Anello della Boària

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 16

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 39

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

LA PRIMA PARTE DEL PERCORSO, DA LIMONETTO AL COLLETTO CAMPANIN, DAI PRESSI DELLA CIMA LA MOTTA (BRIC COSTA ROSSA)

IL BRIC BARAL ED IL BEC MATLAS DA POCO SOPRA LIMONETTO

IL FORTE COLLE ALTO DALLA SELLA ERBOSA DEL COL CANÈLLE

IL BRIC ED IL COLLETTO CAMPANIN, CON I TORNANTI DELLA ROTABILE EX-MILITARE, DAI PRESSI DEL COL VALÈTTE

DAL COLLE DELLA PERLA VERSO LA TESTATA DEL VALLON DE RÉFRÈI

BARACCAMENTI EX-MILITARI AL COLLE DELLA BOARIA

DAI PRESSI DELLA CIMA DEI CUNI VERSO IL COLLE DELLA PERLA E LA CIMA DEL BECCO

DALLA SPALLA ERBOSA CON RUDERI DI CASERMETTA A NORD DELLA CIMA DI PEPINO VERSO LA QUOTA 2206

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo, risalendo poi la Valle Vermenagna fino a Limone Piemonte (1010 m, 52 km da Mondovì), da dove si sale verso l'ingresso del traforo stradale del Colle di Tenda. Poco prima di raggiungerlo, si prende a destra una diramazione che, con alcuni tornanti, sale fino al piccolo villaggio di Limonetto (1294 m, 6 km da Limone Piemonte), dove si parcheggia presso lo stacco di una carrareccia sterrata a sinistra (indicazioni per il Colle di Tenda).

 

ITINERARIO

La carrareccia transita fra alcune belle casette e poi sul retro di alcuni condomini quindi, divenuta mulattiera, entra definitivamente del bosco. Con moderata salita si traversa alti sul costone a monte dell’abitato, con begli scorci sulla Rocca dell’Abisso. Tagliato il tracciato di una sciovia, con due tornanti la mulattiera guadagna quota fra gli alberi: l’ottimo fondo erboso consente di procedere senza fatica. Tagliata anche una successiva pista da sci, il sentiero esce su una spalla erbosa, affacciandosi sul pascolivo Vallone di San Lorenzo

Proseguendo in piano per breve tratto fra alte erbe (traccia incerta) si raggiunge una larga carrareccia, che va seguita verso destra. La carrareccia si porta presso il dosso erboso sul quale sorge il Rifugio Arrucador (1505 m, servizio di alberghetto): senza raggiungere il rifugio, si abbandona la carrareccia presso un cancello in legno e si prende a sinistra una vaga traccia fra i prati (segni bianco-rossi della GTA, ma le tracce sono veramente quasi inavvertibili) che si mantiene sulla destra idrografica del vallone: per successivi ripiani erbosi, sempre badando a non perdere di vista per troppo tempo i segnavia, si prosegue in moderata salita fino a quando il vallone si impenna deciso verso la visibile soprastante ampia insellatura del Colle di Tenda. A questo punto si ritrovano, meglio conservate, le tracce dell’antica “via romana” che raggiungeva il colle, costruita in epoca augustea. Con diversi tornanti sul pendio a sinistra, in parte invasi dalla vegetazione e rovinati dal ruscellamento, la larga mulattiera guadagna velocemente quota e, superati due successivi abbeveratoi, si porta fino a pochi metri al di sotto della carrozzabile sterrata che raggiunge il colle. Traversando tutto a destra, rimanendo parallela alla sovrastante carrozzabile, la mulattiera la raggiunge infine presso l’insellatura del Colle di Tenda (1871 m, h 1,30 da Limonetto, paline). 

