Testa Gias dei Laghi - Sperone Sud-Ovest

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CARTINA CONSIGLIATA

A.S.F. scala 1:25.000 - Foglio 05

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALPI MARITTIME

SCHEDA N. 4

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

IL LAGO SOPRANO DELL'AVÈR DAI PRESSI DEL COLLE DELL'AVÈR

 

STORIA ALPINISTICA

La Testa Gias dei Laghi (2739 m) è una importante montagna delle Alpi Marittime di Valle Stura, tra il Vallone di Orgials (Sant'Anna di Vinadio) ed il Vallone di Riofreddo. Dirama l'importante contrafforte della Maladecia, una delle cime più ardite e conosciute della zona. 

Dalla sua cima sono visibili decine di laghi, grandi e piccoli, che punteggiano i valloni della zona, da cui probabilmente il toponimo. 

La montagna si presenta come una cresta detritica su cui si evidenziano alcune elevazioni, di cui quella nord-orientale risulta la più elevata. I fianchi di questa cresta scendono con regolari pendii di sfasciumi verso la conca dei Laghi dell'Avèr, alla testata dell'omonimo vallone tributario di Riofreddo, mentre sul versante opposto, verso la Maladecia, è sorretta da brevi fasce rocciose intercalate da pendii erbosi e canalini, il tutto molto rotto e repulsivo. 

La cima meridionale, invece, quotata 2701 m, presenta verso Sud-Ovest una bella parete triangolare, sulla quale sono state tracciate, di recente, diverse vie con difficoltà classiche. La parete, trascurata dagli scalatori degli anni '30, rimane nascosta ed appartata sul fondo della selvaggia Comba Mourrè: forse proprio questo suo isolamento è stato la causa della sua così tardiva scoperta. 

La prima via tracciata sulla parete è quella che risale interamente lo Sperone Sud-Ovest, ben evidente già dal basso: risale al 17 settembre 1972, ed è opera di G. Ghibaudo ed F. Giraudo. Non presenta difficoltà elevate, ma è scarsamente attrezzata e restituisce già la soddisfazione di una scalata "importante". 

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona), si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo, da dove si risale la Valle Stura. Oltre Demonte (capoluogo della valle), si supera anche Vinadio (904 m, 64 km da Mondovì): circa 1 km oltre il paese si svolta a sinistra in direzione del Colle della Lombarda. Superata la borgata Pratolungo (926 m), con numerosa serie di tornanti la rotabile si inserisce nel selvaggio Vallone di Sant’Anna. Trascurando la diramazione a sinistra per il Vallone di Riofreddo, si prosegue lungamente nel severo vallone, fino ad un bivio presso la sua testata (1900 m circa, 20 km da Vinadio): trascurato il ramo di destra (diretto al ben visibile Santuario di Sant’Anna di Vinadio), si prosegue a sinistra, verso il Colle della Lombarda, risalendo con diversi tornanti fra i larici i ripidi pendii discendenti dalla Punta Maladecia. Dopo tre tornante la strada si allunga pressoché in piano su un’ampio terrazzo erboso: si prosegue sulla destra idrografica del Vallone d'Orgials fino ad un tornante presso lo sbocco della Comba Riva Bianca, ampia conca erbosa compresa fra la Rocca San Giovanni (a sinistra) ed il più massiccio Monte dell'Avèr, dove si parcheggia in un piccolo slargo sterrato all'interno di un tornantino (2189 m).

 

AVVICINAMENTO

Si prende la mulattiera che si inoltra nell'ampia e soleggiata Comba Riva Bianca: in questo primo tratto la traccia è frequentemente invasa dalle acque del rio, poi si supera una prima modesta bastionata e, tendendo a sinistra fra pietraie e ripiani erbosi, si raggiungono le pendici della dentellata cresta rocciosa della Rocca San Giovanni

Con alcuni ben tracciati tornanti, la mulattiera sale a raggiungere un colletto sulla cresta (2480 m, h 0,40), da dove appare la testata della solitaria Comba Mourrè e, di fronte, l'imponente parete della Testa Gias dei Laghi. Si scende dall'altra parte lungo la mulattiera che traversa verso destra, in direzione del canale detritico del Colle dell'Avèr: appena possibile, si abbandona la traccia e si procede per massi e detriti instabili (attenzione) in direzione della base della parete. Come punto di riferimento si può prendere lo sbocco inferiore dell'evidente diedro-canale che solca la parte sinistra della parete (neve ad inizio stagione, h 0,20 dal colletto, attacco).

