Traversata Castelmagno - Marmora

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 11

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI COZIE

SCHEDA N. 17

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

L’ANTICA FACCIATA DEL SANTUARIO DI SAN MAGNO

LO SMERALDINO LAGO RESILE, INCASTONATO FRA I LARICI NEL MEDIO VALLONE DI MARMORA

LO SPLENDIDO VALLONE DI MARMORA, RICCO DI PRATI E BOSCHI

IL BELLISSIMO LAGO RESILE

AFFRESCO IN BORGATA SAN SEBASTIANO DI MARMORA

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Caraglio, da dove si risale la breve Valle Grana. Superato Campomolino (sede del comune di Castelmagno), si prosegue fino al Santuario di San Magno ( 1750 m , 66 km da Mondovì).

Poco sotto la chiesa si parcheggia in un vasto parcheggio.

 

ITINERARIO

Dal santuario si raggiunge il soprastante punto panoramico (palo in legno con frecce segnaletiche), quindi si prosegue fra ondulati pascoli fino ad intercettare la comoda sterrata che si origina dalla strada asfaltata poco oltre la chiesa (segnavia bianco-rossi della GTA). Poco più sopra si giunge al bivio fra i segnavia R6 ed R13: qui si abbandona il ramo di destra della carrareccia (GTA), che sale verso il Passo Crosetta, e si prosegue a sinistra, lungo il tronco che si inserisce, con lungo traversone fra i pascoli, nel verdeggiante Vallone Sibolet (segnavia bianco-rossi). Prendendo quota con alcuni ampi tornanti, la comoda stradina guadagna il poggio erboso dove sorgono le dirute Grange Nollo ( 2008 m ): proseguendo in moderata salita, si giunge alla base di una bastionata erbosa che sembra sbarrare il vallone e, con un ampio tornante, si sale al ripiano erboso del Gias Sibolet ( 2128 m ), ristrutturato ed ancora attivo.

Si prosegue lungo la carrareccia (da qui in poi assai più dissestata) che, alle spalle del gias, supera con un paio di ripidi tornanti la bastionata erbosa e si porta all’inizio della bellissima conca erbosa superiore del Vallone Sibolet (piccola pozza). Si prosegue lungo la comoda carrareccia, a tratti inerbita, che con pendenze moderate risale l’avvallamento verso la testata: con una breve salita si raggiunge un piccolo ripiano erboso con i resti di un gias, dove la carrareccia termina (lapide commemorativa su una roccia poco discosta).

A monte del ripiano si origina un evidente sentiero, sempre marcato da segnavia bianco-rossi, che prende a risalire con pendenze più marcate i dossi erbosi alla testata del vallone: superati alcuni rii, il sentiero raggiunge il filo di un poco accentuato costone erboso, dove presso un bivio sorge un piccolo ometto di pietre con freccia segnavia verso destra e la scritta “TIBERT”.

Si prosegue dunque lungo il ramo di destra (quello di sinistra, che subito scompare fra i prati, è la vecchia traccia che un tempo raggiungeva direttamente il Colle Sibolet), che sale lungo il filo del costone fino ad un ampio ripiano erboso, ormai non molto lontano dal crinale. Seguendo gli evidenti segnavia, si traversa in leggera salita verso destra per poi risalire direttamente l’ultimo breve pendio pascolivo che immette al piccolo altipiano (dove giace anche un minuscolo laghetto) immediatamente sottostante l’intaglio del Colle Intersile ( 2516 m , h 2,00 dal Santuario di San Magno, paline), dove si incontra il tracciato della “Curnis Auta” (il lungo sentiero di crinale che effettua il periplo completo della testata della Val Grana).

Senza superare lo spartiacque, si trascura il tracciato della “Curnis Auta” che, verso destra, sale verso il Monte Tibert e si prosegue verso sinistra, lungo la comoda mulattiera pressoché pianeggiante che taglia in quota la testata del Vallone Sibolet. Con un paio di brevi strappi la mulattiera ritorna sullo spartiacque in corrispondenza dell’ampia insellatura erbosa del Colle Sibolet ( 2555 m , h 0,15 dal Colle Intersile, paline, piccola pozza poco sotto il valico sul versante Maira). 