Lasciata a destra la carrareccia diretta al Forte Giaura (vedi itinerario Rocca dell’Abisso), si segue la carrozzabile per breve tratto in discesa a sinistra, quindi si prende a destra una diramazione sterrata che sale in pochi minuti all’ingresso della grande caserma ex-militare che ospitava il contingente a presidio del valico, situata poco sotto il Forte Colle Alto. Da qui si può attraversare il lungo cortile della caserma e, usciti dalla parte opposta, proseguire su un’ampia carrareccia che si va ad innestare, presso un’ampia sella, sulla rotabile ex-militare diramantesi dalla strada che sale da Quota 1400 al Colle di Tenda in corrispondenza della quota 1808; oppure, volendo, si può anche salire con un paio di tornanti al piazzale antistante il forte e poi scendere per una ripida stradetta alla successiva insellatura, dove si ritrova la rotabile ex-militare. 

Da qui, tagliando dapprima in leggera salita un pendio cespuglioso e poi traversando in piano alla base di una parete rocciosa con ricoveri ex-militari scavati, si raggiunge una nuova sella erbosa detta Col Canèlle (1874 m, h 0,20 dal Colle di Tenda), dove si incontra un crocevia di strade e sentieri: si trascura la carrareccia che a destra taglia in piano diretta al Fort Tabòurde e anche la mulattiera (segnavia della GTA) che rimonta il crinale sulla linea del colle, e si continua lungo l’ampia rotabile ex-militare, rimanendo sul versante Vermenagna. Tagliando pressoché in piano le falde della Cima Becco Rosso (2214 m), la rotabile supera un ponticello e si porta presso uno sperone erboso dominante il Vallone Cabanaira, dove si trova la stazione di arrivo dell’omonima seggiovia: poco più in basso sorge la Capanna Nicolin , che offre servizio di ristoro. Da questo punto, con alcuni ampi tornanti, la rotabile ex-militare risale un pendio erboso e raggiunge l’insellatura del Colletto Campanin (2142 m, h 1,00 dal Col Canèlle), posta ai piedi dell’ardito Bric Campanin (2256 m). 

Trascurata una traccia di sentiero sulla destra (che, lungo una valletta erbosa, sale ad intercettare la mulattiera di crinale presso il Col Vallètte), si prosegue lungo la rotabile, che taglia pianeggiante la testata di un ampio avvallamento erboso, dove giacciono alcune pozze, fino ad una successiva poco accentuata sella, da dove un traversone in lieve discesa consente di raggiungere l’ampia conca erbosa che ospita il pittoresco Lago della Perla (1927 m), presso le cui sponde sorge il Gias della Perla. Senza raggiungere il lago, la rotabile taglia dall’alto la conca con ampio giro e, lasciata a sinistra una diramazione diretta al già citato gias, prosegue a mezzacosta tagliando alcune paretine fratturate fino all’ampia insellatura del Colle della Perla (2083 m, h 1,00 dal Colletto Campanin). 

Trascurate ancora una volta la mulattiera di crinale ed una diramazione sterrata che scende nella Valmàurina verso la visibile omonima vacherie, si rimane sul versante italiano tagliando in leggera salita il roccioso fianco della Cima dei Cuni e traversando poi fino ad uno stretto intaglio fra curiosi spuntoni calcarei. Si scende dall’altra parte alla testata del profondo Vallone della Boaria e, dopo un aereo tornante molto panoramico verso Limone, si prosegue in leggera discesa lungo un tratto roccioso (qui dal fondo molto dissestato) fino alla nuova, ampia insellatura pascoliva del Colle della Boaria (2102 m, h 0,30 dal Colle della Perla): sul versante francese (ruderi di baraccamenti) si distendono magnifici pascoli, in vista della cresta rocciosa del Marguareis e della lunga catena che dal Colle dei Signori, attraverso la Cima di Pertegà e la Cima di Velega, si salda al Monte Bertrand. 

Per il ritorno risulta molto piacevole ed interessante seguire l’antica mulattiera di crinale: si tratta di un percorso molto vario e panoramico, che sfrutta la rete delle vecchie strade di arroccamento che univano i baraccamenti militari sullo spartiacque. Dal Colle della Boaria si segue l’evidente sentiero (paline e segnavia bianco-rossi della GTA) che sale in diagonale sul lato francese, tagliando in diagonale ascendente le pendici della Cima dei Cuni (2252 m). Con belle vedute sulla testata del Vallon de Réfrèi, il sentiero sale fino a doppiare un costone erboso ai piedi delle paretine terminali della Cima dei Cuni (2200 m circa), poi divalla dall’altra parte con numerosi tornanti fra i prati fino al lungo baraccamento militare in rovina che precede di pochi metri l’insellatura del Colle della Perla (2083 m, h 0,30 dal Colle della Boaria). 

