Traversata Becetto - Castello

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 11

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI COZIE

SCHEDA N. 38

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

IL CAMPANILE DELLA CHIESA DI BECETTO

PANORAMA DA BECETTO VERSO L’ALTA VAL VARAITA

IL SELVAGGIO RIO CROSA DAI PRESSI DEL MULINO DE PAGÒ

COLORI D’AUTUNNO NEI PRESSI DELLE MEIRE BELLOCCHIO

DA SERRE DI RAIE VERSO L’ALTA VALLE

COLLETTO DI SOPRA, CON LA CAPPELLA DELLA MADONNA DELLA NEVE ALL’ESTREMA DESTRA, DOMINATO DAL SEVERO PELVO D’ELVA

LE GRANGE AURIOL SUPERIORI

GRANGE PRALAMBERT SOPRANE

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Fossano (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiunge Villafalletto e si risale quindi la Val Varàita. All’altezza delle prime case di Sampéyre si prende a destra una diramazione asfaltata che, con alcuni lunghi tornanti nel bosco, sale fino alla frazione Becetto (1379 m, 61 km da Fossano, alcuni parcheggi a lato della strada all’ingresso del paese).

 

ITINERARIO

Dalla piazza del lavatoio di Becetto si segue la stretta strada asfaltata che continua oltre le case del villaggio. Ad un bivio si prende il ramo di sinistra (paline) e si prosegue in lieve discesa fino alle case della borgata Graziani. Ad un nuovo bivio si trascura la stradina a sinistra che scende con un ampio tornante alla borgata Civalleri (1355 m) e si prosegue attraversando la piccola borgata (paline per il “Sentiero Botanico”). Superata l’azienda “Dal Besse”, si continua per una carrareccia sterrata che entra nel bosco e, con percorso in lieve discesa, si inoltra nel severo Vallone del Rio Crosa. Superato un casotto dell’acquedotto, si giunge ad un bivio (paline): trascurato il proseguimento della carrareccia, si prende a sinistra un sentiero che inizia a scendere piuttosto ripido nella boscaglia tra vecchi muretti di pietre a secco. Dopo aver ricevuto da sinistra un sentiero di collegamento proveniente direttamente dalla Borgata Civalleri, il sentiero prosegue a scendere con decisione fino all’alveo del Rio Crosa.

Poco prima del rio si incontra l’antica costruzione del Mulin de Pagò: esso rappresenta l’ultimo esemplare di ben 14 mulini che, un tempo, sorgevano lungo il Rio Crosa fra Becetto e Sampéyre, e che permettevano alle borgate circostanti di godere di una certa autonomia rispetto al capoluogo comunale. Il grano e le segale, infatti, venivano coltivati e macinati in loco, senza bisogno di scendere a valle. Gli antichi mulini sono stati spazzati via da una disastrosa alluvione all’inizio del Novecento: il Mulin de Pagò si salvò probabilmente grazie alla sua posizione leggermente discosta dal letto del torrente.

Attraversato il rio su un nuovo ponte in legno, si trascura a destra la ripida traccia diretta al “ponte sospeso” e si prosegue a sinistra, a mezza costa. Con salita sostenuta, il sentiero guadagna via via quota, con percorso a tratti esposto sui ripidissimi pendii sulla destra idrografica del vallone. Oltre un breve tratto attrezzato con catene (facile), si guadagna il poggio boscoso sul filo del costone dove sorgono le Meire Roina (1370 m, h 0,50 da Becetto, paline).

Seguendo le indicazioni per Serre di Raie, si trascura a destra la traccia per la “Balconata di Crosa” e si prosegue sul sentiero, ora pressoché pianeggiante, che continua a mezza costa nella pecceta. Con una breve risalita, si guadagna un ampio terrazzamento nella fitta abetaia: continuando in piano, si giunge presso il Rifugio Preit (h 0,10 dalle Meire Roina). Il rifugio, edificato nel 1935, altro non era che la casa del custode del Vivaio del Preit, realizzato per volere dell’Amministrazione Forestale a partire dagli inizi del Novecento. La sua realizzazione fu per i tempi un’opera straordinaria: vennero realizzati ben sette grossi terrazzamenti sul fianco della montagna, ognuno sostenuto da muri a secco e collegato agli altri tramite scalinate in pietra. Fu inoltre realizzata una grande vasca a monte del complesso, collegata tramite tubazioni interrate ad ogni parte del vivaio. Il tutto rimase in funzione fino agli ’50 del Novecento, poi la località scomoda e impervia ne causò la chiusura. Del vivaio oggi resta una splendida pecceta con piante notevoli, oltre ad alcuni begli esemplari di larice ed abete bianco. Lungo tutto il perimetro del vivaio corre un muretto di cinta in pietra che nel 1990 lo protesse da un grande incendio.

