CARTINA CONSIGLIATA
|
A.S.F.
scala 1:25.000 - Foglio 03
|
CATEGORIA/ZONA
|
ALPINISMO
- ALPI LIGURI
|
SCHEDA
N. 44 |
STORIA
ALPINISTICA
|
La
Punta Havis
de Giorgio (2203 m) è l'estrema propaggine di quella lunga costiera
che si origina dalla Cima Pian Ballàur e che costituisce la sponda
occidentale del selvaggio e solitario Vallone delle Masche, dominando la
conca pascoliva alla testata della Valle Èllero.
Detta
costiera, nota in generale come "Rocche Biecài" o "Rocche
del Pis Occidentali", è costituita prevalentemente da pendii di
erba e roccette sul lato interno (Vallone delle Masche), mentre
verso il valloncello del Rio Ciappa e la conca del Lago Biecài
presenta una repulsiva barriera rocciosa tagliata da aeree cenge erbose
alta circa 200 metri.
La
Punta Havis de Giorgio presenta le
caratteristiche comuni a tutto il resto della costiera, con l'eccezione
del versante est, costituito da una triangolare parete verticale (o
strapiombante), ben visibile dal sottostante Rifugio Havis de Giorgio -
Mondovì, che impressiona per arditezza e slancio. Come per tutto il
resto delle Alpi Liguri, con rare eccezioni, la parete è
affrontata molto di rado, tanto più che le vie di cui si ha notizia sono
molto poche: oltre una classica via di A. Comino che risale l'evidente
caminone al centro della parete, ho sentito solo di un'altra via, aperta a
spit su difficoltà notevoli, che però non ha riscosso grosso favore a
causa della qualità della roccia, comunque non eccelsa.
Lungo il bordo
destro della parete, proprio sul filo dello Spigolo Nord-Est, sale invece una
bellissima via di difficoltà classiche, aperta da P. Billò e G.
Bongiovanni il 19 luglio 1953: si tratta di una via impegnativa ma molto
elegante, con forte esposizione ed ambiente aereo e spettacolare. Con un
po' di attenzione per alcuni tratti di roccia friabile (soprattutto nella
parte alta della via) è una salita vivamente raccomandabile per chi cerca
percorsi avventurosi e "di ambiente". |
AVVICINAMENTO
|
Dal
rifugio ci si dirige verso l’ampio canale erboso che sale a destra, in
direzione della base dell’evidente spigolo della Punta Havis de
Giorgio. Per vaghe tracce si
risale faticosamente il canale, ripido ma del tutto facile, fino ad
incrociare la traccia di sentiero che corre alla base della parete Est
della cima, e che consente il collegamento con il Vallone delle Masche.
Si sale a questo punto verso destra l’ultimo breve tratto di canale fino
al colletto erboso cui fa capo, da dove appare alla vista la
conca del Lago Biecài e la cresta sommitale del Marguarèis
(2000 m circa, h 0,40 dal rifugio).
Dal colletto si sale direttamente per due
brevi risalti di rocce articolate (II°, a sinistra veduta
impressionante sugli strapiombi
basali) fino ad un ripido pendio erboso, che si rimonta in diagonale
verso sinistra fino alla base di un primo evidente pilastro. Si traversa
alla base del pilastro ancora verso sinistra fino ad un esiguo ripiano
alla base di un diedro svasato (attacco, sosta su nut e friend). |
DESCRIZIONE
DELLA VIA
|
Si possono
contare 5
tiri di corda: 1
- Si risale il vago diedro a sinistra del pilastro per
rocce gradinate e tratti erbosi (III°+), uscendo su uno spigolo
dove vegetano i rododendri. Risalendo un breve pendio erboso si arriva
alla base di un risalto, dov’è una sosta con due spit (35 metri).
2
- Si traversa a sinistra per cengetta
esposta (II°) fino alla base di un
canalino poco marcato a destra dello spigolo. Si sale il canale a zig
zag per rampe e cornici (III°), poi per un breve pendio detritico si
giunge alla base di una fessura strapiombante, nuovamente pochi metri a
destra dello spigolo (40 metri, sosta su chiodo + nut).
3
- Si sale la
fessura (V°), poi più in alto se ne esce a destra per un liscio
muretto (V°). Per un breve canalino di sfasciumi si sale a sinistra fino
ad un foro, dal quale si sbuca su di un forcellino sul filo dello
spigolo (20 metri, sosta su blocco incastrato);
4
- Si sale a destra per
il filo di spigolo, ripido ed assai aereo, su roccia friabile,
superando due successivi risalti (III°+ e IV°, sosta
intermedia con due spit e cordone) fino alla base di un muretto
verticale (40 metri, sosta su due spit).
5
- Si supera il
muro di roccia piuttosto friabile (V°) e, scavalcato uno
spuntone, si esce su di un terrazzino alla base di una placca
strapiombante, solcata sulla sinistra da
una fessura obliqua. Si rimonta la fessura (V°/A0 o A1, 3
chiodi e 2 spit), uscendone a destra con passaggio atletico (V°). Si
prosegue direttamente per un largo sperone di lastroni biancastri e
gradini erbosi (IV°) fino a che lo spigolo si abbatte e diventa
cresta erbosa (40 metri, sosta su spuntone).
Per la
facile cresta, superando un breve
risalto roccioso, si raggiunge la
cima della Punta Havis de Giorgio (2203 m, ometto, h 0,10 dall'uscita
della via). Splendido
panorama, in particolare sul versante
nord della Cima delle Salìne.
Discesa: si scende a sinistra (lato
Vallone delle
Masche) per ripidi
pendii erbosi e saltuarie tracce di passaggio fin sul fondo dell’avvallamento
carsico, dove si incontrano gli ometti diretti verso la Cima delle
Saline. Si scende a sinistra lungo uno stretto solco con vegetazione,
che poco più in basso diventa canalino di detriti mobili (Canalino
Superiore delle Masche). Si raggiunge così la traccia di sentiero che
percorre la cengia erbosa alla base della parete est della Punta Havis
de Giorgio: seguendola verso sinistra in piano si ritorna ad
incrociare l’ampio canale erboso risalito all’andata, pochi metri
sotto il colletto d’attacco. Scendendo lungo il canale si ritorna al
rifugio (h 0,45 – 1,00
dalla cima).
|
TEMPO
TOTALE
|
h 6,00 circa (di cui circa h
4,00 per la via)
|
DISLIVELLO
|
200
m circa di sviluppo
|
DIFFICOLTA’
|
D+
(IV° con passi di V°/A0 o A1)
|
MATERIALE
UTILE
|
casco,
2 mezze corde da 50 m (ma anche da 30 m sono sufficienti, facendo qualche
sosta intermedia), cordini, 10 rinvii, nut, friend, qualche
chiodo
|
ULTIMO
SOPRALLUOGO
|
3
agosto
2010
|
PERIODO
CONSIGLIATO
|
luglio
- settembre
|
COMMENTI
|
Via molto interessante, elegante
ed aerea. Forte esposizione nella parte alta, ambiente quanto mai
selvaggio e caratteristico. Roccia da buona a discreta nella prima parte,
poi più rotta (attenzione ai numerosi blocchi instabili): sul tiro chiave
però la roccia è di nuovo buona. Anche per l'accesso ed il ritorno molto
comodi, una via ingiustamente trascurata. Consigliatissima.
|
|