CARTINA CONSIGLIATA
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FRATERNALI
scala 1:25.000 – Foglio 11
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CATEGORIA/ZONA
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ESCURSIONISMO - ALPI COZIE
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SCHEDA
N. 25 |
PUNTO
DI PARTENZA
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Da Cuneo Ovest (uscita della A33 Cuneo-Asti) si raggiunge Dronero e si risale
quindi la lunga Valle Màira. Giunti ad Acceglio (
1220 m
,
55 km
da Cuneo), si prosegue sulla strada principale che raggiunge con alcuni
tornanti la piccola frazione Villar (
1375 m
). Subito dopo le case si
abbandona la strada di fondovalle, che prosegue verso Chiappera, per
seguire una stretta diramazione a destra che, con un lungo traversone in
ripida salita, si dirige verso l’imbocco del Vallone del Rio Mollàsco.
Con un ampio tornante la strada giunge alla minuscola frazione Lausetto
(
1508 m
) e quindi, con insistente ripida salita, alla soprastante frazione Colombata
(
1576 m
). Qui, meno ripida, la strada prosegue inserendosi nel profondo
vallone, di fianco al letto del rio, notevolmente imbrigliato da opere
di captazione. Superando poi una zona in cui il vallone si restringe
notevolmente, fra incombenti pareti rocciose, la stradina, ora sterrata
ma con fondo buono, guadagna quota con altri tornanti, transita presso
il poggio erboso dove sorgono le Grange Merletto (
1773 m
, fontana) e, con ulteriori ripidi tornanti, si inserisce
nell’impluvio del pascolivo Vallone Traversiera raggiungendo la
piccola e graziosa Cappella della Madonna
delle Grazie (
1994 m
,
7 km
da Villar,
9 km
da Acceglio): qui, a sinistra della strada, c’è un piccolo spiazzo
con posto per 4-5 autovetture. |
ITINERARIO
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Costeggiata
la
cappella, si continua lungo l’ampia carrareccia sterrata,
pressoché pianeggiante, che prosegue a mezza costa nell’ampio vallone
pascolivo. Sull’altra sponda del vallone, oltre il profondo impluvio
del rio, sorgono le ormai diroccate Grange
Sarsa. Superate le Grange
Chiapusso (
2014 m
), interamente riattate subito a monte della rotabile, si prosegue verso
il centro del vallone, dove una breve bastionata è incisa da una
piccola forra del torrente. Lasciato a destra un breve tronco che sale
alle vicine Grange Giacomardo (
2073 m
), si supera il rio su un bel ponte in pietra e, con un lunghissimo
tornante sui ripidi pendii erbosi della destra idrografica del vallone
(ometto presso il poco evidente stacco, sulla sinistra, della traccia
per il Colle di Rui), si guadagna il soprastante ripiano erboso dove
sorgono le pittoresche baite ristrutturate delle Grange
Morletto (
2219 m
, h 0,45
da Madonna delle Grazie). Sullo sfondo dell’immenso ripiano pascolivo
appaiono le arcigne pareti rocciose del
Monte Albrage (
2999 m
) e del Monte Frèide (
2967 m
), mentre sulla sinistra incombono i chiari dirupi
dell’elegante Monte
Cervèt (
2984 m
). A destra, ripidi valloni erbosi salgono fino alla
cima del tondeggiante Monte Faraut (
3046 m
), meta di giornata. Fin qui, volendo, è possibile giungere in
automobile, visto il fondo stradale tutto sommato discreto.
Trascurato
a sinistra lo stacco di una nuova mulattiera diretta ai colli di Rui,
Cervèt e Lausèt, si prosegue lungo la carrareccia, che dirama ancora
un breve tronco a sinistra per una soprastante cava dismessa e a
destra per il vicino Gias
Traversiera (2357, al centro del vallone). Raggiunti i grandi dossi
erbosi alla testata del vallone, si lascia a sinistra lo stacco di una
mulattiera che raggiunge direttamente il valico della Colletta
(
2830 m
) e si prosegue lungo la carrareccia, che sale con
tortuoso percorso a
tornanti per avvallamenti erbosi fin sotto il valico, sorvegliato da una
lunga casermetta in cui era
ricavato lo spartano Rifugio
Carmagnola
(oggi dismesso).
All’altezza
dell’ultimo tornante (
2780 m
ca.) si abbandona la carrareccia che sale al valico per seguire a destra
una labile traccia fra i detriti che, con comoda salita diagonale,
raggiunge l’ampia insellatura (
2870 m
ca., h
1,45 dalle Grange Morletto) compresa fra il detritico Buc
Faraut (
2914 m
, a sinistra) ed il piede della lunga dorsale che culmina con
l’arrotondato Monte Faraut (
3046 m
, a destra). Sul versante opposto appaiono i vastissimi pascoli alla testata
della Valle Varàita di Bellino, con i rocciosi Mongiòia (
3340 m
) e Monte Salza (
3326 m
). Verso Nord-Est, dietro al costone dei monti Pence e Gabel, svetta l’acuminata
piramide del Monviso, fiancheggiata dal Visolotto e dalla
Punta Gastaldi.
