Dalla piazza
del lavatoio
di Becetto si segue la stretta strada asfaltata che continua oltre le
case del villaggio. Ad un bivio si prende il
ramo di sinistra (paline) e si prosegue in lieve discesa fino
alle case della borgata Graziani.
Ad un nuovo bivio si trascura la stradina a sinistra che scende con un
ampio tornante alla borgata Civalleri (1355 m) e si prosegue
attraversando la piccola borgata (paline per il “Sentiero
Botanico”). Superata l’azienda “Dal Besse”, si continua per una
carrareccia sterrata che entra nel bosco e, con percorso in
lieve discesa, si inoltra nel severo Vallone del Rio Crosa. Superato un
casotto dell’acquedotto, si giunge ad un bivio (paline): trascurato il
proseguimento della carrareccia, si
prende a sinistra un sentiero che inizia a scendere piuttosto
ripido nella boscaglia tra
vecchi muretti di pietre a secco. Dopo aver ricevuto da
sinistra un sentiero di collegamento proveniente direttamente dalla
Borgata Civalleri, il sentiero prosegue a scendere con decisione fino
all’alveo del Rio Crosa.
Poco prima
del rio si incontra l’antica costruzione del Mulin
de Pagò: esso rappresenta l’ultimo esemplare di ben 14
mulini che, un tempo, sorgevano lungo il Rio Crosa fra Becetto e Sampéyre,
e che permettevano alle borgate circostanti di godere di una certa
autonomia rispetto al capoluogo comunale. Il grano e le segale, infatti,
venivano coltivati e macinati in loco, senza bisogno di scendere a
valle. Gli antichi mulini sono stati spazzati via da una disastrosa
alluvione all’inizio del Novecento: il Mulin de Pagò si salvò
probabilmente grazie alla sua posizione leggermente discosta dal letto
del torrente.
Attraversato
il rio su un
nuovo ponte in legno, si trascura a destra la ripida traccia
diretta al “ponte sospeso” e si prosegue a sinistra, a
mezza costa. Con salita sostenuta, il sentiero guadagna via
via quota, con percorso a tratti esposto sui ripidissimi pendii sulla
destra idrografica del vallone. Oltre un
breve tratto attrezzato con catene (facile), si guadagna il
poggio boscoso sul filo del costone dove sorgono le Meire
Roina (1370 m, h
0,50 da Becetto, paline).
Seguendo le
indicazioni per Serre di Raie, si trascura a destra la traccia per la
“Balconata di Crosa” e si
prosegue sul sentiero, ora pressoché pianeggiante, che
continua a mezza costa nella pecceta. Con una breve risalita, si
guadagna un ampio terrazzamento nella fitta abetaia: continuando in
piano, si giunge presso il Rifugio
Preit (h
0,10 dalle Meire Roina). Il rifugio, edificato nel 1935,
altro non era che la casa del custode del Vivaio
del Preit, realizzato per volere dell’Amministrazione Forestale a
partire dagli inizi del Novecento. La sua realizzazione fu per i tempi
un’opera straordinaria: vennero realizzati ben sette grossi
terrazzamenti sul fianco della montagna, ognuno sostenuto da muri a
secco e collegato agli altri tramite scalinate in pietra. Fu inoltre
realizzata una grande vasca a monte del complesso, collegata tramite
tubazioni interrate ad ogni parte del vivaio. Il tutto rimase in
funzione fino agli ’50 del Novecento, poi la località scomoda e
impervia ne causò la chiusura. Del vivaio oggi resta una splendida
pecceta con piante notevoli, oltre ad alcuni begli esemplari di larice
ed abete bianco. Lungo tutto il perimetro del vivaio corre un muretto di
cinta in pietra che nel 1990 lo protesse da un grande incendio.
Usciti dal
vivaio, si segue il sentiero che scende a sinistra, di fianco al muro di
cinta: dopo poche decine di metri però lo si abbandona (esso scende,
invaso dalla vegetazione, verso la vicina frazione Chiotti di Sampéyre)
per seguire una diramazione (palina) a destra che riprende a traversare
in lieve salita. Con alcuni
begli scorci sul versante opposto della valle il sentiero
prosegue con brevi saliscendi, fino ad incontrare una carrareccia
inerbita all’altezza di un tornante (palina). La si
segue verso destra, in salita, mentre esce dal bosco e, con
belle vedute sul Pelvo d’Elva e la testata della Valle di Bellino,
guadagna quota con alcune svolte fra i pascoli. Oltre una grangia
isolata (bel
panorama), la carrareccia effettua un ultimo ampio tornante e
traversa fino alle dirute Meire
Bellocchio (1552 m, h
0,30 dal Rifugio Preit, paline), al limitare di una macchia
di alberi.
