Alle Cascate dell'Arroscia

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 19

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 68 

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

L’ABITATO DI MENDATICA DAI PRESSI DELLA CHIESETTA DI SANTA MARGHERITA

LA CHIESETTA DI SANTA MARGHERITA PRIMA DELL’INIZIO DEI LAVORI DI RESTAURO (FEBBRAIO 2011)

L’IMPONENTE SALTO MEDIANO DELLE CASCATE DELL’ARROSCIA

IL SALTO MEDIANO DELLE CASCATE COMPLETAMENTE GHIACCIATO AD INIZIO FEBBRAIO 2012

 

PUNTO DI PARTENZA

a)  Da Albenga (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si seguono le indicazioni per Pieve di Teco, imboccando l’ampia Valle Arroscia. Superato il suddetto paese, in località Acquetico si imbocca a sinistra una diramazione che scende sul fondovalle e, lasciato a sinistra il bivio per Montegrosso Pian Latte, sale con ampi tornanti all’antico borgo di Mendatica (782 m, 58 km da Albenga);

NOTA: a maggio 2020 la strada su descritta risulta interrotta per frana subito a monte del bivio per Montegrosso; finché non verrà ripristinata, da Acquetico è necessario proseguire in direzione Colle di Nava fino alla borgata Case Rosse, da qui seguire il bivio a sinistra per Cosio d’Arroscia e, infine, scendere nella parte alta di Mendatica (63 km da Albenga in quest’ultimo caso).

 

b)  Da Ceva (uscita della A6 Torino-Savona) si risale la Val Tanaro superando Bagnasco, Garessio e Ormea. Raggiunto l'abitato di Ponte di Nava, si svolta a sinistra raggiungendo in breve il valico del Colle di Nava (934 m). Con breve discesa sul versante ligure, si prende in località Case Rosse il bivio a destra per Cosio d’Arroscia, scendendo quindi nella parte alta di Mendatica (782 m, 55 km da Ceva).

 

Subito a valle dell’abitato, presso il tornante sottostante il piccolo cimitero, si stacca verso Sud-Ovest una stradicciola asfaltata (paline per Cascate dell’Arroscia e Poilarocca, parcheggio all’interno del tornante).

 

ITINERARIO

Si segue la stradina, ancora asfaltata, che prosegue pianeggiante fra alcune case. Lasciato a destra un primo ripido sentiero che sale nel bosco (palina per Case Pian del Lago), si prosegue pianeggiando ancora alcune decine di metri, quindi si abbandona la stradina che scende a sinistra (diretta a Montegrosso Pian Latte) per imboccare un’ampia carrareccia che si mantiene in quota a destra (palina). Con breve percorso la carrareccia sale alla base del costone erboso su cui sorge la piccola e pittoresca chiesetta di Santa Margherita (805 m circa, h 0,10 dal parcheggio, nel 2020 in fase di ristrutturazione).

La storia di questa chiesa è particolarmente curiosa: si dice che un tempo in questa zona, fra i villaggi di Mendatica e Montegrosso Pian Latte, esistesse un piccolo borgo chiamato, appunto, Il Borghetto. Questo era costituito da numerosi nuclei assai frazionati, tutti in competizione fra loro: volendo ognuno rivendicare la sua importanza rispetto agli altri, ogni nucleo aspirava ad una chiesa edificata nel suo sito. Ma, dice la leggenda, ogni volta che qualcuno iniziava a costruirne una, gli altri durante la notte la sabotavano, rendendo vani tutti gli sforzi. Per porre fine a tutto l’assemblea dei capifamiglia deliberò, nel corso del XV° Secolo, la costruzione di una parrocchiale in posizione baricentrica rispetto ai vari nuclei del Borghetto: con la collaborazione di tutti, venne quindi eretta la chiesa di Santa Margherita, che diventò la parrocchiale. Curiosamente, il Borghetto venne poi completamente distrutto nel 1625, durante una delle tante battaglie fra la Repubblica di Genova ed il Ducato di Savoia per il dominio sui territori dell’alta valle, e l’unica vestigia che ancora ne testimonia l’esistenza è proprio l’antica chiesa, simbolo di concordia ed amicizia. L’interno della chiesetta, assai pittoresco, conserva un ciclo di affreschi opera di Pietro Guido da Ranzo, artista assai attivo in tutta la Valle Arroscia all’inizio del ‘500, dallo stile semplice ma efficace, anche se ancora assai lontano dai canoni rinascimentali all’epoca già in voga nelle grandi città.

