Rocca la Meja 2831 m - Via normale

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CARTINA CONSIGLIATA

A.S.F. scala 1:25.000 – Foglio 06

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALPI COZIE

SCHEDA N. 9

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

MARMOTTA PRESSO IL COLLE D’ANCÒCCIA

AFFOLLAMENTO ESTIVO NEL CANALINO DELLA VIA NORMALE

RISALITA DELL’ULTIMO TRATTO DI CANALE, INNEVATO, A META’ GIUGNO

ROCCA LA MEJA DAL COLLE MARGHERÌNA

 

STORIA ALPINISTICA

Rocca la Meja (2831 m) è una bellissima cima rocciosa che sorge sullo spartiacque Stura – Màira, dominando i vastissimi pascoli della Bandìa e della Margherìna. Nel settore è la cima più elevata, oltre che più rappresentativa, e questo, unito alla relativa facilità e comodità di accesso, fa si che sia molto frequentata. Tradizionalmente la roccia della Meja è sempre stata considerata mediocre, fatto questo facilmente riscontrabile nelle immense colate di sfasciumi che la fasciano alla base: questo ha fatto si che l’alpinismo classico ha sempre evitato le repulsive e verticali pareti calcaree, preferendo pochi itinerari lungo creste, cenge e canali evidenti. Negli ultimi anni, però, è in atto una massiccia “riscoperta” di questo settore roccioso, specie delle vaste placconate meridionali, quelle che sorreggono la cengia della via normale: su questa lavagna rocciosa sono nate numerose vie sportive attrezzate a spit, di difficoltà non certo banali (poco o niente sotto il 6a) ma che, a detta degli ormai numerosi ripetitori, si svolgono su bellissima roccia lavorata e piuttosto solida. Sfatata quindi l’aura di diffusa friabilità di cui era ammantata la rocca, la salita per la via normale resta un itinerario breve e tutto sommato poco impegnativo, ma di soddisfazione per l’ambiente severo ma al contempo aperto e solare. La prima ascensione della rocca, per la più impegnativa cresta sud-est, risale al 17/09/1895 ad opera di Giovanni Bobba con due ufficiali degli Alpini. La stessa cordata, in discesa, scoprì la cengia obliqua dell’attuale via normale.

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo, da dove si risale la Valle Stura. Dal centro di Demònte (780 m, capoluogo della valle) una strada asfaltata si stacca sulla destra (indicazioni) e raggiunge la frazione di San Giacomo (1312 m), proseguendo poi stretta e ripida per il lungo ed alpestre Vallone dell'Arma fino al panoramico Colle di Valcavèra (2416 m, 23 km da Demònte, 76 km da Mondovì, scarse possibilità di parcheggio). 

 

AVVICINAMENTO

Dal colle, trascurato il proseguimento della stretta rotabile asfaltata verso il Colle dei Morti (o Faunièra) ed il Santuario di San Magno in Valle Grana, si divalla nell'ampia testata prativa del Vallone della Madonna, che una rotabile sterrata ex militare (ben conservata) taglia con ampio semicerchio. A destra incombe l'erbosa Cima di Tèst ( 2621 m ), di fronte i rocciosi Becco Grande (2775 m) e Becco Nero (2629 m) fiancheggiano l'erbosa depressione del Colle d'Ancòccia, in fondo si vedono le casermette del Colle Bandìa (2418 m), verso cui si dirige il tronco principale della rotabile, a sinistra svetta la mole rocciosa del Monte Nebiùs (2600 m). Giunti presso una recinzione in pietra al centro del vallone (resti di vecchie casermette), si risalgono i prati verso la già citata ed evidente depressione del Colle d'Ancòccia (2533 m): passando presso un piccolo laghetto, si incrocia in breve un altro tronco stradale proveniente dal vicino Colle del Mulo (2527 m), che conduce velocemente alla larga sella erbosa (h 0,30 dal Colle di Valcavera). Da qui appare la spettacolare parete meridionale di Rocca la Meja, struttura rocciosa che non ha niente da invidiare alle famose Dolomiti. 