Sulla
sella si intercetta un marcato sentierino proveniente
dall'ex Rifugio Carmagnola, che prosegue verso destra su
sfasciumi poco
sotto il filo di cresta (lato Màira) aggirando un rilievo
erboso e giungendo ad una successiva insellatura detritica. Con un
tratto di ripida e faticosa salita per detriti nerastri si
scavalca un dosso di sfasciumi, quindi si guadagna una
spalla, ormai ai piedi del cupolone sommitale. La traccia traversa
brevemente verso destra, quindi per l’ultimo breve pendio erboso
raggiunge l’ampia sommità del Monte Faraut (
3046 m
, h 0,40
dalla sella di quota 2870 ca., croce di ferro e libro di vetta).
Magnifico panorama sull’ampia testata
del Vallone Traversagn, dominato dagli eleganti picchi del
Pelvo d’Elva (
3064 m
) e di Rocca
la Marchisa
(
3072 m
), dietro la quale spunta la grande piramide del Monte Chersogno (
3026 m
). Verso Nord domina l’immenso
Monviso, mentre lontano, verso Nord-Ovest, biancheggiano i
ghiacciai del Delfinato. Verso Ovest, oltre il vicino complesso roccioso
Monte
Maniglia (
3177 m
) – Denti di Maniglia, incombe l’elegantissima turrita cresta
dell’Aiguille de Chambeyròn (
3412 m
) fiancheggiata dalla smisurata piramide tronca del Brec de Chambeyròn
(
3389 m
). Verso
sud, infine, appaiono le principali cime della Cozie
Meridionali (Monte Oronaye, Monte Cassorso, Rocca
la Meja
) e tutta la vasta catena delle Alpi Marittime e Liguri (riconoscibili
Gelàs, Argentèra e Monte Matto).
Dalla
cima si scende ora lungo la
ripida ma facile cresta Sud-Est,
in
direzione della vasta insellatura erbosa alla testata del Vallone di
Pier. Una traccia di sentiero compie un ampio giro verso destra, ma in
discesa conviene certamente seguire più o meno fedelmente il crinale,
che per agevoli detriti consente di raggiungere le tracce già sulle
linea della sella. Dall’insellatura, che precipita sul versante Varàita
con scuri e repulsivi dirupi nerastri, si segue un’evidente traccia
che verso destra inizia a perdere quota nel Vallone
di Pier con un ampio semicerchio. Poco sotto le tracce spariscono:
disceso un ripido pendio con fine ghiaino, il vallone diventa erboso,
per cui anche in assenza di tracce il percorso risulta comunque
piuttosto intuitivo e non pericoloso. Più
in basso la traccia riprende evidente: con moderata discesa,
mantenendosi sulla sinistra idrografica del vallone, si rimane alti
rispetto al rio che scorre in una franosa gola, fino ad uscire sugli
ampi pascoli ormai nuovamente nel Vallone Traversiera. Con
percorso tortuoso la traccia, che diventa più marcata man
mano che si perde quota, discende i ripidi pendii erbosi giungendo in
corrispondenza del ripiano dove, sull’altra sponda del rio, sorgono le
Grange Morletto. Guadato al meglio il corso d’acqua, una breve
risalita diagonale consente di raggiungere le grange, dove si ritrova la
carrareccia seguita in salita (h
1,15 dalla cima).
Seguendo a ritroso il percorso dell’andata, si
ritorna a Madonna delle Grazie (h
0,40 dalle Grange Morletto).
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TEMPO
TOTALE
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h 5,30 circa |
DISLIVELLO
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1100 m
circa |
DIFFICOLTA’
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E fin sotto
la Colletta
, poi EE
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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19
ottobre 2014
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PERIODO
CONSIGLIATO
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luglio
- ottobre
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COMMENTI
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Giro ad
anello molto panoramico e di ampio respiro, ma di percorso un po’
monotono: la carrareccia ex-militare che risale il lunghissimo Vallone
Traversiera fino alla Colletta, infatti, per mantenere una pendenza
modesta effettua un gran numero di ampissimi tornanti (non sempre
facilmente evitabili), rendendo lo sviluppo dell’itinerario molto
elevato. Più rapida, ancorchè in parte in assenza di tracce, la
discesa lungo il lineare solco del Vallone di Pier. Evitare i periodi
con eccessivo soleggiamento (pieno dell’estate), in quanto il percorso
si svolge interamente al sole! Attenzione alla discesa in caso di scarsa
visibilità. Consigliabile salire in auto fino alle Grange Morletto, in
modo da evitare di percorrere a piedi il lunghissimo tornante a monte
delle Grange Sarsa.
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