Cima Grande di Lavarèdo - Via normale

Home Chi sono Escursionismo Alpinismo Rifugi e Bivacchi Chi cerca trova Ultimi aggiornamenti Links Bibliografia Mailing List

 

CARTINA CONSIGLIATA

TABACCO scala 1:25.000 - Foglio 010

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - DOLOMITI DI SESTO

SCHEDA N. 1

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO (DAL CADIN DEL NEVAIO)

IL VERSANTE MERIDIONALE DELLA CIMA GRANDE E DELLA CIMA PICCOLA DAI GHIAIONI BASALI

IL RIFUGIO AURÒNZO E LA CIMA OVEST DI LAVAREDO DALLA CENGIA A COLLARE DELLA CIMA GRANDE, POCO SOTTO LA VETTA

 

STORIA ALPINISTICA

Le Tre Cime di Lavaredo non hanno bisogno di presentazioni: sono forse fra le montagne più famose ed ammirate del mondo! La classica vista "da cartolina", dai pressi del Rifugio Locatelli, con gli impressionanti, lisci e strapiombanti versanti settentrionali lasciano giustamente senza fiato. 

Si tratta in realtà di un gruppo che, seppur compatto, mostra una sorprendente complessità ed articolazione: grazie a questa caratteristica, le vie normali di salita, seppur comunque impegnative, rimangono alla portata dell'alpinista medio, in cerca di itinerari selvaggi e soddisfacenti. 

In particolare, la Cima Grande di Lavaredo (2999 m, la più alta ed imponente, svettante al centro del gruppo) mostra un versante meridionale alquanto articolato e complesso, vero "labirinto verticale" dove non poche cordate si smarriscono nel dedalo di canali e cenge. 

La prima salita, ad opera del grande pioniere Paul Grohmann con le guide Franz Innerkofler e Peter Salcher, è stata effettuata il 21 agosto 1869 nel tempo, veramente record, di 4 ore dalla Malga Rimbiànco alla vetta: con l'itinerario da indovinare e l'intera cima ancora inesplorata, un'impresa a dir poco eccezionale! 

 

PUNTO DI PARTENZA

Rifugio Auronzo (2320 m), raggiungibile da Misurina (14 km da Cortina d'Ampezzo, 21 km da Dobbiaco) attraverso una strada asfaltata a pedaggio (salatissimo, 7,5 km), o con servizio di autobus di linea (conveniente, soprattutto se non si è in molti) o, infine, dal Lago di Antorno (1866 m), poco sopra Misurina e lasciando l'auto al casello del pedaggio, con il sentiero 101 (h 1,15, per puristi).

 

AVVICINAMENTO

Dal rifugio si prende la frequentatissima stradetta che taglia in piano sotto i versanti Sud delle Tre Cime, diretta verso il Rifugio Lavaredo. Giunti alla Cappella degli Alpini (h 0,15), si prende una traccia di guerra che inizia a risalire il prato alle spalle della chiesetta. Con numerose svolte la traccia si porta presso lo sbocco del ripido canale detritico che sale alla stretta Forcella della Piccola, tra la Cima Grande e la Cima Piccola. 

Si deve risalire il canale fin quasi alla forcella (neve ad inizio stagione): circa 70 metri prima della forcella, a sinistra, poco oltre lo sbocco di un ripido ed incassato canale secondario, si nota una rampa di facili rocce che taglia in salita sotto alcuni tetti nerastri (2550 m circa, h 0,45 dal rifugio, attacco).  

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Di seguito vengono numerati solo i tiri di corda di una certa difficoltà; il resto della via, per la natura del terreno, può essere effettuata tranquillamente in conserva.

