Capo Noli - Via "In scio Bolesumme"

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CARTINA CONSIGLIATA

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CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALPI LIGURI (via di falesia)

SCHEDA N. 13

 

STORIA ALPINISTICA

Il promontorio di Capo Noli si allunga sul Mar Ligure a separare il Golfo di Noli dalla Baia dei Saraceni. Presenta una verticale scogliera calcarea lunga più di 1 km e mezzo, a picco sul mare, che permette di arrampicare in ambiente inconsueto e molto suggestivo. 

Anche qui, negli ultimi anni, sono stati individuati diversi settori (da Ovest ad Est: "Dancing Dalle", "I Pilastri", "Nolitùdine"), e sono stati attrezzati una quarantina di itinerari di difficoltà variabili. 

"In Scio Bolesumme" (A. Grillo, V. Simonetti, M. Oddone, 1979) è una via atipica: consiste in pratica in un lunghissimo, ininterrotto ed esposto traverso sulla scogliera, ad una altezza di circa 10 - 15 m dal mare, con difficoltà parecchio sostenute. La via originale, molto lunga, ha uno sviluppo di circa 400 m: qui viene proposta una variante più breve, di circa 200 m, che trascura la seconda parte (Est), dove le difficoltà calano sensibilmente. 

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Spotorno (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si procede lungo la Via Aurelia verso ponente fino a Noli (5 km circa da Spotorno). Oltre il pittoresco borgo marinaro la strada inizia a salire, a picco sul mare, supera la breve Galleria di Capo Noli e taglia a metà altezza la grande scogliera: si lascia l'auto in un piccolo parcheggio a destra, a ridosso delle rocce, poco dopo la grande roccia chiamata, per la sua forma, "Il Leone".

 

AVVICINAMENTO

Si prosegue lungo la strada per circa 150 metri (attenzione, non c'è marciapiede!) fino a raggiungere uno slargo sulla sinistra (lato mare) con una placca rocciosa caratteristica. Vicino al guard-rail si trova la scritta "IN SCIO". Di qui varie possibilità: o portarsi sulla sinistra dello slargo, dove due spit consentono di attrezzare una doppia e, al suo termine, traversare seguendo alcuni spit fino al terrazzino di attacco (in pratica un tiro in più); o ancorare la doppia direttamente al guard-rail e scendere fino ad incrociare gli spit precedenti, e per questi al terrazzino; oppure, sempre in doppia, mantenersi rasenti alla massicciata stradale e traversare tutto a sinistra, fino a ritrovarsi direttamente al terrazzino d'attacco.

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si possono contare 5 tiri di corda:

1 - Si parte lungo una cengia abbastanza comoda, che però ben presto si assottiglia fino a sparire in piena scogliera: aggirato uno spigoletto (5c), si giunge in prossimità di un piccolo aggettante tetto giallastro, che costringe ad un passo veramente impegnativo (6a, si trova in loco un cordino che può aiutare!). Oltre il tetto, sfruttando alcuni micro-appigli, si deve scendere leggermente, in esposizione massima, per poi aggirare un altro spigoletto con una spaccata mozzafiato (6a) e raggiungere il primo, esiguo terrazzino di sosta;

2 - Si sale per alcuni metri, con buone prese, per poi riprendere a traversare: dal 2° spit bisogna scendere lungo una fessurina sulla scogliera a picco, ma l'appoggio per il piede è normalmente troppo in basso per raggiungerlo distendendo la gamba, per cui bisogna un po' "lasciarsi andare", con notevole adrenalina! Si prosegue poi per un tratto sempre espostissimo, con scarsi appigli ed appoggi (5c sostenuto), fino ad un sistema di cenge un po' più abbordabili (4c) che consentono di scendere gradualmente fino alla successiva sosta, sempre scomoda; 

3 - I primi 3 spit sono nuovamente molto impegnativi: una piccola pancia di roccia butta un po' all'infuori, e costringe ad una delicatissima traversata su appigli ed appoggi quasi inesistenti (5c molto esposto). Raggiunto un tratto più facile, si aggira uno sperone per riprendere a salire nuovamente, all'inizio per buone cenge (4c), poi via via con maggiori difficoltà: l'ultimo tratto risale in diagonale ascendente una serie di placche lisce fin sotto uno strapiombo giallastro, sotto cui si traversa nuovamente in esposizione massima e scarsità di appigli ed appoggi (5c). Con un'ultima aerea spaccata si raggiunge la sosta, appesa nel vuoto e molto scomoda; 

4 - La successiva traversata inizia di nuovo all'insegna delle difficoltà: dopo due spit espostissimi, bisogna scendere di circa un metro e mezzo lungo la parete a picco per trovare una minuscola cornicetta dove appoggiare i piedi (5c). Proseguendo poi in leggera risalita si raggiunge un tratto dove si può tirare un po' il fiato: si raggiunge la base di un pendio che consente una prima facile uscita sulla strada, proseguendo invece a traversare si aggira un altro sperone (passi esposti ma facili, 4b) e si raggiunge una liscia placca sotto un roccione strapiombante. La si traversa in aderenza (delicato, 5c) e si raggiunge finalmente un tratto più facile che porta alla sosta, questa volta comoda;

5 - Si abbandonano a questo punto gli spit del traverso e si punta direttamente verso l'alto: per una facile rampa rocciosa si guadagna un pianerottolo con vegetazione (eventualmente, possibilità di piazzare qualche friend), poi salendo un canale verso sinistra (3a) si raggiunge la massicciata stradale (si incontra anche uno spit). Con ardito volteggio si guadagna la strada e si può finalmente tirare il fiato! 

 

TEMPO TOTALE

h 3,00 - 4,00 

DISLIVELLO

200 m circa di sviluppo

DIFFICOLTA’

TD- (6a max/5c obb.)

MATERIALE UTILE

casco, corda da 70 m, 16 rinvii

ULTIMO SOPRALLUOGO

27 gennaio 2007

PERIODO CONSIGLIATO

tutto l'anno, esclusi i mesi più caldi! Evitare le giornate con mare mosso!

COMMENTI

Via estremamente impegnativa, lunga e che richiede continua concentrazione. La scomodità delle soste, l'esposizione, il possibile affollamento la rendono ancora più selettiva. Insomma, una via che richiede un po' di esperienza. Ambiente inconsueto e molto suggestivo.