Dal
parcheggio si segue a ritroso la provinciale verso valle, lasciando in
alto a destra il piccolo cimitero. Giunti al primo tornante della
rotabile (paline),
la si abbandona per seguire una
mulattiera che prosegue a destra in leggera discesa nel fitto
bosco. Superata una zona ricca di acque scorrenti in superficie, si
giunge ad un bivio (paline):
trascurato a destra il “Sentiero
Cavallero”, si prosegue a sinistra, prima in piano e poco dopo
iniziando una lenta salita nel bosco
misto di larici e latifoglie. Presso una piccola pietraia si
lascia a destra un rudere addossato ad una roccia, quindi si prosegue
lungo il tracciato di una canalizzazione coperta in cemento proveniente
dalle Sorgenti della Màira, fra prati e massi: bellissima veduta, alle
nostre spalle, sul Gruppo
Castello-Provenzale. Lasciata la canalizzazione, si segue un
sentiero che sale gradualmente nel lariceto, e che si
allarga progressivamente fino ad immettersi in una carrareccia
inerbita (palina). Si segue la carrareccia per breve tratto
in discesa verso sinistra, poi la si abbandona (paline) per riprendere a
seguire a
destra la canalizzazione in cemento, che sale dolcemente fra
gli alberi. Lasciato a destra un sentiero che sale direttamente alle
Sorgenti della Màira (possibile
variante), si prosegue pressoché in piano fino ad una
zona ricca di risorgenze, captate dalla canalizzazione
fin qui seguita. Proseguendo ancora lungo il tracciato della
canalizzazione, si raggiunge la rotabile asfaltata proveniente da Saretto:
seguendola in salita, si effettua un ampio tornante e ci si affaccia
sulla splendida radura delle Sorgenti
della Màira (1652 m, h
0,50 da Chiappera, campeggio, paline). Il luogo è veramente
pittoresco: un piccolo sbarramento artificiale regola il livello di un ceruleo
laghetto, tutto intorno prati
e larici.
Superato
il rio su un ponte in cemento, si prosegue lungo una carrareccia ex
militare che si
inoltra verso sinistra nel bellissimo lariceto. Effettuato un
lungo tornante, si abbandona la carrareccia per seguire un sentiero che
si stacca a sinistra (palina).
Il sentiero inizia
a salire con regolari tornanti nel lariceto, con salita
piacevole e mai troppo ripida. Molto più in alto, oltre un
costone, il
sentiero taglia la testata di un vallonetto, doppiando poi un
nuovo costone boscoso poco a sud della Rocca
Arcieri, entrando così nell’impluvio
dell’aperto Vallone Ciarbonet, che scende sul fondovalle in
corrispondenza delle case di Ponte
Màira. In
leggera discesa, il sentiero taglia ora la sinistra
idrografica dell’avvallamento e sfiora dall’alto un minuscolo
laghetto paludoso. Sempre in discesa nel
fitto lariceto, il sentiero raggiunge un
ameno ripiano erboso sul fondo del Vallone Ciarbonet, dove
sorge un
pilastrino con statua della Madonna (h
1,00 dalle Sorgenti della Màira).
Il
sentiero, lasciata a sinistra una diramazione assai poco evidente che
scende direttamente a Ponte Màira, riprende ora a salire dolcemente con
comodo percorso, con belle
vedute sull’opposto versante della Val Màira, fra macchie
di larici e zone prative. Raggiunta una radura
erbosa alla base delle pietraie del Monte Freid, il sentiero
sale più decisamente per una
serie di dossi boscosi, fra splendidi esemplari di larice.
Trascurata a sinistra una
diramazione che supera il rio su un ponticello, si risale una
valletta in cui il sentiero appare a tratti rovinato da alcuni piccoli
smottamenti e, con un’ultima
serie di brevi tornanti, si raggiunge l’ampia insellatura
del Colle Ciarbonet (2205 m, h
0,45 dal pilastrino). Bel panorama sull’ampio Vallone
di Unerzio e, alle nostre spalle, sulla
testata della Val Màira.
