente castagno ormai secco, ci si immette in una stradetta sterrata fra ben tenute terrazze coltivate ad uliveto. Presso un incrocio di stradine, si abbandonano i tracciati stradali per proseguire dritti, lungo il pendio, sul tracciato della vecchia mulattiera (alcuni preziosi segnavia TA indicano il percorso). Serpeggiando fra antiche fasce ed uliveti, ci si inserisce in una stradetta sterrata in corrispondenza di una scalinata in legno che sale nel bosco: trascurata la scalinata, si segue la stradina verso destra che, aggirato un dosso, diventa cementata. Salendo con varie svolte nel bosco, si superano alcune case ed una azienda floricola all’apparenza abbandonata e ci si immette su una stradina asfaltata che sale in breve al cimitero di Balestrino (nei pressi sorge la piccola chiesa medioevale di San Giorgio). Proseguendo lungo la strada asfaltata, si effettuano sei tornanti: si risale quindi l’ampia scalinata che conduce sul sagrato della Parrocchiale di Sant’Andrea, sovrastante la borgata Poggio di Balestrino (370 m circa, h 0,40 dal Ponte dell’Utra).

La chiesa, di evidente foggia moderna, risale agli anni 1956-1960, periodo in cui il vecchio borgo di Balestrino, addossato alle falde del castello dei Del Carretto, venne definitivamente abbandonato dagli abitanti a causa dei cedimenti statici degli edifici, ivi compresa la vecchia chiesa parrocchiale. Al suo interno sono conservate diverse opere d’arte provenienti dalla vecchia parrocchiale, come l’altare maggiore, il pulpito marmoreo e alcune preziose tele.

Dal sagrato della chiesa si scende in poche decine di metri a raggiungere la Strada Provinciale 34, che va seguita verso destra in moderata discesa: da questo tratto di possono osservare numerosi pittoreschi scorci sulla massiccia struttura del castello dei Del Carretto e delle dirute case del borgo ai suoi piedi. Si raggiunge in breve Piazza della Vittoria (h 0,10 dalla chiesa), su cui si affaccia il tardosettecentesco Oratorio di San Rocco e, oltre la Provinciale, il ristrutturato complesso delle Stalle del Marchese, oggi adibito a complesso polifunzionale. Volendo, è possibile seguire brevemente a destra Via al Castello fino all’ingresso dell’edificio (privato e quindi non visitabile): di qui si ha una ampia veduta dall’alto del vecchio borgo, ormai completamente diruto e pericolante e per questo di accesso interdetto.

La storia del graduale abbandono dell’abitato inizia intorno al 1850, quando una serie di sismi sconvolgono la zona, minando la stabilità di alcuni edifici. A seguito di questo movimenti tellurici, negli anni a seguire si moltiplicano i fenomeni franosi interessanti i terreni su cui poggia il paese, provocando ulteriori cedimenti e la comparsa di allarmanti crepe in quasi tutti gli edifici. Il corpo d’opera anteriore della Parrocchiale di Sant’Andrea viene già “accorciato” in quegli anni, per evidenti problemi statici, ma la situazione peggiora sempre più finchè negli anni ’50 del Novecento il Comune decide di ricostruire il borgo ex-novo in zona più sicura. Le antiche case vengono abbandonate, e in parte spogliate dei materiali riutilizzabili nelle nuove costruzioni. A partire dal 2013, con ordinanza comunale, l’accesso al vecchio borgo è interdetto a chiunque per il rischio di crolli. A partire dal 2015 è partito un progetto di restauro e riqualificazione dell’antico borgo che dovrebbe permetterne nuovamente la fruibilità turistica.

Ritornati in Piazza della Vittoria, si attraversa la Provinciale e, seguendo i segnavia TA, si imbocca Via Carpe: questa sale a zig-zag di fianco ai lavatoi pubblici, fra case private. Superate le ultime abitazioni in località Canà (un ponte che supera il rio verso destra va trascurato), si prosegue di fianco al Rio di Carpe. Con ripida la salita e numerose svolte la mulattiera guadagna quota nel bosco misto, quindi traversa con decisione a destra: il terreno, e di conseguenza la vegetazione, mutano improvvisamente, ritornando evidente la natura calcarea della matrice geologica. Il bosco lascia quindi spazio ai cespugli e alla magra erba, e gli affioramenti rocciosi si fanno evidenti in corrispondenza dell’antica cava delle Ligge, una bassa fascia rocciosa utilizzata per l’estrazione del minerale di calcio. Il sentiero sale ripido fra i minuti detriti di cava, quindi effettua un ampio zig-zag fra i dossi erbosi del Praë e, rientrato in un boschetto, si immette su una carrareccia che sale in breve alla depressione boscosa del Bocchino del Praë (440 m, h 0,20 dal Castello di Balestrino), sullo spartiacque con la Val Varatella. Qui si incontra il percorso denominato “Circuito di Balestrino”, proveniente dal Santuario di Nostra Signora della Riconciliazione e della Pace al Poggio Grande e diretto a Carpe, in Val Varatella.

