CARTINA CONSIGLIATA
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CATEGORIA/ZONA
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ALPINISMO
- ALPI
LIGURI (via di falesia)
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SCHEDA
N. 11 |
STORIA
ALPINISTICA
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La
Rocca
di Corno (
315 m
) è una imponente struttura rocciosa che domina maestosa la conca di
Calvisio, nell'immediato entroterra di Finale Ligure, alla confluenza
fra
la Valle Sciùsa
e la valletta del Rio Ponci. Si tratta in realtà di un vasto altipiano
boscoso sorretto da spettacolari pareti calcaree, fra le prime ad essere
esplorate nel Finalese.
In
particolare, la magnifica parete Sud domina con un salto di 70-
80 metri
il piccolo abitato di Verzi: su questa parete, così come sugli
altri settori della Rocca (Est, Sud-Est, Ovest), sono stati tracciati
moltissimi itinerari, per lo più molto impegnativi ed esposti.
La via
"Titomanlio" (R. Titomanlio, G.F. Negro, 1968), sulla parete Sud, è forse una delle vie
meno impegnative (ma assolutamente non banale!) della rocca, pur
mantenendo intatte le caratteristiche di esposizione e di spettacolarità
tipiche del settore. |
PUNTO
DI PARTENZA
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Da
Finale Ligure (uscita della A10
Genova-Ventimiglia) si scende a Final Borgo, da dove si svolta a
sinistra seguendo
la Via Aurelia
fino a Final Pia. Qui si segue, ancora a sinistra, la strada che
risale
la Valle Sciùsa
e raggiunge Calvisio.
Oltre il paese si seguono le
indicazioni per Verzi (ponte sulla
destra): con numerosi tornanti una stretta stradina asfaltata porta fino
all'imbocco della valletta del Rio Ponci. Ad un bivio, si prende
la strada sterrata sulla sinistra, che porta pianeggiante fino ad un
comodo parcheggio (tabelle indicatrici,
9 km
circa da Finale) in vista dell'imponente versante meridionale della
Rocca di Corno.
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AVVICINAMENTO
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Si segue un sentierino che scende a guadare il rio
(quasi sempre asciutto) e che sale poi dalla parte opposta fra la
rigogliosa macchia mediterranea. La traccia taglia dapprima in
falsopiano le pendici della rocca, poi prende a salire con regolari ma
ripidi tornanti fino a portarsi alla base delle rocce del Settore
Sud-Est. Aggirato uno spigolo sulla sinistra, sempre fra rigogliosa
vegetazione, si sale un gradino roccioso e si esce su una comoda
cengia-terrazza presso un anfratto, dove è l'attacco (scritta "TITO"
sbiadita sulla roccia, h 0,20 dal
parcheggio). |
DESCRIZIONE
DELLA VIA
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Si possono
contare 3
tiri di corda: 1
- Si attacca
a destra dell'anfratto, seguendo un'evidente cengia ascendente verso
destra: la cengia è interrotta in qualche punto da brevi saltini, che
comunque si superano sempre piuttosto agevolmente (4c), fino alla
scomoda ed esposta catena di sosta;
2
- Lasciati a sinistra gli spit della via "Ipsilon", si attacca
un piccolo risalto giallastro caratterizzato da un vecchio cordone e da notevoli erosioni
(attenzione alla solidità); si prosegue poi sul filo dello spigolo di
destra, a picco sull'impressionante grotta giallastra ("Il
Portale") ben visibile anche
da lontano sulla parete Sud della Rocca di Corno. Un altro paio di
gradini, che buttano un po' all'infuori, si superano con difficoltà
crescenti (4c sostenuto) poi, oltre un breve ripiano, un
ultimo gradino un po' strapiombante (5a) ma breve consente di
raggiungere lo splendido pianerottolo antistante un'altra piccola grotta,
dov'è la catena di sosta (una cengia prosegue a sinistra, dove si incontra
la penultima sosta della via
"Ipsilon");
3
- Si scala il muro
verticale di destra, all'inizio con discreti appoggi (5b): il
tracciato originale poi va a destra, per una esposta cengetta fino ad un
alberello, e da qui alla sosta (5b), mentre una variante più
impegnativa supera direttamente il diedro strapiombante superiore lungo
una fessura verticale (5c sostenuto), fino alla sosta di cui sopra.
Discesa: con una prima doppia di 15 metri alla sosta 2,
poi con una seconda
doppia da almeno 55 metri (facendo attenzione a tenersi sulla sinistra
per non finire nel grottone!) nuovamente all'attacco. |
TEMPO
TOTALE
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h
2,00 circa
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DISLIVELLO
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60
m circa di sviluppo
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DIFFICOLTA’
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D+ sostenuto (5c max/5b
obb.)
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MATERIALE
UTILE
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casco,
2 mezze corde da almeno 55 m, 10 rinvii
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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24
dicembre
2006
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PERIODO
CONSIGLIATO
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tutto
l'anno, ottima l'esposizione in caso di giornate ventose!
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COMMENTI
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Salita impegnativa, ma di
soddisfazione: pur essendo di difficoltà paragonabili, sulla carta, al
"Vecchio" della Rocca di Perti, l'ambiente, la chiodatura
(vecchia) e soprattutto l'esposizione rendono la "Titomanlio"
nettamente più impegnativa e selettiva. Magnifico l'ambiente roccioso,
fra affioramenti, concrezioni ed antri veramente pittoreschi. Meritevole!
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