Di qui è
possibile salire ai vicini monti Estelletta e Midia Soprano: una
traccia di sentiero risale i ripidi pascoli a nord-est del
colle (a sinistra), aggira
un paio di elevazioni erbose e raggiunge alcune pozze, spesso
asciutte a fine stagione. Di qui, deviando a sinistra per
breve pendio, si può raggiungere la sommità del Monte
Estelletta (2318 m, h
0,15 dal colle, croce).
Bellissimo panorama sull’alta
valle, sul Vallone
di Unerzio e sulla media
Val Màira. Volendo, dalle
pozze è
possibile proseguire lungo la marcata traccia, giungendo alla
successiva insellatura e, con un’ultima ripida ma breve salita,
toccando la croce sulla vetta del Monte
Midia Soprano (2341 m, h
0,15 dalle pozze), da dove si gode anche di bellissima vista
aerea sulla conca di Acceglio.
Dal
colle si segue ora l’ampia carrareccia ex militare che divalla sul
versante del Vallone di Unerzio:
con un
lungo traversone verso destra, alla base dei macereti del
Monte Freid, la strada perde
quota alla testata del vallone pascolivo, al cui centro giacciono le Grange Colletto (2185 m). Con un primo lunghissimo tornante si
sfiora un’altra
grangia ristrutturata al centro del vallone, quindi
divallando con
altri tornanti lungo la destra idrografica si perde quota
giungendo allo spuntone roccioso a cui sono addossati i ruderi delle Grange
Rosano (2044 m). Si continua a perdere lentamente quota
con lunghi tornanti nell’erboso avvallamento (possibili scorciatoie):
lasciati a sinistra, su un poggio, i ruderi delle Grange Vallone (1993 m), la carrareccia si
affaccia sull’impluvio principale del Vallone di Unerzio.
Con un lungo traversone in discesa verso sinistra si perde decisamente
quota, quindi con un secco tornante si entra nel bosco tagliando in
diagonale la sinistra idrografica del vallone. Oltre una sorgente, si
raggiunge la radura dove sorgono le Grange
Mazzagliera (1855 m): con due stretti tornanti si ritorna
nel bosco, quindi si prosegue nel traversone in discesa che porta ad
intercettare la rotabile sterrata del Vallone di Unerzio presso un
marcato tornante (1812 m, h 1,10 dal Colle Ciarbonet, numerose
paline).
Seguendo
la rotabile in discesa fino al successivo tornante, si sfiora la vecchia
mulattiera che unisce le borgate del vallone a Prato Ciorliero (paline).
Abbandonata
la rotabile, si scende lungo la mulattiera che, con ripida ma
breve discesa, raggiunge una carrareccia sterrata, subito a sinistra
delle poche case di Viviere
(1708 m, h
0,10 da dove si incontra la rotabile), ultima borgata del
vallone. Qui sorge anche il bel Rifugio
di Viviere, molto pittoresco.
Ripresa
la mulattiera, con una nuova breve discesa nel lariceto si raggiungono
le case della borgata Pratorotondo
(1624 m, h
0,10 da Viviere, fontana), sede di alcune colonie estive,
dove sorge anche il Rifugio
Unerzio.
Attraversata
la borgata, con la
bella chiesetta recentemente restaurata dedicata a San
Defendente, si
riprende a scendere nel bosco, inizialmente di fianco al
torrente, poi fra boschi e vecchi campi ormai abbandonati, fino alle
case di Chialvetta
(1475 m, h
0,20 da Pratorotondo, fontane). Chialvetta è la borgata
principale del Vallone di Unerzio, con le antiche case ben ristrutturate
e la
grande chiesa. Qui si trovano l’Osteria
della Gardetta, posto tappa della GTA e
della Via Alpina, e la
“Locanda di Chialvetta”, con servizio di ristorante e albergo.
All’interno della borgata è stato allestito il museo
etnografico "La
Misoun d'en bot" (La casa di una volta), ricavato nei locali di
un vecchio fienile, che contiene una raccolta di oltre 1500 oggetti,
tutti recuperati nel Vallone di Unerzio: attrezzi da fabbro, da
falegname, da boscaiolo sono esposti a pian terreno, mentre oggetti ed
arredi della vita quotidiana si possono osservare al primo piano. Per la
visita bisogna rivolgersi all’Osteria della Gardetta.