Rocca Sbarùa - Via "Cinquetti"

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CARTINA CONSIGLIATA

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CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALPI COZIE (via di falesia) 

SCHEDA N. 1

 

STORIA ALPINISTICA

La Rocca Sbarùa è una grande struttura rocciosa in alta Val Lemìna, che si incunea alle spalle dell'abitato di Pineròlo. Presenta due bei versanti di roccia granitica (Ovest e Sud) su cui si sviluppano itinerari alpinistici di tutte le lunghezze e di ogni difficoltà. 

Vista l'articolazione delle strutture, molti itinerari non prendono in considerazione la vetta vera e propria, ma raggiungono solo gli speroni secondari: è il caso della via "Cinquetti", dello sviluppo di circa 250 m, che si snoda su ottimo granito ed è una delle più "classiche" della zona.

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Torino si raggiunge Pineròlo (42 km da Torino). Da qui si risale la breve Val Lemìna, si supera San Pietro in Val Lemìna e si sale a Talùcco (758 m, 4 km circa da Pineròlo).

 

AVVICINAMENTO

Si attraversa il piccolo caratteristico nucleo abitato, per tagliare poi a mezzacosta dolci pendii prativi, con belle vedute sulla pianura e sul Monviso. Raggiunto un colle erboso, da dove si profila l'ardita struttura della Rocca Sbarùa, si entra in un fitto bosco e, superata una vecchia carbonaia, si raggiunge in breve una radura in cui sorge il nuovo e pittoresco Rifugio Melano - Casa Canada (1060 m, h 0,40). 

Dal rifugio si prende il sentiero che taglia ai piedi del versante Sud della rocca e, superata una pietraia, si sale in breve fino all'attacco.

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si possono contare 7 tiri di corda: 

1 - Si attacca la parete ombrosa, all'inizio abbastanza facile, poi un po' più difficile (passaggio scomodo verso sinistra) fino ad un comodo terrazzo (III°);

2 - Si risale un camino spanciato verso destra, a cui seguono una serie di ripide placchette che conducono ad un pianerottolo con alberi (III°+);

3 - Si attacca un diedro di circa 6 metri, con passaggio molto difficoltoso per la scarsità degli appigli (solo una piccolissima fessura sulla sinistra): al di sopra, si inizia a traversare per placconate verso destra, al di sotto di impressionanti tetti giallastri, fino ad una scomoda sosta esposta (inizio IV°+, poi IV°);

4 - Si attacca un altro diedro molto liscio, da superare in parte in opposizione con la schiena, fino alla successiva sosta (IV°);

5 - Si raggiunge una bastionata nei pressi di un alberello, che aiuta a superare un piccolo tetto (IV°+), dopo di che un sistema articolato di fessure permette di risalire la parete (vedute impressionanti sulle pareti e gli itinerari circostanti) fino ad un pianerottolo (III°+);

6 - Si segue una stretta ed espostissima cengia verso destra, che attraversa tutta la parete: in un paio di punti, gli appigli non sono il massimo, per cui richiede molta attenzione (III°);

7 - Si risale un altro diedro liscio e verticale, in parte in opposizione, fino al pianerottolo di vetta dello sperone ().

 

Discesa: un sentierino scende ripido sull'altro versante e, anche grazie ad alcune catene che facilitano il passo in alcuni tratti umidi, conduce in breve di nuovo all'attacco (h 0,20). Di qui, in h 1,00 al parcheggio.      

 

TEMPO TOTALE

h 6,00 circa 

DISLIVELLO

250 m circa in totale

DIFFICOLTA’

D+ (passi di IV° e un tiro di V°)

MATERIALE UTILE

casco, corda da 50 m, 7/8 rinvii, cordini, qualche nut e friend

ULTIMO SOPRALLUOGO

4 maggio 2003

PERIODO CONSIGLIATO

marzo - maggio e settembre - ottobre

COMMENTI

Bella arrampicata, su ottima roccia, in ambiente di mezza montagna molto panoramico. Si respira comunque l'atmosfera tipica della falesia.