Trascurato questo tracciato, si prosegue lungo i segnavia TA che risalgono a destra un breve pendio fin sull’erboso spartiacque. Si segue il crinale, scendendo in breve ad intercettare una stradina tagliafuoco: la si segue sempre lungo il crinale, fra pini e tratti erbosi, fino a quando i segnavia indicano di abbandonarla per seguire un sentierino che si inerpica a sinistra, proprio sul filo del boscoso crinale. Salendo tra erba, roccette e radi alberi si giunge sulla sommità dell’altura, denominata Crocetta del Praë (564 m, h 0,15 dal Bocchino del Praë, croce metallica e targa in marmo con riferimento alla “Croce du Burgu”). Bel panorama dall’alto sul castello e sul borgo di Balestrino, sui monti sull’altro versante della valle (Poggio Grande, Monte Acuto) e su Borghetto Santo Spirito e il mare. Dalla parte opposta, oltre minori elevazioni boscose, svetta il massiccio Monte Galéro, mentre più vicina domina la Rocca Barbèna.

Si scende sull’altro versante per un sentierino nella pineta fin nei pressi di una sella, dove si sfiora la stradina tagliafuoco abbandonata in precedenza: senza raggiungerla, si devia ancora a sinistra rimontando lo spartiacque erboso, da dove si apre gradatamente la vista anche sulla zona di San Pietro ai Monti. Scendendo lungo un tratto erboso, ci si immette nuovamente sulla stradina, che si percorre per un tratto in moderato saliscendi. Subito a valle della stradina si aprono alcune fosse rettangolari rinforzate da muretti a secco: alcuni fanno risalire questi manufatti all’esercito austro-piemontese, qui acquartierato durante la Battaglia di Loano (autunno 1795), di certo essi sono all’origine del toponimo del luogo (Ciàn de Cabanne). Con una brevissima risalita si giunge sulla alberata sommità del Poggio Balestrino (564 m, h 0,15 dalla Crocetta del Praë), elevazione poco individualizzata che chiude la cresta del versante sinistro idrografico della Valle di Balestrino.

Poco oltre si abbandona nuovamente la stradina per seguire un sentiero a sinistra (segnavia) che aggira un cocuzzolo e scende poi per un ripido pendio erboso ai Prati di Gröa, ampio tavolato pascolivo sorretto da basse paretine rocciose: qui si incrocia nuovamente la stradetta. Lasciata a sinistra, poco sotto la carrareccia, un’antica casella, si prosegue dritti verso Est fino ad un più piccolo ripiano erboso (zona di lancio dei parapendii). Proseguendo verso oriente, si inizia a scendere aggirando sulla sinistra le modeste falesie che sorreggono il ripiano di Gröa: il sentiero, in questo tratto ripido e ghiaioso, perde quota velocemente nel rado bosco, poi traversa con decisione verso destra, sfiorando diverse modeste strutture rocciose. Raggiunta una zona priva di vegetazione arborea, nei pressi di un piccolo spuntone roccioso, il tracciato svolta con decisione verso sinistra e scende nuovamente nel bosco. Fiancheggiato da un basso muretto di pietre a secco, si risale leggermente, poi si continua in piano alla base di una piccola bastionata rocciosa fin nei pressi del Riparo di Merona (h 0,30 dal Poggio Balestrino), un ampio anfratto sotto uno strapiombante muro quarzitico. Sulle sue pareti sono state tracciate alcune brevi vie di arrampicata.

Dal riparo il sentiero scende ripido nel bosco, sfiorando la sommità della dismessa Cava Martinetto (cartelli di pericolo, attenzione a non avvicinarsi al ciglio del salto!): deviando con decisione a destra, si continua a scendere, dapprima nel bosco, poi in una curiosa piccola gola rocciosa. Al termine della gola, quando la mulattiera si allunga pianeggiante a destra, si scende a sinistra lungo una traccia terrosa che, con alcune svolte, confluisce in Via Poggio, in parte asfaltata. Si segue questa via che scende con moderate pendenze fra uliveti ben curati. Una breve risalita porta quasi ad incrociare la Provinciale per Balestrino: poco prima di raggiungerla si devia a sinistra, seguendo una stradina in ripida discesa che attraversa prima begli uliveti e poi una zona via via più urbanizzata. Raggiunto un bivio, si può proseguire dritti in discesa fin nel centro storico di Toirano oppure seguire la diramazione pianeggiante di destra che, con ampio giro fra nuove villette, scende poi ad intercettare la Provinciale in corrispondenza della borgata Barescione. In un modo o nell’altro, nuovamente al parcheggio (h 0,30 dal Riparo di Merona).

 

TEMPO TOTALE

h 3,45 circa

DISLIVELLO

550 m circa 

DIFFICOLTA’

E  

ULTIMO SOPRALLUOGO

10 gennaio 2016

PERIODO CONSIGLIATO

dall'autunno alla primavera

COMMENTI

Facile itinerario, poco faticoso, che costituisce una tappa a sé stante del lungo “Sentiero delle Terre Alte”. Un tempo il sentiero, il cui punto di arrivo è Spotorno, partiva proprio da Toirano, e quindi questa era la prima tappa, mentre oggi la partenza del tracciato è stata portata ad Andora, e questa è diventata la nona tappa. Molto ben segnalato, si svolge sempre su sentieri piuttosto evidenti e mai troppo ripidi. Molto interessante la visita al borgo di Balestrino. Belle vedute specie lungo la seconda parte del percorso.