Traversata della Costa Bruciata 1430 m ca.

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CARTINA CONSIGLIATA

A.S.F. scala 1:25.000 – Foglio 03

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 59

 

FOTO NOTEVOLI

DALL’INIZIO DELLA CRESTA VERSO LE CASE DI VALDINFERNO

UNO DEGLI AEREI SPUNTONI DELLA CRESTA

FOTOPERCORSO DALLA CROCE AL TERMINE DELLA CRESTA

 

STORIA ALPINISTICA

La Costa Bruciata (1430 m ca.) è l’evidente dorsale che costituisce il basso versante sinistro idrografico della Valdinferno (valle del Rio Paròne), dividendola dalla attigua valletta del Rio Luvia (Colla di Casotto). Già dal paese di Garessio la cresta appare rocciosa ed invitante, ma è dalla chiesetta di Valdinferno che si mostra in tutta la sua eleganza, vicinissima e fratturata in una miriade di torrioni rocciosi. Su una delle innumerevoli quote, proprio sopra la piccola frazione, campeggia anche una piccola croce di ferro.

Tutte le volte che mi è capitato di salire verso il Monte Antoròto non ho potuto fare a meno di ammirare la cresta, modesta in dimensioni ma, nel suo piccolo, ardita e dignitosa. Vista anche l’apparente comodità di accesso, a poche centinaia di metri dal parcheggio, ho cominciato a prendere in considerazione l’opportunità di andarla ad esplorare … Tanto più che, nonostante numerose ricerche in rete, non sono mai riuscito a trovare notizie o relazioni che la riguardassero!

Tutto ciò, invece di essere un deterrente, ha costituito un ulteriore stimolo all’esplorazione: così, in una ventosa (ed un po’ piovosa) giornata di metà aprile, appurato che le condizioni di innevamento lo consentissero, ci siamo messi in moto … Nonostante fossimo partiti con poche velleità per via del meteo molto incerto, e non avessimo quindi con noi materiale da scalata, ne è venuta fuori una cavalcata di tutto rispetto, molto meritevole e godibilissima. Ciò a dimostrare che non è sempre necessario una meta rinomata per trascorrere una giornata divertente in montagna!

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Ceva (uscita della A6 Torino-Savona) si risale la Val Tanaro superando Bagnasco e Priòla fino a Garèssio ( 579 m , 21 km da Ceva). Subito dopo il paese si svolta a destra lungo una ripida stradetta asfaltata (indicazioni) che, tra fitti splendidi castagneti, risale la breve valletta del Rio Paròne fino alla piccola borgata di Valdinferno ( 1213 m , 10 km da Garessio), oramai solo sede di villeggiatura estiva, dove si lascia l'auto nel piccolo parcheggio sotto la chiesa.

 

AVVICINAMENTO

Dal parcheggio si segue a ritroso la strada asfaltata per un centinaio di metri, fino all’altezza del primo tornante: qui si prende un evidente sentierino che si inoltra nel bosco con pendenza moderata. Dopo pochi metri si trascura una traccia che prosegue dritta in moderata discesa, per seguire il ramo di sinistra, che prende a salire ripido nella boscaglia. Superati numerosi massi, che costituiscono palestra per gli appassionati di “bouldering” della zona, si prosegue a salire sempre molto ripidamente. Le tracce divengono molto labili, e serve un po’ di intuito per trovare il passaggio più conveniente fra massi ed arbusti. Usciti dal fitto degli alberi, appare poco distante la Costa Bruciata: da qui la croce si trova spostata a sinistra, e non sempre è visibile. Raggiunta una piccola pietraia, la si risale con alcune svolte (vaga traccia), puntando ad un evidente canalino boscoso compreso fra due arditi torrioni. Si risale al meglio il canalino, su terreno ripidissimo che richiede attenzione: a circa metà sviluppo il canale è interrotto da una bassa fascia rocciosa, che si supera al meglio tutto a sinistra (passo di I°+). Al di sopra del salto si prosegue per breve tratto fino alla base di una placca rocciosa inclinata: si può risalire la placca di ottima roccia (II°) oppure seguire a sinistra uno stretto canalino infastidito da fitti arbusti (), uscendo comunque sul filo del crinale, costituito da grossi blocchi (h 0,40 da Valdinferno). A destra, nel lontano fondovalle del Tanaro, appare il paese di Garessio. Attacco.

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si segue il crinale verso sinistra, costituito da ciclopici massi accatastati. Il percorso è solitamente a piacere: seguendo esattamente il filo le difficoltà si mantengono, in questo primo tratto, intorno al II°+ con qualche passo di III°, richiedendo eventualmente qualche brevissima (max 10 m) corda doppia. Volendo invece aggirare le difficoltà, è possibile sfruttare le numerose cornici erbose che tagliano sul lato Luvia (destra) alla base degli spuntoni.