Presso un
grosso ometto subito oltre le case, si trascura l’evidente sentiero
che sale a destra e si prosegue per quello che si mantiene in quota
(sbiaditi segnavia bianco-rossi), traversando alla base di un costone
roccioso. Superati i ruderi di una casa ai piedi del costone, si
continua per uno stretto sentierino in lieve discesa per
prati e radi alberi fino ad incontrare una carrareccia sterrata (in
realtà il sentierino si perde qualche decina di metri a monte della
carrareccia, che va raggiunta “a vista”, ma
questo non costituisce un grave problema, se non per chi effettuasse il
percorso in senso inverso).
Seguendo la
carrareccia verso destra, in lieve salita, si supera un impluvio e si
giunge sul poggio prativo dove sorgono le case di Serre
di Raie (1514 m, h 0,25 dalle Meire Bellocchio, paline).
Si tratta di una bella
borgata in un sito assai panoramico, costituita da numerose case in gran
parte ristrutturate che si affacciano su una piazzetta erbosa. Una lunga
carrareccia sterrata la collega con la frazione Chiotti di Sampéyre.
Dalla
borgata si prosegue a destra, lungo un’ampia
mulattiera che sale lungo il filo del costone. Più avanti la
mulattiera supera a sinistra il Rio Cassart e, poco oltre, un
altro rio minore, portandosi verso il centro dell’ampio
vallone che scende dal Colle di Luca. Con decisa salita su vaghe tracce
per pendii erbosi, facendo attenzione a non perdere di vista i segnavia,
si raggiungono le dirute Meire Siguret (1661 m), adagiate su un
panoramico inclinato terrazzo pascolivo. Di qui, traversando
in piano o in leggera discesa verso sinistra, sempre badando a
non perdere di vista i segnavia, si va ad attraversare il Rio
Milanese, da dove con breve risalita per un sentiero che presto diviene
mulattiera erbosa si raggiungono le case di Colletto
di Sopra (1695 m, h
1,00 da Serre di Raie). È una
grossa borgata in gran parte diruta, ma non mancano alcune
case riattate ed abitate nella stagione estiva. Su un poggio poco a
monte della frazione sorge la piccola Cappella della Madonna della Neve, di origini assai antiche.
Aggirata
a valle la borgata,
si continua in discesa lungo l’ampia carrareccia che sale da Roccia e
Villaretto, sul fondovalle Varàita, perdendo comodamente quota nel
bosco: oltre il Pilone Meire di
Bianc la carrareccia scavalca una sella e, trascurata una
diramazione a sinistra che scende alla borgata Verne,
giunge all’ampia conca erbosa dove sorgono le
case di Pui (1586
m, h 0,20 da Colletto di Sopra).
Contornato a valle l’abitato, la stradina diviene asfaltata e prosegue
la discesa in diagonale nel bosco: presso un deciso tornante verso
sinistra, poco a monte delle visibili case della borgata
Ciampanesio, si
incontra lo stacco di un ampio sentiero erboso (1535 m, h
0,20 da Pui, paline).
Abbandonata
la rotabile, si segue il comodo sentiero, che sale moderatamente fra
prati e massi. Poco oltre si
entra nel bosco, dove la pendenza aumenta decisamente:
lasciato a destra l’ingresso di una miniera
abbandonata, con alcuni ripidi tornanti nuovamente su terreno
aperto si giunge sul roccioso
sperone dove sorge la Croce d’Alie (1654 m, h
0,20 dal bivio, croce di legno e palo
di orientamento in ferro). Bellissimo
panorama sull’alta valle.
Si continua
oltre il costone tagliando a mezza costa, in leggera discesa, un
incassato vallone detritico (Comba
Scura), quindi si prosegue a traversare alternando tratti
pianeggianti ad altri in decisa discesa. Con percorso nuovamente nel
bosco, si giunge alle Grange
Brondu (1586 m, h
0,30 dalla Croce d’Alie), su un costone in panoramica
posizione.