Si attacca la rampa, gradinata e non troppo ripida (); alla sua sommità si aggira uno spigoletto per comoda cengia e si entra nel canale secondario di cui si era notato lo sbocco poco prima. Si risale il canale per detriti e qualche facile saltino (I°+), finchè questo non risulta sbarrato da una vertiginosa paretona con tetti giallastri. Si attacca allora la parete di sinistra, abbastanza verticale ma ben appigliata: per una serie di cenge, cornici e facili ma esposti saltini (II°) si guadagna quota, poi si ritorna verso il fondo del canale, qui quasi un camino con grosso masso incastrato (chiodo a sinistra del masso). Aggirato il masso, si prosegue per le ultime rocce e si esce sulla strettissima Forcella della Piramide, sulla Cresta Sud-Est, fra il corpo di Cima Grande e la triangolare guglia chiamata, appunto, "la Piramide". Di qui si potrebbe scendere, in breve, alla grande cengia-terrazza inferiore di Cima Grande, come fecero Grohmann e soci: oggi si preferisce la seguente variante, più diretta e meno faticosa, anche se un po' più impegnativa. 

Dalla forcella, dunque, si attaccano le rocce di destra, si traversa un paio di metri a sinistra e poi si tira su dritti per una paretina esposta ma ben appigliata (III°-) fino ad un terrazzino. Un'altra breve paretina (II°+) consente di raggiungere un'esile cengia che taglia al di sotto di una fascia gialla strapiombante. Si segue la cengia verso sinistra per un centinaio di metri (attenzione, esposto!) fino a che questa si esaurisce presso lo sbocco di due canalini detritici quasi paralleli, separati da uno sperone. Risalendo l'uno o l'altro (quello di destra è più comodo) si esce sulla cengia mediana di Cima Grande: si prosegue per roccette e detriti, tendendo sempre verso destra (ometti, sbiaditi segni rossi) fino ad un colletto di nuovo sulla cresta Sud-Est, caratterizzato da un paio di caratteristici spuntoni squadrati. Dall'altra parte si inabissa un repulsivo canalone detritico. 

Si attacca ora la paretina di fronte, prima verticalmente per 3-4 metri, poi traversando a destra per altri 10 metri (II°+) fino ad incontrare un canalino roccioso poco inclinato, che si risale facilmente (II°) fino ad una sovrastante, vasta terrazza sassosa. Oramai siamo di fronte alla nera parete Sud, incisa a destra da un gigantesco, impressionante camino. Si continua a salire mantenendo la base del camino come direttrice, prima per detriti, poi per roccette facili (I°+), poi per rocce sempre articolate ma via via più verticali ed esposte (II°+, ometti, segni). Si arriva così alla base del gran caminone, dove si trovano un palo di legno della guerra ed un solido spit: non sostare troppo a lungo alla base del camino, pericolo di scariche! Da questo punto la via si fa più impegnativa, e conviene proseguire con i tiri di corda:

1 - Si attacca la paretina a destra del gran caminone (all'inizio clessidra con cordino), si prosegue poi in diagonale sempre verso destra, per una vaga cornice, fino ad un evidente camino formato da una scaglia staccata (fessura per friend a sinistra, all'inizio del camino). Si risale il camino in opposizione (faticoso, roccia umida) fino al suo sbocco superiore, presso un colletto (II°+, anello cementato). 

2 - Si scala ora la parete di sinistra, verticale e molto esposta (III° continuo, 1 chiodo circa a metà), fino a sbucare su di un piccolo pulpito (tiro chiave, punto più difficile).

3 - Si segue una cengia verso sinistra che, oltre un breve gradino, aggira una aggettante quinta rocciosa e porta all'interno del gran caminone (I°+, sosta su alcuni cordini, attenzione alla caduta pietre dall'alto!).

4 - Dalla sosta si attacca la parete sovrastante: i primi metri sono leggermente strapiombanti (III°), poi si segue una vaga fessura (II°) fino ad uscire su di un poggetto (anello), oramai in vista della caratteristica cengia-collare superiore della Cima Grande.

Da questo punto si può proseguire nuovamente in conserva: seguendo una facile cengia detritica (esposta, attenzione a smuovere pietre, queste vanno a finire nel gran caminone, bersagliando chi sta salendo) si raggiunge la comoda cengia-collare, percorsa da un'esile traccia di sentiero (da destra arriva la traccia d'uscita dello "Spigolo Dibona"). Si segue l'ampia cengia verso sinistra per un centinaio di metri, passando sotto alcuni strapiombi, poi, quando la natura del terreno lo consente, si riattaccano le rocce superiori (ometti e segni). 