Scesi sull'altro versante, sempre per magnifici prati, si lascia a destra una traccia diretta al vicino ed evidente Colletto della Meja (palina indicante la variante EE del "Sentiero Gino Gertòsio") e si raggiunge in breve la grande colata di detriti che fascia tutto il fianco della montagna: un sentierino ben marcato risale in diagonale il macereto, passando al di sotto di rocce e strapiombi, quindi risale un brevissimo canalino fino ad un piccolo ripiano posto all'inizio della grande cengia obliqua che taglia tutta la parete meridionale (h 0,40 dal Colle d’Ancòccia, attacco).

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si traversa brevemente un friabile pendio di sfasciumi (attenzione!), quindi si taglia un canalino roccioso fino ad afferrare le rocce di uno sperone che ne costituisce la sponda sinistra orografica: il passaggio è piuttosto delicato (II°), a causa della friabilità delle rocce e di una certa esposizione. Risalito per una ventina di metri lo speroncino per rocce via via più facili (), il cengione continua abbastanza largo e comodo, consentendo una salita per erba e detriti senza ulteriori difficoltà (tracce di sentiero). Al termine della cengia un tratto più ripido su friabili ghiaie (facile, ma attenzione) conduce su un comodo terrazzo roccioso, all'imbocco di un canalino molto ripido e stretto sulla sinistra: in assenza di neve, la risalita del canale non dà problemi (ma attenzione alla grande e diffusa friabilità), fino ad un primo colletto con terrazzino: l’unico passo in qualche modo impegnativo è l’uscita sul colletto, che richiede il superamento di un breve gradino roccioso di circa 3 metri lungo un verticale ma appigliato caminetto (II°, nel 2011 catena). Da qui, oltre una piccola conca detritica, un nuovo tratto di canale conduce ad un ultimo colletto, alla base del testone roccioso sommitale. Per facile sentierino, si aggirano le rocce sulla destra e, con ultima brevissima salita per cresta di grossi blocchi, si giunge sull'aerea cima di Rocca la Meja ( 2831 m , h 1,00 dall’attacco). Splendide vedute sulle medie e basse valli Stura e Màira.

 

Discesa: si effettua per la stessa via (attenzione alle pietre mobili) fino alla base della parete (h 0,40). Da qui, oltre che riattraversando il Colle d'Ancoccia, è possibile ritornare tagliando i prati discendenti dal Becco Nero e, discesi e risaliti per superare un profondo impluvio, si attraversano gli ampi pascoli della Margherina raggiungendo la rotabile ex militare sul prativo Colle Margherina ( 2420 m , h 0,20). Seguendo la rotabile verso sinistra, con belle vedute sull'altro versante di Valle Stura, si tocca in breve il Colle Bandìa, su cui sorgono numerose casermette e fortilizi risalenti agli anni '30. Tagliando con ampio semicerchio la testata del Vallone della Madonna, la rotabile riconduce al Colle di Valcavèra (h 0,45 dal Colle Margherina).

 

TEMPO TOTALE

h 4,00 – 4,30 circa

DISLIVELLO

550 m circa (300 m circa la via)

DIFFICOLTA’

F (pochi passi di II°)

MATERIALE UTILE

casco, eventualmente 30 m di corda per i meno esperti

ULTIMO SOPRALLUOGO

12 giugno 2011

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Itinerario breve, di modesto impegno, ma che conduce su di una vetta rinomata per eleganza e panorama. Vista la friabilità, è assolutamente consigliabile avere con sè il casco. Molto frequentata a causa del comodo accesso, ne risulta un po' ridimensionato l'ambiente, chiassoso e caotico, specie lungo le strade ex militari, vere "autostrade del sole"! A causa del manto stradale angusto, inoltre, problemi anche al ritorno in automobile (incrociando altri veicoli in senso opposto, manovre difficoltose).