Usciti dal vivaio, si segue il sentiero che scende a sinistra, di fianco al muro di cinta: dopo poche decine di metri però lo si abbandona (esso scende, invaso dalla vegetazione, verso la vicina frazione Chiotti di Sampéyre) per seguire una diramazione (palina) a destra che riprende a traversare in lieve salita. Con alcuni begli scorci sul versante opposto della valle il sentiero prosegue con brevi saliscendi, fino ad incontrare una carrareccia inerbita all’altezza di un tornante (palina). La si segue verso destra, in salita, mentre esce dal bosco e, con belle vedute sul Pelvo d’Elva e la testata della Valle di Bellino, guadagna quota con alcune svolte fra i pascoli. Oltre una grangia isolata (bel panorama), la carrareccia effettua un ultimo ampio tornante e traversa fino alle dirute Meire Bellocchio (1552 m, h 0,30 dal Rifugio Preit, paline), al limitare di una macchia di alberi.

Presso un grosso ometto subito oltre le case, si trascura l’evidente sentiero che sale a destra e si prosegue per quello che si mantiene in quota (sbiaditi segnavia bianco-rossi), traversando alla base di un costone roccioso. Superati i ruderi di una casa ai piedi del costone, si continua per uno stretto sentierino in lieve discesa per prati e radi alberi fino ad incontrare una carrareccia sterrata (in realtà il sentierino si perde qualche decina di metri a monte della carrareccia, che va raggiunta “a vista”,  ma questo non costituisce un grave problema, se non per chi effettuasse il percorso in senso inverso).

Seguendo la carrareccia verso destra, in lieve salita, si supera un impluvio e si giunge sul poggio prativo dove sorgono le case di Serre di Raie (1514 m, h 0,25 dalle Meire Bellocchio, paline).  Si tratta di una bella borgata in un sito assai panoramico, costituita da numerose case in gran parte ristrutturate che si affacciano su una piazzetta erbosa. Una lunga carrareccia sterrata la collega con la frazione Chiotti di Sampéyre.

Dalla borgata si prosegue a destra, lungo un’ampia mulattiera che sale lungo il filo del costone. Più avanti la mulattiera supera a sinistra il Rio Cassart e, poco oltre, un altro rio minore, portandosi verso il centro dell’ampio vallone che scende dal Colle di Luca. Con decisa salita su vaghe tracce per pendii erbosi, facendo attenzione a non perdere di vista i segnavia, si raggiungono le dirute Meire Siguret (1661 m), adagiate su un panoramico inclinato terrazzo pascolivo. Di qui, traversando in piano o in leggera discesa verso sinistra, sempre badando a non perdere di vista i segnavia, si va ad attraversare il Rio Milanese, da dove con breve risalita per un sentiero che presto diviene mulattiera erbosa si raggiungono le case di Colletto di Sopra (1695 m, h 1,00 da Serre di Raie). È una grossa borgata in gran parte diruta, ma non mancano alcune case riattate ed abitate nella stagione estiva. Su un poggio poco a monte della frazione sorge la piccola Cappella della Madonna della Neve, di origini assai antiche.

Aggirata a valle la borgata, si continua in discesa lungo l’ampia carrareccia che sale da Roccia e Villaretto, sul fondovalle Varàita, perdendo comodamente quota nel bosco: oltre il Pilone Meire di Bianc la carrareccia scavalca una sella e, trascurata una diramazione a sinistra che scende alla borgata Verne, giunge all’ampia conca erbosa dove sorgono le case di Pui (1586 m, h 0,20 da Colletto di Sopra). Contornato a valle l’abitato, la stradina diviene asfaltata e prosegue la discesa in diagonale nel bosco: presso un deciso tornante verso sinistra, poco a monte delle visibili case della borgata Ciampanesio, si incontra lo stacco di un ampio sentiero erboso (1535 m, h 0,20 da Pui, paline).

Abbandonata la rotabile, si segue il comodo sentiero, che sale moderatamente fra prati e massi. Poco oltre si entra nel bosco, dove la pendenza aumenta decisamente: lasciato a destra l’ingresso di una miniera abbandonata, con alcuni ripidi tornanti nuovamente su terreno aperto si giunge sul roccioso sperone dove sorge la Croce d’Alie (1654 m, h 0,20 dal bivio, croce di legno e palo di orientamento in ferro). Bellissimo panorama sull’alta valle.

Si continua oltre il costone tagliando a mezza costa, in leggera discesa, un incassato vallone detritico (Comba Scura), quindi si prosegue a traversare alternando tratti pianeggianti ad altri in decisa discesa. Con percorso nuovamente nel bosco, si giunge alle Grange Brondu (1586 m, h 0,30 dalla Croce d’Alie), su un costone in panoramica posizione.

Proseguendo con un pianeggiante mezza costa nel bosco, si giunge al poggio dove sorgono le Grange Auriòl Superiori (1591 m, h 0,10 dalle Grange Brondu, paline).

