CARTINA CONSIGLIATA
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I.G.C.
scala 1:50.000 - Foglio 16
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CATEGORIA/ZONA
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ALPINISMO
- APPENNINO
LIGURE
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SCHEDA
N. 7 |
STORIA
ALPINISTICA
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Le
Rocche du
Prou Ballou (o Picco Palestra, 571 m) costituiscono il roccioso
avancorpo settentrionale del Monte Pennone (801 m), estrema
propaggine orientale del Gruppo del Beigua.
Si tratta di un modesto
rilievo, erboso e detritico lungo tutti i suoi versanti, tranne quello
Nord, che si affaccia con una serie di articolati speroni rocciosi sulla
solitaria e selvaggia valletta del Rio dell'Asino Morto. Questo
versante roccioso è stato molto frequentato, dagli anni '40 al 1970
circa, dagli alpinisti genovesi, che qui trovavano (a poca distanza da casa)
una notevole varietà di vie e passaggi su roccia ofiolitica quasi sempre
buona. La Scuola di Alpinismo "B. Figari" vi installò
addirittura un paranco per le prove di caduta, di cui sono ancora oggi
visibili i resti.
Nel 1946 qui perirono, in un tragico incidente, gli
alpinisti Alfredo Talarico (a cui la sezione ha intitolato un rifugio in
alta Valle Stura) e Leonardo Tanda. Dopo l'oblio dell'ultimo
trentennio del '900, le Rocche sono state "riscoperte" in epoca
recente e, grazie al lavoro di Michele Picco, Mauro De Cesare e compagni,
diverse vie di media difficoltà sono state attrezzate a spit e sono oggi
fruibili in assoluta sicurezza.
Fra queste, la
via "Gino Musso"
(che ricalca, con alcune varianti più dirette, la vecchia via del
"Costolone Nord-Est") è senz'altro una delle più interessanti,
sia per la lunghezza, sia per i diversi passaggi impegnativi che si
incontrano. |
PUNTO
DI PARTENZA
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Da
Genova Voltri (uscita della A10
Genova-Ventimiglia) si raggiunge la Via
Aurelia, si svolta a destra e si prosegue verso Arenzano; si lascia a destra
una prima deviazione per il Passo del Turchino e Ovada e si giunge
presso il ponte sul Torrente Cerusa. Senza attraversarlo, si svolta
ancora a
destra e si imbocca Via delle Fabbriche, che risale la
Val Cerusa. Dopo circa 1 km si
svolta a sinistra, si attraversa un ponte e si imbocca Via della Brigna: questa
stradetta, molto stretta e tortuosa, si
inerpica decisamente fra i fitti boschi, supera parecchie case isolate e
giunge ad un colletto. Trascurando la diramazione che scavalca il
colletto, si prosegue a destra sempre in ripida salita (ind. per "Campenave"),
si lascia più in alto una diramazione che scende a sinistra verso Crevari
e si giunge ad un bivio (306 m, 3 km circa dal ponte): qui conviene
parcheggiare in uno slargo prativo. |
AVVICINAMENTO
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Si procede sul
ramo di sinistra della strada, che oltre una prima villetta diventa
sterrata. In moderata salita la stradetta, con tratti cementati, entra nel
bosco, effettua un paio di tornanti ed esce in alto, presso un magnifico
prato in pendenza dal quale appare il Monte
Pennone.
Tagliato il prato in falsopiano, la strada passa davanti
ad una caratteristica grande casa isolata (Casa Trognillo) poi,
praticamente in piano, si raggiunge un bivio: trascurato il ramo di
sinistra, che scende in breve alle Case Brigna (392 m), si prosegue
per poche decine di metri sul ramo di destra, in leggera salita. Ad una
curva si lascia la strada e si raggiunge a destra l'evidente cabina di
ispezione di un metanodotto: da qui inizia un sentierino fra i rovi che
segue la direttrice del metanodotto.
Seguendo il sentierino per una
ventina di metri, si incontra una traccia che si stacca a destra:
seguendola, si superano un paio di modesti rii, si passa accanto ad un
palco per la caccia al colombo e si giunge sotto i costoni rocciosi delle Rocche
du Prou Ballou.
