CARTINA CONSIGLIATA
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CATEGORIA/ZONA
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ALPINISMO
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LIGURI (via di falesia)
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SCHEDA
N. 7 |
STORIA
ALPINISTICA
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Proprio
dirimpetto alla imponente struttura rocciosa della Rocca di Perti,
verso levante, una breve costa che trae origine dal complesso roccioso della Rocca
Carpanèa (e più precisamente dal Bric del Frate) si
allunga verso Sud, racchiudendo con l'ardito versante Nord della stessa
Rocca di Perti una solitaria e pittoresca valletta, la Valle Urta
(o Valletta di Montesòrdo).
Lungo
questa costa si evidenziano una serie di belle pareti e placconate, ognuna
con una sua denominazione, che nel complesso vengono chiamate Montesòrdo,
generalizzando cioè con il settore più importante e frequentato.
La via "Capriccio Diagonale" (F. Ferraresi, A. Parodi, F.
Tropini,
gennaio 1983) si sviluppa nella zona chiamata Parete Dimenticata,
anche se oggi di dimenticato il luogo ha ben poco, visto il gran numero di
vie tracciate nel settore.
Si tratta di una via già piuttosto impegnativa,
anche se non estrema, ma la peculiarità è l'ambiente in cui si svolge,
altamente suggestivo, con una calata finale nell'abisso della Grotta
dell'Èdera. |
PUNTO
DI PARTENZA
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Da
Finale Ligure (uscita della A10
Genova-Ventimiglia) si scende a Final Borgo,
da dove si prende la strada per Càlice Ligure. All'altezza di Perti
si svolta a destra e si segue la
stretta, ripida strada che raggiunge la piccola frazione di Perti Alta. Rimanendo
in quota, la stradina passa accanto alla Chiesa dei Cinque Campanili e,
rasentando gialle pareti prima, ed inoltrandosi poi nella pittoresca,
boscosa Valle Urta, si superano le Case Valle e si raggiunge un primo parcheggio sulla
destra, dove si lascia l'auto. N.B.:
da Perti Alta in poi il transito è in realtà consentito solo ai
residenti, ma gli arrampicatori sono in qualche modo tollerati. NON
APPROFITTARNE! |
AVVICINAMENTO
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Dal parcheggio si
scende per pochi metri lungo la strada asfaltata, per prendere un
sentierino sulla sinistra che scende verso l'impluvio della valletta. Risalendo
dall'altra parte, con percorso un po' fastidioso per lo scomodo fondo, si
raggiunge in breve una bella casa isolata (Cascina del Buio): proseguendo
sul sentiero, ora più agevole, si sale nel bosco con ripidi tornanti,
trascurando le varie diramazioni secondarie del sentiero. Più in alto, si
arriva ad un bivio più marcato, dove si prende a destra per la Parete
Dimenticata (cartello). Dopo un tratto in piano, si scende con alcune
ripide serpentine nel bosco (traccia piuttosto labile), poi si traversa nuovamente in piano proprio
al limite delle rocce, si scavalca un colletto con un roccione e, oltre
una zona di monotiri, si trova l'attacco della nostra via, presso un piccolo pulpito
roccioso (nessuna scritta, h
0,20 dal parcheggio).
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DESCRIZIONE
DELLA VIA
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Si possono
contare 3 tiri di corda:
1 - Si attacca una
placca
grigiastra, leggermente abbattuta ma con
appigli e appoggi scarsi ed un po' unti (5b): raggiunto un grande tetto
giallastro, si piega a destra, in traversata
diagonale (4b), fino ad un piccolo
risaltino verticale. Con qualche difficoltà a causa della scarsità di
appigli, lo si scala al centro, e si trova la sosta (5b gli ultimi 2
metri);
2 - Si continua a
traversare verso
destra, all'inizio abbastanza
facilmente grazie ad alcuni grossi buchi, poi con passi un po' più
delicati (4c). Giunti in corrispondenza di una specie di nicchia, si sale
dritti su per il saltino superiore (tratto chiave,
5b). Oltre la nicchia,
si afferra lo spigoletto di destra e, con salita sempre delicata ma un po'
meno impegnativa, si esce all'ampio ripiano dov'è la sosta (5a).
Ci si
affaccia dall'alto sulla spettacolare Grotta
dell'Èdera, costituita da una
sala cilindrica di dimensioni impressionanti!
3 - Si attacca ora la
breve paretina di
fronte: i primi metri sono
piuttosto facili, poi si deve superare una piccola ma impegnativa
"pancia" di roccia che richiede notevole sforzo di braccia (5c).
Per rocce via via più facili (5a), si raggiunge la sommità del grande arco di
roccia che attraversa, in un'unica campata, la voragine della Grotta
dell'Èdera (cordoni di sosta).
Discesa: è la parte forse più emozionante della via! Dal centro
dell'arco di roccia una sosta abbondantemente attrezzata con cordoni
consente una vertiginosa calata nel vuoto dell'abisso della grotta (circa
30 m). Dal fondo della sala
superiore, uno stretto pertugio (corda fissa)
consente di raggiungere un ripiano roccioso a guisa di balconata sulla
sala inferiore, che si raggiunge con breve percorso attrezzato con corde
fisse (scivoloso, attenzione!).
Usciti
dalla grotta, in pochi passi verso destra
si ritorna all'attacco e, di qui, al parcheggio. |
TEMPO
TOTALE
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h
2,00 circa
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DISLIVELLO
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70
m circa di sviluppo
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DIFFICOLTA’
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D- (5c max/5b
obb.)
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MATERIALE
UTILE
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casco,
2 mezze corde da 50 m o una corda singola da 70 m (per la doppia), 12
rinvii
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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4
dicembre
2011
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PERIODO
CONSIGLIATO
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tutto
l'anno
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COMMENTI
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Bella via, già abbastanza
impegnativa ma non impossibile, che ha la peculiarità di svolgersi in un
ambiente altamente suggestivo. Impensabile e fantastica la Grotta dell'Èdera, vero gioiello del Finalese. Emozionante!
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