La larga mulattiera prosegue pressoché in piano, e presso un’altra grangia diruta stacca a destra il sentiero per la Croce di Ciampagna ed il Colle di Luca (palina). Continuando sulla traccia principale, si arriva in breve ad un nuovo gruppo di ruderi, dove si trova un altro bivio (1612 m, h 0,10 dalle Grange Auriòl Soprane, paline): trascurando la prosecuzione della mulattiera diretta a Bertines di Casteldelfino, si prende a destra il bel sentiero erboso (“Viol de l’Alevè”) che si inoltra nel magnifico Bosco dell’Alevè, una delle più vaste ed antiche cembrete d’Italia.

Il sentiero, alternando tratti in piano a brevi salite, si snoda nel bosco di conifere, con percorso assai pittoresco: trascurando una prima diramazione a destra per Pian del Chiot ed un’altra poco dopo, a sinistra, per Alboin (paline), si intercetta infine a quota 1694 l’ampio sentiero che da Bertines di Casteldelfino sale al Rifugio Bagnour (h 0,45 dal bivio per il Viol de l’Alevè, paline).

Non rimane a questo punto che seguire verso destra, in decisa salita, il comodo sentiero erboso che raggiunge in breve il poggio su cui sorgono le Grange Pralambert Sottane (1740 m, h 0,10 da dove dal bivio precedente) e, oltre un nuovo tratto in decisa salita lungo una valletta erbosa, le Grange Pralambert Soprane (1838 m, h 0,15 dalle Grange Pralambert Sottane, paline).

Trascurato a destra il sentiero per Pian del Chiot e la Croce di Ciampagna, si prosegue a sinistra in salita, fino ad un nuovo bivio (1876 m, h 0,10 da Grange Pralambert Soprane, paline).

Trascurato a destra il sentiero che sale al vicino Lago Secco (1897 m) ed al Rifugio Bagnour (raggiungibile in circa h 0,20), si prende a sinistra una larga mulattiera che traversa a mezza costa nel bosco, diretta a Villaretto e Castello. Giunti ad un nuovo bivio, si lascia a destra la traccia che sale verso Pion di Ciaval e si prosegue a sinistra. Con un tratto di decisa discesa nel fitto bosco il sentiero perde quota, quindi si biforca nuovamente (1813 m): trascurato il ramo di sinistra, che scende direttamente a Villaretto, si prosegue a destra, riprendendo a salire in diagonale lungo una costa con radi alberi. Presso un impluvio con grossi massi il sentiero spiana e, con un semicerchio, giunge sul poggio assai panoramico dove sorgono i ruderi delle Grange Baciasot. Lasciandosi alle spalle le grange, si continua in lieve salita per un ripiano di erba e massi, quindi si scende in una amena valletta erbosa fino ad incrociare il sentiero che da Castello sale al Rifugio Bagnour presso il casolare in rovina detto Peiro Grongetto (1857 m, h 0,35 dal bivio di quota 1876).  

A questo punto si scende a sinistra, con pendenza sostenuta, per l’ampia mulattiera che, alternando qualche stretta svolta a lunghi diagonali, cala in direzione di Castello. Lasciata a sinistra una diramazione diretta a Villaretto, si passa poco sopra il Rifugio Grongios Martre (1745 m), si continua a scendere in diagonale fino ad uscire sulla strada provinciale presso il Rifugio Alevè (1582 m, h 0,20 da Peiro Grongetto).

Di qui, seguendo la strada verso destra per alcune centinaia di metri, è possibile raggiungere la borgata Castello di Pontechianale (1601 m), presso il bacino artificiale.

Per il ritorno è conveniente dotarsi preventivamente di un secondo mezzo o, in alternativa, prevedere un pernottamento e proseguire il giorno successivo lungo le altre tappe del "Valle Varaita Trekking".

 

TEMPO TOTALE

h 7,00 circa  

DISLIVELLO

950 m circa in salita (750 m circa in discesa)  

DIFFICOLTA’

E

ULTIMO SOPRALLUOGO

30 ottobre 2016 

PERIODO CONSIGLIATO

maggio-giugno e settembre-ottobre

COMMENTI

L’itinerario ricalca quasi interamente una tappa del “Valle Varaita Trekking”, itinerario tematico che percorre interamente i due versanti della Val Varàita. È mia opinione che di questi trekking, ideati sulla carta per coinvolgere anche i comuni della media e bassa valle, se ne possa tranquillamente fare a meno! Ad una prima parte del percorso con numerosi saliscendi fra boschi misti ed antiche borgate segue una seconda parte all’interno del magnifico Bosco dell’Alevè, fra secolari esemplari di pini cembri.

Percorso molto lungo e faticoso, un po’ monotono in alcuni tratti, e non sempre marcato in maniera ottimale.