Lasciato a sinistra un gendarme strapiombante, si può scalare un canale-camino con qualche arbusto a sinistra (II°) o aggirare a destra la lama che lo rinserra, giungendo in vista della croce. Una breve discesa per grossi blocchi conduce ad un’ampia forcella erbosa, cui fa capo un facile canale che costituisce un’ottima via d’uscita verso Valdinferno, quindi con pochi passi verso sinistra si giunge alla croce (h 0,25 dall’attacco). Bel panorama a volo d’uccello su Valdinferno.

Si continua sul crinale, sempre decidendo a piacere se scalare i numerosi gendarmi o se evitarli su un lato o sull’altro. Si scavalcano numerose quote, tutte più o meno facilmente: la roccia è generalmente buona, anche se non molto fessurata, e le placche di solito sono piuttosto appoggiate. Superato un tratto assai aereo (comunque facilmente aggirabile sul lato Luvia) si giunge ad una nuova ampia forcella erbosa. Si risale una bella placca sul filo di spigolo (II°), oppure la si aggira a sinistra per un corto canalino, e si giunge ai piedi di un bel torrione. Lo si può superare direttamente (II°+ esposto) oppure scendere per un ripido canalino a sinistra e risalire alla successiva forcella. Superato un nuovo tratto di cresta frastagliato, si giunge alla base di un torrione verticale: qui le difficoltà consigliano, a chi sia sprovvisto di corda e materiale per l’assicurazione, di scendere nel canalino di sinistra, perdendo una trentina di metri di quota fino alla pietraia alla base della cresta, e di traversare al meglio a destra. Si trascura un primo canalino che sale alla forcella successiva (da cui la prosecuzione sul filo di cresta risulterebbe ancora problematica, a metà di questo canalino si incontra comunque un bellissimo passaggio in caverna con grosso masso incastrato) e si risale facilmente quello seguente che riporta in cresta, presso una forcella alla base di un evidente testone roccioso. Si attacca la placca a sinistra (II°+), ripida ma comunque ben ammanigliata, quindi ci si porta a destra, aggirando lo strapiombo sovrastante: un bel canalino di grossi blocchi conduce direttamente sulla sommità del torrione. Da qui si prosegue ancora sul filo, ma la cresta perde nuovamente arditezza: riprendono i tratti erbosi che consentono, volendolo, di aggirare i vari spuntoni. Più avanti la roccia diventa sempre meno frequente, limitandosi a pochi bassi affioramenti fra ampi prati. Superate ancora un paio di modeste elevazioni, si avvistano in basso a sinistra, poco distanti, alcune case. Abbandonato il crinale e discesi i brevi pendii prativi di sinistra, si raggiunge velocemente la costruzione del Rifugio Silvietto (privato, h 2,00 dalla croce).

 

Discesa: dal rifugio si segue un sentiero in moderata pendenza fra i pascoli che, tagliando verso destra, conduce alle Case Mulattieri. Da qui, seguendo in discesa la comoda stradina cementata, si ritorna a Valdinferno (h 0,40 dal rifugio).

 

TEMPO TOTALE

h 4,00 circa (h 0,40 l’avvicinamento, h 2,30 circa il percorso di cresta)

DISLIVELLO

500 m circa (tenendo conto dei vari saliscendi lungo la cresta)

DIFFICOLTA’

PD (fino ad AD- se si segue fedelmente il filo di cresta)

MATERIALE UTILE

casco, eventualmente una corda da 30 m, cordoni, friends e qualche chiodo

ULTIMO SOPRALLUOGO

19 aprile 2015

PERIODO CONSIGLIATO

aprile-maggio e settembre-ottobre

COMMENTI

Itinerario sconosciuto ai più, ma che mi sento di consigliare vivamente! L’accesso è comodo e veloce, la cresta a tratti ardita, la roccia generalmente buona o ottima … Insomma, c’è tutto per una divertente giornata di arrampicata (facile) in montagna. Magari i panorami sono un po’ limitati, e molti alpinisti non partono neanche da casa per una cresta che si innalza per non più di 30 metri (quando va bene!) dalle pietraie basali … Però, oltre ad essere una via molto didattica in quanto completamente da proteggere, l’ambiente è particolare e ha il suo fascino. Ricorda un po’ la “variante inferiore” della Via Zunino al Monte Rama, anche se quest’ultima è un po’ più continua ed attrezzata. Consigliatissima!