Gòrges du Verdòn - Via "Free Tibet"

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CARTINA CONSIGLIATA

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CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALTRE ZONE - FRANCIA (via di falesia)

SCHEDA N. 2

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

 

STORIA ALPINISTICA

Le Gòrges du Verdòn si trovano nel sud-est della Francia, ai confini fra i distretti dell'Haute Provènce e del Var. Sono costituite da un lungo solco ad andamento semicircolare di quasi 15 km, inciso dal Torrente Verdòn, con pareti a picco che variano dai 200 ai 400 metri! 

L'ambiente è veramente spettacolare, ed il luogo merita una visita anche a semplici fini turistico-escursionistici. Se però si arrampica, qui si possono trovare vie veramente per tutti i gusti, dalle relativamente facili (ma attenzione, l'esposizione qui è quasi sempre massima!) a quelle super-difficili. 

"Free Tibet" (2001) è una via molto interessante, che pur non raggiungendo un impegno estremo consente un'arrampicata varia e di soddisfazione, su roccia quasi ovunque molto bella. Ambiente solare e caratteristico.

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Ventimiglia (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si raggiunge Nice, da dove si sale a Gràsse e a Castellàne (107 km da Nice, 147 km da Ventimiglia). Da qui si risale il corso del Verdòn fino a La Palùd sur Verdòn (833 m, 25 km da Castellàne).

Dal piccolo paesino (numerosi campeggi, un gite d'etape e alcuni alberghi) si prende la Route des Crêtes (strada panoramica che corre sul ciglio del canyon) fino al Refuge de la Maline: parcheggio in un piccolo spiazzo.

 

AVVICINAMENTO

Dal rifugio si prende l'evidente "Sentiero Martèl" (cartelli), che percorre tutto il Canyon del Verdòn fino al suo sbocco superiore. All'inizio il sentiero taglia con ampio semicerchio un aspro vallone, poi scende con decisione fra mughi e isolati pini. Superato un saltino di roccia grazie ad una scalinata artificiale (esposto, corda metallica), si entra in un boschetto: al termine degli alberi si incontra una lingua di ghiaia molto fine, che scende dalle pareti sovrastanti (caratteristico pilastrone giallo proprio sopra). Qui si abbandona il sentiero segnato, per seguire vaghe tracce che risalgono la lingua di pietrame. Con percorso faticoso e delicato per via della friabilità, si appoggia gradatamente a destra, fino a giungere alla base di uno  speroncino, nel punto più basso dove arrivano le rocce, alla base di una paretina (h 0,30, spit visibile sulla roccia, attacco). 

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si possono contare 5 tiri di corda:

1 - Si sale la paretina in diagonale verso destra (inizio 5c, poi più facile), fino a raggiungere il filo dello speroncino, che si rimonta per una serie successiva di brevi risalti intervallati da tratti detritici (4c/5a, attenzione alle pietre). Sosta alla base di un più deciso salto (cordone su albero e due spit alla sua destra);

2 - Si sale la placca sopra la sosta, piuttosto impegnativa (5c) poi si superano una serie di piccoli stapiombi (5c continuo), tendendo leggermente a sinistra. Si arriva così alla base di un corto diedro, liscio e leggermente strapiombante: lo si supera con passaggio di forza verso sinistra (6a) per poi rimontare alcune belle placche leggermente più abbattute (5b) fino ad un comodo ripiano di sosta (2 spit);

3 - Si traversa a destra, lungo un sistema di micro-cenge esposte e sovente bagnate, poi si sale direttamente verso l’alto una serie di verticali gradoni (5b) fino ad un ripiano alla base di un pilastro giallo (sosta su 2 spit);

4 - Si continua in traverso ascendente a destra, si supera un lastrone strapiombante (5c), oltre il quale si traversa orizzontalmente su una splendida placca a gocce (5a) fino ad una cengetta con 2 spit di sosta, in vista dello strapiombo finale;

5 - Si attacca la placca direttamente sopra la sosta, via via più ripida ed impegnativa (5c-6a) fino a raggiungere la base dello strapiombo giallo sovrastante: si supera lo strapiombo sfruttando le ottime maniglie a destra (passo di forza, 6a) e si esce all’inizio di una cengia orizzontale verso destra, presso una catena. Trascurando la scomodissima sosta, si segue la cengia verso destra (bandierine tibetane e simbolo della pace appese alla parete, 2b) e si raggiunge un comodo ripiano con 2 spit di sosta.

 

Ritorno: si segue una traccia verso destra, che aggira uno spigoletto e sale brevemente un tratto boscoso. Dopo poco si lascia il sentierino, che più avanti si perde fra le rocce a picco, per seguire una breve diramazione a sinistra che sale direttamente verso la bastionata rocciosa superiore. Si giunge così alla base di una gola boscosa, all’apparenza ostica ma in realtà facile, che si risale per rocce, arbusti e detriti (attenzione, passi di II°+) fino al ciglio dell’altopiano, da dove si raggiunge la Route des Crêtes (ben visibile) senza percorso obbligato. Seguendo la strada asfaltata verso sinistra, si ritorna velocemente al rifugio (h 0,30 circa).

 

TEMPO TOTALE

h 3,00 circa

DISLIVELLO

200 m circa di sviluppo

DIFFICOLTA’

TD- (6a max/5c obb.)

MATERIALE UTILE

corda da 60 m (anche singola), casco, 15 rinvii, cordini: via interamente attrezzata a spit

ULTIMO SOPRALLUOGO

26 aprile 2008

PERIODO CONSIGLIATO

primavera e autunno

COMMENTI

Bellissima salita, impegnativa e di grande soddisfazione. Passaggi mai banali ed esposti. Avvicinamento e ritorno da non sottovalutare, necessari senso d'orientamento e piede sicuro. Roccia quasi ovunque ottima, a parte il primo tiro (pietre mobili). Consigliata!