Si risale prima una rampa gradinata (I°+), poi un canalino verso destra che negli ultimi metri diventa facile camino (II°). Si esce su di un pendio detritico che conduce, a destra, ad una forcellina: si scende dall'altra parte per pochi metri traversando un franosissimo canale (attenzione, poco sotto il canale precipita con un brusco salto!), per attaccare un caminetto di tre metri (II°+) che più sopra diventa canalino e conduce alle ultime rocce della cresta. A questo punto, per una elementare traccia nei detriti, si risalgono gli ultimi agognati metri che portano ai grandi massi di vetta sulla Cima Grande di Lavaredo (2999 m, h 3,30 dall'attacco). Ambiente veramente unico!

 

Discesa: è lunga e complicata. Si scende lungo l'itinerario di salita fino al sommo del caminetto di 3 metri: con una doppia di 10 metri (ancoraggio sulla roccia a destra scendendo) si giunge al franoso canale. Si prosegue poi scendendo facilmente fino alla cengia-collare: la si segue a ritroso, si supera il punto in cui la si è incontrata in salita e si raggiunge uno speroncino poco oltre, dove sono gli ancoraggi per la doppia (catena). Con una doppia di 30 metri circa si arriva alla sosta dentro il gran caminone. Da qui, con un'altra calata di 50 metri attrezzata all'interno del gran caminone (cordino arancione e due chiodi) si giunge alla sua base, dal palo di legno della guerra (gli ultimi 10 metri di calata sono nel vuoto). Un'altra doppia di 50 metri, sfruttando lo spit, deposita sul bordo superiore della vasta terrazza sassosa alla base della parete Sud. 

Si scende per roccette e detriti fino al suo margine inferiore, dove un'altra doppia attrezzata di 15 metri circa consente di toccare l'intaglio con i due spuntoni squadrati. Si continua a scendere per detriti instabili e rocce facili, si scende uno dei due canalini sottostanti e si giunge all'imbocco, verso sinistra, della esile cengia della variante. Poco sotto lo sbocco dei canalini (ometti), presso un masso staccato, c'è un altro ancoraggio: una calata di 20 metri in un umido camino deposita sulla cengia-terrazza inferiore. Seguendo una marcata traccia verso sinistra, si risale in 5 minuti alla stretta Forcella della Piramide. 

Si scende con molta attenzione per cenge e cornici fino all'altezza del masso incastrato: qui si trova il successivo ancoraggio per la doppia. Con due calate da 50 metri (dopo la prima calata si trova un altro ancoraggio, presso un piccolo caminetto al centro del canale principale) si giunge al punto dove abbandonare il canale. Aggirato per cengia lo spigoletto, si discende la facile rampa iniziale e si ritorna all'attacco (h 3,00 circa dalla cima). 

Di qui nuovamente al rifugio in h 0,30. 

 

TEMPO TOTALE

h 8,00 circa

DISLIVELLO

700 m circa, di cui 500 di arrampicata

DIFFICOLTA’

AD (quasi tutto I°/II° grado con un tiro di III° grado esposto)

MATERIALE UTILE

casco, 2 mezze corde da 50 m, 3/4 rinvii, qualche nut e friend

ULTIMO SOPRALLUOGO

23 giugno 2007

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - settembre 

COMMENTI

Salita veramente fantastica, molto impegnativa e complicata. Le difficoltà tecniche sono contenute, ma va tenuto presente il terreno, l'esposizione e l'orientamento, tutt'altro che facile: ometti ce ne sono molti, forse anche troppi, e a volte possono fuorviare. Meglio affidarsi ai segni rossi, sbiaditi ma ancora visibili lungo tutto il percorso. Attenzione alle scariche di sassi, specie nel tratto chiave. Un'ascensione che lascia sicuramente il segno ...