Proseguendo
con un pianeggiante mezza costa nel bosco, si giunge al poggio dove
sorgono le Grange
Auriòl Superiori (1591 m, h
0,10 dalle Grange Brondu, paline).
La larga
mulattiera prosegue pressoché in piano, e presso un’altra
grangia diruta stacca a destra il sentiero per la Croce di
Ciampagna ed il Colle di Luca (palina). Continuando sulla traccia
principale, si arriva in breve ad un nuovo gruppo di ruderi, dove si
trova un
altro bivio (1612 m, h
0,10 dalle Grange Auriòl Soprane, paline): trascurando la
prosecuzione della mulattiera diretta a Bertines di Casteldelfino, si
prende a destra il bel sentiero erboso (“Viol
de l’Alevè”) che si inoltra nel magnifico Bosco
dell’Alevè, una delle più vaste ed antiche cembrete d’Italia.
Il sentiero,
alternando tratti in piano a brevi salite, si snoda nel bosco di
conifere, con percorso assai pittoresco: trascurando una
prima diramazione a destra per Pian del Chiot ed un’altra
poco dopo, a sinistra, per Alboin (paline), si intercetta infine a quota
1694 l’ampio sentiero che da Bertines di Casteldelfino sale al Rifugio
Bagnour (h 0,45 dal bivio per il Viol de
l’Alevè, paline).
Non rimane a
questo punto che seguire verso destra, in decisa salita, il
comodo sentiero erboso che raggiunge in breve il poggio su
cui sorgono le Grange
Pralambert Sottane (1740 m, h
0,10 da dove dal bivio precedente) e, oltre un nuovo tratto
in decisa salita lungo una valletta erbosa, le Grange
Pralambert Soprane (1838 m, h 0,15 dalle Grange Pralambert
Sottane, paline).
Trascurato a
destra il sentiero per Pian del Chiot e la Croce di Ciampagna, si
prosegue a sinistra in salita, fino ad un
nuovo bivio (1876 m, h 0,10 da Grange Pralambert Soprane,
paline).
Trascurato a
destra il sentiero che sale al vicino Lago
Secco (1897 m) ed al Rifugio
Bagnour (raggiungibile in circa h
0,20), si prende a sinistra una larga mulattiera che traversa
a mezza costa nel bosco, diretta a Villaretto e Castello. Giunti ad un
nuovo bivio, si lascia a destra la traccia che sale verso Pion di Ciaval
e si prosegue a sinistra. Con un tratto di decisa discesa nel fitto
bosco il sentiero perde quota, quindi si biforca nuovamente (1813 m):
trascurato il ramo di sinistra, che scende direttamente a Villaretto, si
prosegue a destra, riprendendo a salire in diagonale lungo
una costa con radi alberi. Presso un impluvio con grossi massi il
sentiero spiana e, con un semicerchio, giunge sul poggio assai
panoramico dove sorgono i ruderi delle Grange
Baciasot. Lasciandosi alle spalle le grange, si continua
in lieve salita per un ripiano di erba e massi, quindi si scende in una amena
valletta erbosa fino ad incrociare il sentiero che da
Castello sale al Rifugio Bagnour presso il casolare in rovina detto Peiro
Grongetto (1857 m, h
0,35 dal bivio di quota 1876).
A questo
punto si scende a sinistra, con pendenza sostenuta, per l’ampia
mulattiera che, alternando qualche stretta svolta a lunghi diagonali,
cala in direzione di Castello. Lasciata a sinistra una diramazione
diretta a Villaretto, si passa poco sopra il Rifugio
Grongios Martre (1745 m), si continua a scendere in
diagonale fino ad uscire sulla strada provinciale presso il Rifugio
Alevè (1582 m, h 0,20 da Peiro Grongetto).
Di qui,
seguendo la strada verso destra per alcune centinaia di metri, è
possibile raggiungere la borgata Castello di Pontechianale (1601 m),
presso il bacino artificiale.
Per il
ritorno è conveniente dotarsi preventivamente di un secondo mezzo o, in
alternativa, prevedere un pernottamento e proseguire il giorno
successivo lungo le altre tappe del "Valle Varaita Trekking".