Presso un
grosso ometto si lascia il sentiero e si risale al meglio il pendio,
fra erba e roccette affioranti (un altro paio di ometti), fino all'inizio
dello sperone (h 0,40 dal parcheggio,
segno blu sulla roccia, attacco). |
DESCRIZIONE
DELLA VIA
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Si possono
contare 8
tiri di corda: 1
- Si sale lo speroncino, alto circa 10 m, proprio sul filo: si incontra un
primo spit (III°+), poi si scende ad un piccolo ripiano e, per un successivo
spigoletto di 2 metri (III°, altro spit) si raggiunge il comodo
ripiano erboso coi due spit di sosta;
2
- Si prosegue a sinistra, sempre sul filo di un modesto speroncino (II°,
III°) poi, oltre un alberello, si rimonta una placchetta fino ad un
terrazzino (III°+); un breve tratto erboso conduce alla base del
successivo risalto, superabile a sinistra con difficoltà di IV°-
oppure, meglio, a destra, lungo un bel diedro nero piuttosto impegnativo (V°-,
3 spit). All'uscita del diedro, a monte del piccolo ripiano roccioso, si
trova una sosta con 2 spit;
3
- Si traversa a destra, su un'esposta cornice (II°+, 2 spit) poi si
sale dritti per uno sperone abbattuto (III°-, 1 spit) e, superato
un breve risalto (III°+, 1 spit) si giunge alla sosta con 2
spit;
4
- Si rimonta la successiva cresta di blocchi (II°+) fino ad una
piccola forcellina con masso incastrato: da qui si attacca una paretina
gradinata (III°+, dovrebbe esserci uno spit, ma io non l'ho
trovato!) fino ad un
ripiano roccioso, da dove appare il tratto più verticale dello
sperone (2 spit di sosta);
5
- Si scende brevemente ad un'altra forcella, dalla quale si supera
direttamente un
grosso blocco fessurato (IV°+, 2 spit): con una traversata verso
destra, si supera un canale erboso e si raggiunge la sosta (2 spit);
6
- Tiro chiave: si attacca la placca
sovrastante, abbastanza tecnica (IV°+, 3 spit), si aggira poi a
destra una lama (esposto) e si raggiunge la base di un bel diedro
leggermente strapiombante. Si entra nel diedro, che richiede molta
attenzione a causa di alcune pietre mobili sul fondo (V°, 3 spit) e
lo si risale
in delicata spaccata fino al suo sbocco superiore, dove sono i 2 spit
di sosta;
7
- Si prosegue lungo la cresta, che tende a sinistra, per
lame e lastroni (III°) fino alla base di una paretina appigliata
che si risale (III°+, 1 spit), giungendo ad un pianerottolo con
spuntone di sosta (no spit);
8
- Per un ultimo tratto facile di cresta si raggiunge la piccola paretina
finale che si scala al centro (IV°-, 1 spit) fino alla vetta
(ometto, spuntoni).
Discesa:
dalla vetta (magnifico
panorama sulla città di Genova) si scende a sinistra per una
traccia che conduce all'ampia sella erbosa col Monte Pennone. Qui
si incontra un sentiero con segnavia ■,
che va seguito a sinistra in discesa nel rado bosco. Più in basso si
incrocia il largo sentiero contrassegnato con una X
(proveniente dal Passo della Gava): lo si segue in discesa finché
non si incontra il tracciato del metanodotto.
Si prosegue a questo punto
lungo il sentierino del metanodotto fino alla cabina di ispezione e, con
la strada forestale, al parcheggio (h 1,00
circa dalla vetta). |
TEMPO
TOTALE
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h
5,00 circa
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DISLIVELLO
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150
m circa di sviluppo, 200 m circa l'avvicinamento
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DIFFICOLTA’
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D-
(un passo di V°)
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MATERIALE
UTILE
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casco,
corda da 50/55 m, 7/8 rinvii, cordini vari; eventualmente qualche nut e
friend
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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15
aprile
2007
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PERIODO
CONSIGLIATO
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quello
invernale, in assenza di vento
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COMMENTI
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Via varia e divertente, adatta a
chi vuole impratichirsi con l'arrampicata "non di falesia": i
passaggi chiave sono molto ben protetti con spit, ma si incontrano anche
lunghi tratti dove è bene proteggersi autonomamente. Ambiente
particolare, con rocce aspre ma vista mare: evitare i periodi caldi, vista
la quota bassa ed il rischio vipere. Piacevole.
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