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si possono contare 6 tiri di corda:

1 - La via originale risale la parte iniziale del diedro-canale (pericolo di caduta pietre): oggi una serie di spit sulla parete a destra del diedro-canale consentono di risalire direttamente lo zoccolo basale, con percorso più sicuro. Si risale quindi una prima breve fessura verticale (III°, 1 spit), poi si traversa a sinistra (2 spit) fino ad una placca inclinata e scivolosa, che va risalita in diagonale. Si supera l'arduo passo, esposto ed adrenalinico (V°+, 2 spit), poi più facilmente nuovamente a destra per saltini e cenge erbose fino alla grande cengia al di sopra dello zoccolo basale (sosta con chiodo e cordone);

2 - Si segue la cengia verso destra, si supera uno spigoletto e si entra nel ripido canalone delimitato dallo Sperone Sud-Ovest e dalla parete vera e propria. Si prosegue per rocce articolate e saltini (II°+) fino ad un vecchio chiodo (sosta);

3 - Si prosegue per lastroni e roccette sul fondo del canale (II°), poi si risale un saltino per un caminetto a sinistra (III°+) fino ad un pianerottolo nei pressi del filo dello sperone (sosta su spuntoni);

4 - Si traversa espostamente su una minuscola cengetta a destra (III°), poi si scala uno spigoletto gradinato (II°+) e si esce in un canalino erboso che va risalito fino alla base di un umido camino (sosta su spuntone a sinistra del camino);

5 - Si scala il camino, umido e scivoloso (IV°), che a metà presenta una strozzatura da superare direttamente (chiodo, IV°+), fino ad una minuscola forcelletta (chiodo di sosta);

6 - Si attacca un altro breve caminetto, liscio e verticale (IV°+, chiodo), poi si esce a sinistra su placca liscia ed espostissima (, poco proteggibile), fino a raggiungere una fessura di nuovo sul filo dello sperone; con percorso esposto ma più facile (III°) si risale un ultimo canalino e, per le ultime rocce a destra (IV°) si esce sulla cresta sommitale (spuntoni di sosta). Con pochi passi, in 5 minuti si raggiunge la croce posta sulla Quota 2701. Bellissimo panorama sulla cerchia di vette che ci circondano!

 

Discesa: seguendo una serie di ometti, ma anche senza percorso obbligato, ci si cala per massi e sfasciumi in direzione della sottostante conca (in alto a sinistra appare il facile pendio di brecciame che culmina con la Testa Gias dei Laghi vera e propria), si prende poi una larga cengia erbosa che risale brevemente all'evidente insellatura del Colle dell'Avèr (2585 m, h 0,20 dalla cima). 

Di qui si scende per una traccia nel franosissimo canale occidentale alla testata della Comba Mourrè (attenzione alle pietre mobili!). La traccia esce poi dal canale e si porta a sinistra su pendii erbosi ripidi ma sicuri, fino a ricongiungersi al sentiero percorso all'andata, prima di abbandonarlo per l'approccio alla parete. Seguendolo a ritroso, si ritorna alla carrozzabile (h 1,00 dal Colle dell'Avèr). 

 

TEMPO TOTALE

h 5,30 circa (h 3,00 circa di arrampicata)

DISLIVELLO

550 m circa (250 m circa la via)

DIFFICOLTA’

D+ (passi di IV° e un passo di V°+)

MATERIALE UTILE

2 mezze corde da 50 m, casco, una serie di nut e friends, eventualmente qualche chiodo, numerosi cordini

ULTIMO SOPRALLUOGO

9 giugno 2007

PERIODO CONSIGLIATO

luglio - settembre

COMMENTI

Bella via classica, in ambiente panoramico e suggestivo. Avvicinamento breve e poco faticoso, arrampicata un po' discontinua ma con alcuni passaggi impegnativi. Quasi tutta da attrezzare, orientamento abbastanza evidente. Attenzione in caso di roccia bagnata, soprattutto nella parte alta della via!