Gòrges du Verdòn - Via "Les Dalles"

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CARTINA CONSIGLIATA

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CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALTRE ZONE - FRANCIA (via di falesia)

SCHEDA N. 3

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

 

STORIA ALPINISTICA

Le Gòrges du Verdòn si trovano nel sud-est della Francia, ai confini fra i distretti dell'Haute Provènce e del Var. Sono costituite da un lungo solco ad andamento semicircolare di quasi 15 km, inciso dal Torrente Verdòn, con pareti a picco che variano dai 200 ai 400 metri! 

L'ambiente è veramente spettacolare, ed il luogo merita una visita anche a semplici fini turistico-escursionistici. Se però si arrampica, qui si possono trovare vie veramente per tutti i gusti, dalle relativamente facili (ma attenzione, l'esposizione qui è quasi sempre massima!) a quelle super-difficili. 

"Les Dalles" (1972) è una via classica, che si sviluppa per 250 m nel Secteur des Malines. L'accesso al settore è già di per sè un'impegnativa escursione, svolgendosi lungo un sentierino attrezzato tutt'altro che banale, delicato ed esposto. La via si sviluppa lungo uno dei numerosi pilastroni che solcano la parete, in ambiente esposto e severo: nonostante il nome ("dalles" = placche), segue peculiarmente una serie di fessure e diedri piuttosto impegnativi, anche per lo sviluppo della via stessa, che comincia ad essere importante. La roccia è ottima nella parte centrale, mentre all'inizio e alla fine è un po' rotta.

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Ventimiglia (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si raggiunge Nice, da dove si sale a Gràsse e a Castellàne (107 km da Nice, 147 km da Ventimiglia). Da qui si risale il corso del Verdòn fino a La Palùd sur Verdòn ( 833 m , 25 km da Castellàne).

Dal piccolo paesino (numerosi campeggi, un gite d'etape e alcuni alberghi) si prende la Route des Crêtes (strada panoramica che corre sul ciglio del canyon) in direzione Ovest: circa 1,5 km prima del Refuge de la Maline, presso un piccolo spiazzo adibito a parcheggio sulla destra, si trova un grosso ometto, dal quale parte una evidente traccia di sentiero che scende verso il basso.

 

AVVICINAMENTO

Si segue la traccia, all'inizio facile, che per tratti detritici intervallati a brevi saltini da scendere in arrampicata (), conduce sul ciglio di un precipite vallone roccioso. Qui il sentiero inizia a scendere, sfruttando i punti deboli del pendio. L'esposizione, il fine ghiaino e i passaggi su roccette comunque mai banali consigliano di effettuare la discesa con la massima attenzione! Più in basso si sale brevemente ad un forcellino con una lama staccata sulla sinistra, per poi discendere dall'altra parte con esposta spaccata (II°). Segue un lungo tratto di discesa attraverso un sistema di canalini e spaccature (fittoni di ferro, molto esposto!) fino ad un poggio ghiaioso, alla base di pareti vertiginose. Una serie di brevi tornanti e qualche banale roccetta conducono sul ciglio del salto finale, che si discende grazie anche all'ausilio di una corda fissa di una decina di metri (controllarne l'affidabilità!). 

Dalla base del salto si seguono le tracce, che conducono a sinistra alla base della parete: si supera un primo umido antro (attacco de "L'arête du belvedére") e si raggiunge un secondo diedro, un po' muschioso. Si nota subito la serie degli spit, che salgono verso destra (h 1,15 dalla strada, attacco). 