Qui si abbandona definitivamente il tracciato della “Curnis Auta” (che prosegue nei pressi del crinale in direzione del Colle di Esischie) e si scende direttamente lungo i morbidi pendii erbosi, in direzione di un ometto di pietre a destra del piccolo laghetto. Da questo punto si prosegue la discesa, senza percorso obbligato, lungo dossi e poco accentuate vallette erbose: a tratti compaiono deboli tracce del vecchio sentiero, che però subito scompaiono nell’uniforme pascolo. In ogni caso, bisogna seguire il comodo crinale che si origina dalla selletta a monte dell’evidente Bric (o Bec) dell’Oliveto ( 2415 m ), un ampio cupolone erboso che divide il Combale dell’Oliveto (a destra) dalla più ampia Comba Castellazzo (a sinistra). Raggiunta facilmente la sella, si incontrano un altro ometto ed un bollo rosso. Da qui un’evidente traccia scende in diagonale a destra nel Combale dell’Oliveto e raggiunge le sottostanti Grange dell’Oliveto, da dove una carrareccia con tortuoso percorso si va ad innestare sulla rotabile di fondovalle del Vallone di Marmora.

Trascurando questa possibilità, dalla selletta si individua nuovamente il tracciato del sentiero, che scende a sinistra con alcuni tornanti sul fondo della Comba Castellazzo: qui, nei pressi del piccolo rio, si seguono vaghe tracce che perdono quota nell’ampio e poco ripido vallone. Tagliando alla base il roccioso versante meridionale del Bric dell’Oliveto, si prosegue a scendere per ampi pascoli e radi larici, puntando alle grandi costruzioni del Gias Lauset, evidenti sul fondovalle. Raggiunta una sorgente, si segue una traccia più marcata che aggira a sinistra un poggio alberato e si porta sul vastissimo pascolo, poco inclinato, a monte del gias: scendendo direttamente per i bellissimi prati, si raggiunge la strada asfaltata del Vallone di Marmora poco a sinistra del Gias Lauset ( 1950 m , h 1,00 dal Colle Sibolet).

Si segue per alcune decine di metri verso destra la carrozzabile, fino a che questa non entra nel lariceto: si abbandona quindi la strada per seguire a sinistra una traccia non segnalata che scende al limite del prato fin sulla sponda del rio. Si supera il torrente su un ponte di legno alla base di una bastionata rocciosa, quindi si prosegue in leggera salita verso destra lungo un sentiero marcato con segnavia bianco-rossi ed appariscenti bolli arancioni, lasciando quasi subito un bivio  a sinistra.

Seguendo il sentiero di sinistra, segnalato con bolli gialli, si sale in breve al sommo della bastionata rocciosa dove giace, fra prati e radi larici, il bellissimo Lago Resile ( 1966 m , h 0,05 dal bivio), autentica gemma smeraldina, molto frequentato nel periodo estivo grazie anche alla comodità di accesso, a pochi minuti dalla strada asfaltata: questa breve variante è altamente consigliata per la bellezza del piccolo lago!

Ritornati al bivio, si entra nel bosco e, dopo un tratto in falsopiano, si scende con alcuni tornanti ad un pianoro pascolivo sulle sponde del rio. Superato un ruscello su un ponticello di legno, si sale per un tratto nuovamente nel bosco, quindi si prosegue ancora in leggera discesa fra imponenti larici. Con alcuni ripidi tornanti si raggiunge una carrareccia inerbita, che si segue brevemente verso destra fin sulle sponde dell’impetuoso Rio di Marmora: superato il corso d’acqua su alcune passerelle alla base di una forra, si ritorna sulla rotabile asfaltata a valle dei tornanti sottostanti le Grange della Pieccia. Seguendo sempre gli evidenti segnavia arancioni, si tagliano ancora un paio di lunghi tornanti (alcuni tratti in frana del sentierino richiedono attenzione), quindi si abbandona nuovamente la rotabile per scendere a sinistra nel bosco. Superata una cengia erbosa che taglia una paretina a picco sul torrente, si giunge alla piccola conca pascoliva dove sorge la diruta Grangia Rocciasone ( 1735 m ): scesi con diversi tornanti in una valletta boscosa, si supera il rio e si risale dall’altra parte fino ad intercettare ancora una volta la rotabile. Un lungo rettilineo in lieve discesa su asfalto consente di raggiungere il tornante presso il quale stacca nuovamente il sentierino segnalato: con alcune brevi svolte si raggiunge nuovamente la rotabile presso un ponte su un rio, da dove si procede ancora brevemente su asfalto. Poco più avanti si devia nuovamente a sinistra, abbandonando definitivamente la rotabile asfaltata e scendendo lungo una vecchia carrareccia inerbita. La carrareccia progressivamente si restringe, fino a ridiventare sentiero: con marcia un po’ infastidita dalla fitta vegetazione, si prosegue lungamente nel lussureggiante bosco di fianco al torrente, sempre orientati dall’ottima segnaletica. Infine, attraversato un ripiano alluvionale con numerosi diruti muretti a secco, si segue una comoda carrareccia nel fitto della vegetazione che, con discesa moderata, si innesta in una sterrata presso un deciso tornante.