Trascurate le carrarecce sia sul versante francese che italiano, si prosegue nuovamente sul crinale seguendo un sentierino (sempre paline e segnavia bianco-rossi) che rimonta con alcuni tornanti la cresta nord-est della Cima del Becco (2300 m). Superato un boschetto, il sentiero raggiunge un poggio roccioso (versante di Réfrèi), da dove prosegue in piano tagliando tutto il fianco della cima, fra bellissimi pascoli fioriti. Si raggiunge così un colletto erboso (2194 m), da dove si apre la vista verso nord sulla testata del Vallone della Perla. Proseguendo lungo il crinale, leggermente sul lato francese, con percorso pianeggiante si tocca un altro più ampio colle erboso: trascurata la diramazione di sinistra, che taglia i fianchi della Cime de Pepin e raggiunge il ben visibile Fort Pepin, proteso sull’alta Valle Roya, ed anche una traccia che rimonta direttamente il crinale e che raggiunge in un quarto d’ora la Cime de Pepin (2344 m), si prosegue sull’ampia mulattiera che taglia a destra, stavolta sul versante italiano, in leggera salita fino ad una spalla erbosa dove sorgono i ruderi di una casermetta. Qui si incontra la rotabile ex-militare che unisce i forti Pepin e Tabòurde: la si segue verso destra, mentre perde quota con alcuni tornanti in un verde avvallamento, fino ad una insellatura erbosa chiamata Col Vallètte (2190 m circa). Qui giunge da destra il sentierino che sale dal Colletto Campanin, e che consente quindi un veloce collegamento con la rotabile ex-militare percorsa all’andata. 

Seguendo una traccia che sale lungo il crinale, si può raggiungere velocemente (5 minuti) l’ometto e la grande croce posti sulla Quota 2206, da dove la vista si apre su tutta la cerchia delle Alpi e sulla pianura. Curiosamente, sulla croce è presente la scritta “Cima Becco Rosso”, che però è in realtà nettamente più a ovest, e più elevata di almeno una decina di metri. Proseguendo lungo la rotabile, qui ormai ridotta a larga mulattiera, si taglia in piano l’ampia conca erbosa poi, proprio poco sotto la sommità della Cima Becco Rosso, si abbandona la rotabile per seguire una traccia a destra in discesa (freccia rossa su un cippo di confine). Con un tratto fra fastidiosi arbusti, la traccia si porta sul ciglio di alcuni dirupi e, sfruttando una comoda cengia in lieve discesa, ritorna sul crinale erboso, qui piuttosto affilato. Seguendo indifferentemente due tracce parallele, una che si mantiene sul versante italiano e l’altra su quello francese, si scende ora molto ripidamente per fastidiose ghiaie e poi per erto terreno erboso fino alla sella del Col Canèlle (1874 m, h 1,30 dal Colle della Perla), dove si incontra la rotabile ex-militare proveniente dal Colletto Campanin. 

Da qui, seguendo a ritroso il percorso dell’andata, si ritorna a Limonetto in h 1,45.

 

TEMPO TOTALE

h 8,00 circa

DISLIVELLO

1200 m circa con i vari saliscendi

DIFFICOLTA’

E allenati

ULTIMO SOPRALLUOGO

7 agosto 2010

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Lungo percorso di crinale al limite occidentale delle Alpi Liguri. Panorami molto ampi, sia sulla pianura che sulla cerchia delle Alpi. Un po’ faticoso per via dei molti saliscendi, soprattutto lungo la mulattiera di crinale. Il percorso della rotabile ex-militare, ancorchè comodo, può essere infastidito dal “polveroso” traffico veicolare, piuttosto intenso nei bei fine settimana estivi (N.B.: mi risulta che, ultimamente, l'accesso agli autoveicoli sia stato giustamente regolamentato: informarsi!).