La stradicciola aggira a sinistra il cocuzzolo su cui sorge la chiesa, mentre una scalinata in pietra a destra ne raggiunge l’ingresso: da qui un sentierino ritorna in breve nuovamente alla stradina. Lasciato sulla sinistra un palco in legno con panchina che si affaccia panoramicamente sulla valle, la stradina prosegue a mezza costa nel bosco, alternando brevi strappi a lunghi tratti pressoché pianeggianti. Tagliati un paio di piccoli rii, che scendono con pittoresche cascatelle fra lisce placche rocciose, la stradicciola diventa mulattiera: oltre un tratto con vegetazione più bassa, da dove appaiono le spumeggianti cascate, si transita lungo una cengia orizzontale in parte scavata artificialmente, con una staccionata verso valle che rende più sicuro il cammino. Con una brevissima discesa si raggiunge il fondo di una piccola valletta con uno spumeggiante rio, che viene attraversato su un antichissimo ponte in pietra (“Ponte di Grupin” o “di Gropin”, 882 m, h 0,30 da Santa Margherita): subito oltre il ponte si trova un’area di sosta con un tavolo con panche.

La mulattiera prosegue nel bellissimo bosco, inizialmente pianeggiante fra grandi massi ricoperti di muschio, poi iniziando a guadagnare quota con numerosi tornanti in parte rozzamente lastricati. I segni delle recenti alluvioni sono evidenti dalla grande quantità di legname tagliato recentemente, in gran parte ancora sul posto. Risalita una valletta boscosa ai margini di una piccola pietraia, la mulattiera scavalca un piccolo costoncino a sinistra e, con un tratto rettilineo parallelo al rumoreggiante ruscello, si giunge ad un bivio con vecchie paline. Nonostante le indicazioni per le cascate indichino di svoltare a destra, in salita, è consigliabile seguire brevemente il sentierino che prosegue pianeggiante, diretto a Montegrosso Pian Latte: in pochi minuti si giunge così ad un ponticello di legno gettato direttamente sul torrente Arroscia, alla base del salto inferiore delle cascate (890 m, h 0,15 dal Ponte di Grupin). A causa della fitta vegetazione non si indovina l’altezza e l’imponenza del salto d’acqua sovrastante, ma l’ambiente ed i laghetti in mezzo al bosco rendono il posto assai pittoresco e rilassante, meritevole di una visita.

Ritornati in breve al bivio precedente, si imbocca il sentiero che sale ripidissimo lungo il costone boscoso: poco più sopra la pendenza diminuisce un po’, ma si mantiene comunque accentuata mentre, con numerosi tornanti, guadagna quota fra gli alberi: in basso a sinistra si scorgono, a tratti, le placconate da cui precipitano le acque del salto inferiore. In ambiente ombroso e piacevole la mulattiera sale ancora quindi, presso alcuni massi, si biforca (paline): trascurando la prosecuzione della mulattiera, che prosegue a destra in salita verso il borgo abbandonato di Poilarocca, di prende il sentiero di sinistra che raggiunge in pochi passi l’area di sosta (con tavolo e panche) proprio di fronte al salto mediano (e più spettacolare) delle Cascate dell’Arroscia (1043 m, h 0,20 dalla base del salto inferiore).

Si tratta di un imponente risalto d’acqua, leggermente gradinato, alto una trentina di metri e con notevole portata idrica, che dà il meglio di sé nella tarda primavera: le recenti alluvioni hanno accumulato alla base della cascata una notevole quantità di legname e di tronchi di grosse dimensioni, che rendono un po’ difficoltoso avvicinarsi all’acqua. Il quadro d’insieme risulta comunque imponente ed assai spettacolare.

Ritorno per la stessa via in h 0,45.

 

TEMPO TOTALE

h 2,15 circa

DISLIVELLO

400 m circa 

DIFFICOLTA’

E

ULTIMO SOPRALLUOGO

24 maggio 2020

PERIODO CONSIGLIATO

tarda primavera o inizio estate

COMMENTI

Breve percorso in ambiente boschivo molto bello e vario, tutto sommato poco faticoso ed adatto a tutti. Molto, molto spettacolari le cascate, specie con portata d’acqua abbondante. Una “perla” della Liguria da non perdere.