Seguendo la sterrata verso sinistra, in discesa, si trascura un bivio ancora a sinistra (palina per “B.ta Ubac di Canosio”) e si continua dritti, raggiungendo in breve le antiche case della Borgata San Sebastiano ( 1350 m , h 1,20 dal Gias Lauset), frazione del comune di Marmora.

La borgata (“San Bastiàn” in lingua occitana) è dedicata a San Sebastiano, protettore dalla peste, malattia che fino alla metà del Seicento mietè molte vittime, qui come in tutta l’Europa. Per invocare la protezione del santo, nel XV° secolo venne edificata in questa borgata una piccola cappella a lui dedicata, in cui sono ancora conservati alcuni cicli pittorici di rara bellezza opera del pittore Jean Baleison, che insieme al Canavesio è autore anche dei famosi affreschi che ornano il Santuario di Notre Dame des Fontaines, presso Briga, oggi in territorio francese.

Da qui si prosegue lungo la rotabile asfaltata che scende parallela al torrente, lo supera su un ponte e giunge ad un bivio (paline): si svolta a sinistra, in leggera salita, raggiungendo in poche decine di metri la Borgata Finello ( 1282 m ). Senza entrare nell’abitato, si segue una stradetta pianeggiante verso destra per una cinquantina di metri, finchè una palina indica, sulla sinistra, lo stacco del sentiero per la Borgata Vernetti. Fiancheggiate alcune grandi antiche case, il sentiero entra nel fitto bosco e taglia con ampio semicerchio il ripido versante. Con numerosi tornanti si scende infine ad una carrareccia, che seguita verso sinistra conduce in breve alla strada asfaltata di fondovalle, nei pressi del bivio per Canosio. Seguendo la strada asfaltata verso destra, si superano due tornanti, quindi si imbocca un’antica mulattiera sulla destra (palina) che con alcune strette serpentine raggiunge le case della Borgata Vernetti ( 1223 m , h 0,25 da San Sebastiano), sede del comune di Marmora.

 

TEMPO TOTALE

h 5,15 circa 

DISLIVELLO

900 m circa 

DIFFICOLTA’

E (qualche difficoltà di orientamento in caso di scarsa visibilità nella discesa dal Colle Sibolet verso il Gias Lauset)

ULTIMO SOPRALLUOGO

16 agosto 2013 

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Lunga traversata, facile e di ampio respiro, che consente di raggiungere la bellissima borgata di Marmora partendo dalla Valle Grana. Terreno sempre erboso e molto comodo, anche se non sempre il sentiero è evidente. Una piccola gemma è il Lago Resile, a cui si consiglia la breve digressione. Unico neo: la grande distanza tra i punti di partenza e arrivo. In questo caso, è necessario prevedere un'altra giornata per ritornare a piedi a Castelmagno, se non ci si premura di procurarsi un altro mezzo per il rientro a valle.

N.B: attualmente (2013) il transito ai mezzi motorizzati lungo la rotabile del Vallone di Marmora è interdetto poco a monte della Borgata Tolosano a causa di uno smottamento che ha interessato buona parte della carreggiata: rimane possibile l’accesso alla parte alta del vallone attraverso il Colle di Esischie (traffico regolamentato in alta stagione e nei week end).