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si possono contare 9 tiri di corda:

1 - Si sale all’interno del diedro muschioso, prima direttamente, poi uscendone a destra e rimontando un sistema di fessure (4c), con alcuni passi delicati per via della roccia non proprio solidissima. In ultimo si supera una placca più liscia (5a) e si raggiunge un’esigua cengetta (sosta scomoda, 2 spit e cordone);

2 - Si prosegue a sinistra, per una serie di fessure verticali impegnative ed esposte (5c). Con alcuni passaggi di forza, si giunge ai piedi di una placca abbattuta ma liscia, sovrastata da un piccolo tetto: superata la placca (5c, chiodatura un po’ lunga) si guadagna un forcellino con un grosso masso staccato, che precipita dall’altra parte in un profondo canale (2 spit di sosta);

3 - Si attacca lo spigoletto di fronte, con passo esposto ma non eccessivamente impegnativo (4b), poi si sale un breve muretto e si esce su un terrazzo detritico. Facendo molta attenzione a non smuovere sassi, si risale il terrazzo da sinistra a destra, sostando alla base della parete e monte del terrazzo ( e II°, 2 spit);

4 - Si rimontano direttamente le placche alle spalle della sosta (4c) per poi attaccare una verticale placcona fessurata con arrampicata impegnativa e bellissima (5b, passo di 5c). Superata la placca, si prosegue per rocce più facili sempre verso destra, fino alla base di uno spigolo verticale: con breve ma non banale traverso (5b) si raggiunge il piccolo ripiano di sosta (2 spit);

5 - Si scala direttamente il bellissimo diedro a sinistra, compreso fra il precedente spigoletto e la parete rocciosa vera e propria. L’inizio richiede una bella e delicata arrampicata di opposizione (5b), più in alto l’uscita si rivela veramente ostica, con passaggio tecnico e di forza insieme (5c). Sosta sulla successiva crestina, sul filo di un aereo sperone (2 spit);

6 - E' il tiro chiave. Si prosegue sul filo della crestina, poi si traversa in spaccata a destra e si afferra una parete fessurata, che si risale quasi interamente in dulfer, sfruttando una serie di magnifiche lame (5c faticoso). Nella parte alta si giunge alla base di un diedrino nero, che si supera da destra a sinistra con passaggio esposto e faticoso (5c+/6a). Si prosegue per una serie di esili cornici per uscire sul filo di un altro sperone (2 spit);

7 - Si prosegue lungo la crestina dello sperone, superando all’inizio un passo impegnativo ed esposto (5c), poi si risale un tratto di instabile terriccio (attenzione) e si sosta fra gli alberi di un boschetto (sosta su 2 spit);

8 - Si segue una traccia tra gli alberi che conduce, verso sinistra, alla base del salto roccioso finale (, sosta su alberi);

9 - Si attacca la paretina rocciosa a destra, poi si traversa a sinistra per afferrare l’inizio di un diedro stretto e verticale, che si risale interamente con difficoltà crescenti (5b), fino alla scomodissima uscita, che richiede corporatura minuta o l’ausilio di un cavatappi. Dal successivo ripiano roccioso ci si porta in breve alla base del saltino finale, che si vince per una evidente fessura da destra a sinistra e poi ancora a destra (4c), fino ad uscire sui piatti lastroni in cima allo sperone, a pochi metri dalla Route de Crêtes.

 

Ritorno: seguendo il filo dello speroncino e poi per un breve tratto detritico, si raggiunge la massicciata della strada. Di qui, verso sinistra, in pochi metri si raggiunge il parcheggio (h 0,05).

 

TEMPO TOTALE

h 4,00 circa

DISLIVELLO

250 m circa di sviluppo

DIFFICOLTA’

TD- (6a max/5c obb.)

MATERIALE UTILE

corda da 60 m (anche singola), casco, 15 rinvii, cordini, eventualmente un paio di friends medi: via interamente attrezzata a spit

ULTIMO SOPRALLUOGO

27 aprile 2008

PERIODO CONSIGLIATO

primavera e autunno

COMMENTI

Via di grande soddisfazione, ma già impegnativa. Si svolge in ambiente solitario e piuttosto ombroso, e forse per questo un po' intimorisce. Passaggi però veramente tecnici e bellissimi, specie nel tratto centrale. Roccia un po' friabile nei primi due tiri. Veramente interessante!