Tour Rònde 3792 m - Parete Nord

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CARTINA CONSIGLIATA

I.G.C. scala 1:25.000 - Foglio 107

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO SU NEVE/GHIACCIO - VAL D'AOSTA (MONTE BIANCO)  

SCHEDA N. 2

 

FOTO NOTEVOLI

LE AIGUILLES DU TACUL, CON IL GRAND CAPUCIN IN PRIMO PIANO, DALLA PARETE NORD DELLA TOUR RÒNDE

 

STORIA ALPINISTICA

La Tour Rònde (3792 m) è una bella ed imponente cima del Gruppo del Monte Bianco, che sorge sullo spartiacque alpino principale, tra Italia e Francia. Nonostante la relativamente modesta altitudine, è molto frequentata dagli alpinisti, vista la comodità degli accessi e lo splendido ambiente glaciale in cui è inserita, proprio di fronte all’arditissima guglia rocciosa del Grand Capucin (3838 m) ed all’imponente Mont Maudit (4468 m). 

La prima ascensione è di J. H. Backhouse, T. S. Carson, D. W. Freshfield, C. C. Tucker con D. Balleys e M. Payot il 22 luglio 1867, per il versante Sud. 

La via lungo la Parete Nord (F. Gonella e A. Berthod, 23 agosto 1886) è una classica salita su ghiaccio, non eccessivamente difficile in condizioni ottimali; tenere però presente che, in caso di ghiaccio vivo o meteo avverso, le difficoltà potrebbero crescere esponenzialmente!

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Aosta (uscita della A5 Torino-Aosta) si raggiunge in superstrada Courmayeur (1250 m). Oltre il paese si sale ad Èntreves ed alla piccola frazione di La Palud (38 km da Aosta), ai piedi dell’imponente Ghiacciaio della Brenva, dove sorge la stazione di partenza della famosa Funivia dei Ghiacciai

Con un primo tronco si raggiunge la stazione del Pavillòn (2174 m), da dove un secondo ardito balzo trasporta direttamente al Rifugio Torino vecchio (3338 m). Un’erta scalinata scavata nella roccia conduce in dieci minuti al grande Rifugio Torino (nuovo, 3375 m), posto nelle vicinanze del Colle del Gigante, ai piedi del famosissimo Dente del Gigante (4014 m). 

Fin qui è possibile giungere anche a piedi da La Palud in circa h 5,00 di marcia faticosa e, nell’ultimo tratto, su ghiaccio e roccia (sconsigliabile).

 

AVVICINAMENTO

Dal rifugio si prende la larga pista che taglia, verso Nord-Ovest, la base di Punta Helbronner (3470 m: ben visibile, su questa cima, la stazione di arrivo del terzo tronco della Funivia dei Ghiacciai) e, successivamente, del Grand Flambeaux (3566 m). Si raggiunge così l’ampio Col Flambeaux (3407 m), aperto tra il Grand ed il Petit Flambeaux (3440 m). 

Una ripida ma non molto lunga discesa conduce all’inizio dell’immenso bacino del Ghiacciaio del Gigante, che si traversa appena possibile verso sinistra, in falsopiano. Si risale poi per breve tratto lungo la traccia che si dirige verso il Col d'Èntreves, per abbandonarla dopo circa 10 minuti e dirigersi verso la base dell’imponente parete Nord della Tour Rònde. Aggirato dall’alto un seracco, si risale il ripido pendio ghiacciato fino all’evidente crepaccia terminale (3300 m circa, h 1,20 dal Rifugio Torino). Attacco.

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si supera la crepaccia nel settore centrale della parete, qui piuttosto ampia, e si risale il pendio, che si fa via via più ripido, con difficoltà variabili a seconda dello stato del ghiaccio: questo tratto, di circa 150 metri, è normalmente superabile in conserva, ma in caso di ghiaccio vivo, vista la pendenza (circa 50°), è consigliabile assicurarsi. 

Si giunge così nel settore centrale della parete, dove questa si restringe e, rinserrata tra due quinte di roccia, assume più propriamente l’aspetto di un canalone. La pendenza aumenta ancora, e le frequenti scariche di roccia e ghiaccio consigliano senz’altro di procedere in sicurezza, tanto più che sulle rocce a destra si trovano ogni tanto dei chiodi. Altri 150 m circa all’interno del canale, che va via via restringendosi, consentono di raggiungere una strozzatura, dove la pendenza raggiunge i 60°: con malagevole passaggio si supera la strozzatura e si esce sull’aperto pendio superiore, che si risale inizialmente sulla destra, sfruttando sempre le rocce per le eventuali sicure. 

Giunti a circa 80 m dalla cresta sommitale, una crestina rocciosa divide in due il pendio terminale: se le condizioni del ghiaccio lo consentono, si punta verso sinistra e si risale l’ultimo ripido scivolo fino ad una larga sella nevosa, in vista dell’imponente parete rocciosa terminale della Tour Rònde. 

Altrimenti, se il ghiaccio fosse troppo duro, conviene proseguire sul ramo di destra, rimanendo vicini alle rocce, fino ad un’esile selletta nevosa da cui ci si affaccia su di un profondo sinuoso canalone che si inabissa verso il Ghiacciaio della Brenva: proseguendo sulla crestina verso sinistra, si discende un saltino di roccia e si taglia dall’alto tutto il pendio della parete Nord (traversata esposta su terreno precario) fino alla larga sella nevosa precedente. 

Seguendo il comodo filo di cresta, si raggiunge un ripiano proprio alla base delle placconate di granito che sorreggono la vetta. Scendendo per pochi metri un canalino di sfasciumi verso sinistra e poi tagliando a destra (tracce) si raggiunge la comoda spalla Sud Est, dove convergono quasi tutte le vie di salita, compresa la normale: pochi metri di salita conducono sulla bella vetta della Tour Rònde (3792 m, madonnina, h 3,00 – 8,00 a seconda delle condizioni). Magnifiche vedute su tutto il Gruppo del Monte Bianco. 

 

Discesa: tornati alla spalla, si scende lungo il tracciato della via normale, in discesa lungo la ripida cresta nevosa fino a quando si incontra lo sbocco superiore di un canale (a sinistra): ci si cala per detto canale, ripido ma relativamente facile (tracce, attenzione alle scariche) fino al suo sbocco sul Ghiacciaio del Gigante. Superata la crepaccia terminale, si segue la larga traccia che proviene dal Col d'Èntreves verso sinistra, fino a reincrociare la traccia percorsa all’andata. Di qui al Col Flambeaux (stroncante risalita!) ed al Rifugio Torino (h 2,30 dalla vetta).

 

TEMPO TOTALE

h 6,00 - 13,00 a seconda delle condizioni 

DISLIVELLO

600 m circa 

DIFFICOLTA’

D-/D+ a seconda delle condizioni

MATERIALE UTILE

casco, 2 mezze corde da 50 m, 7/8 rinvii, cordini, qualche vite da ghiaccio, ramponi e 2 piccozze

ULTIMO SOPRALLUOGO

6 giugno 2004

PERIODO CONSIGLIATO

fine maggio - luglio

COMMENTI

Salita impegnativa, in ambiente alpino severo e meraviglioso. Abbastanza frequentata, richiede comunque esperienza, attrezzatura adeguata e tempo stabile. Molto utili 2 piccozze e qualche vite da ghiaccio. Spettacolare!