CARTINA CONSIGLIATA
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A.S.F.
scala 1:25.000 - Foglio 07
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CATEGORIA/ZONA
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ALPINISMO
- ALPI
COZIE
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SCHEDA
N. 2 |
STORIA
ALPINISTICA
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La
Rocca
Castello (2452 m) fa parte di un famoso ed arditissimo complesso quarzitico che
sovrasta imponente l'abitato di Chiappèra, in alta Val Màira.
Esso si origina al Colle Gregùri (2319 m), e consta di quattro
vette principali orientate da Nord a Sud, formanti una cresta aerea ed
affilata. Subito dopo il colle la Rocca Castello (la vetta più
alta), seguita dalla Torre Castello (2448 m), dalla Punta Fìgari
(2345 m) e dalla Rocca Provenzàle (2402 m), che da Chiappèra
appare sotto forma di arditissimo corno roccioso.
Innumerevoli vie sono
state tracciate su queste pareti: tra queste, quella che percorre tutta la
cresta Nord della Rocca Castello è, anche se di difficoltà classiche, una delle più lunghe
(350 m di sviluppo). I primi salitori furono C. Bellone, G. Ferrero e G.
Ghibaudo il 4 ottobre 1981. |
PUNTO
DI PARTENZA
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Da
Mondovì (uscita della A6
Torino-Savona) si raggiunge Cuneo, proseguendo poi per Caràglio
e Dronèro
(622 m, 49 km da Mondovì). Da qui si risale la lunga
Val Màira; giunti ad
Accèglio (1220 m, 36 km da Dronèro), si prosegue sulla strada principale che raggiunge
Ponte Màira (1404 m), Sarètto (1530 m) e Chiappèra (1661
m, 44 km da Dronèro, 93 km da Mondovì),
l'ultimo centro abitato della valle. Lasciato a sinistra il Rifugio
Campeggio Campo Base (1690 m), si continua sulla rotabile
che risale il Vallone del Màurin. Dopo due tornanti, presso un piccolo
spiazzo, si lascia lo stacco del sentiero per il Colle Gregùri (cartelli per il
"Colle di Rui"),
e si prosegue su fondo sterrato: portatasi sul versante destro idrografico del vallone, con un
ampio tornante la strada guadagna quota e, superate le Grange Collèt,
raggiunge il vasto, pittoresco ripiano erboso dove sorgono le Grange
Rabèt (parcheggio). |
AVVICINAMENTO
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Si prende un
sentiero che costeggia lo spumeggiante corso d'acqua, e che si va ad
immettere ben presto in una carrareccia che taglia i prati, sempre lungo
la
sponda del torrente. Ad un certo punto la strada attraversa il rio
(niente ponte, in caso di acqua abbondante conviene risalire ancora lungo
la sponda fino ad una passerella nei pressi di una casa, da dove si può
riprendere la carrareccia) e prende a risalire gli ondulati pascoli, in
direzione delle dirute Grange Rivèro (2083 m).
Superate le grange,
la strada diventa sentierino, che attacca con decisione la ripida scarpata
erbosa compresa tra il Monte Eighièr (2574 m, a sinistra) e le
rocciose paretine del Monte Russèt (2088 m). Con gran numero di
ripidi tornanti, si esce su di una larga sella erbosa, da cui si ha una veduta
spettacolare sulle pareti della Rocca e della Torre Castello
(h 0,40).
Traversando in piano gli
splendidi prati, con bella veduta anche sulle spettacolari Cascate di
Stroppia, sull'altro lato del Vallone del Màurin, ci si dirige
verso il ben visibile Colle Gregùri: poco prima di giungervi,
però, presso alcuni grossi roccioni appena sotto il sentiero, si scende
per prati e pietre instabili (attenzione) fino alla base di quell'evidente
camino che incide alla base il piede della cresta Nord della Rocca
Castello (h 0,30 dalla larga sella
erbosa, attacco). |
DESCRIZIONE
DELLA VIA
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Si possono
contare 9
tiri di corda: 1 -
Si attacca il camino, che si risale piuttosto agevolmente, fino all'inizio
della grande cengia erbosa che taglia tutta la parete Ovest (III°-);
2 -
Su dritti verso sinistra, per rocce ben appigliate ma piuttosto verticali:
uno spostamento verso destra permette di evitare uno strapiombo, poi si
traversa nuovamente a sinistra per cengia esposta fino ad una scomoda
sosta (III°+);
3 -
Al termine della cengia di sosta, si risalgono verticalmente le rocce fino
alla base di un camino, che si scala direttamente raggiungendo una forcelletta sulla
cresta principale, alla base di un torrione roccioso (III°+, IV°);
4 -
Si segue il filo espostissimo della cresta poi, quando questa si impenna,
si traversa brevemente sul lato Ovest fino alla base di una stretta
fessura, che si risale in esposizione (4 chiodi, punto più difficile
della via) fino alle placche superiori, che si risalgono fino alla comoda
sosta (IV° sostenuto, V° la fessura);
5
- Si rimontano le rocce superiori, che presto si adagiano, pur rimanendo
esposte, fino alla sosta successiva (III°);
6
- Si scende ad una forcella per roccette instabili, risalendo poi
dall'altra parte, sempre per roccette precarie ed instabili, quindi si
traversa sul versante Est una placca fino alla successiva forcella (II°+,
III°);
7
- Si supera, sempre sul versante Est, un altro spuntone della cresta, con
traversata esposta ed aerea (III°);
8
- Si risale verticalmente un grande diedro, traversando poi verso sinistra
(molto esposto): ci si abbassa di circa un metro per superare in spaccata un
camino, dopo di che si traversa alla forcelletta alla base del salto finale
(III°, IV°);
9
- Si risale il filo della cresta, molto affilato, uscendo sulla panoramica
vetta (III°+).
Discesa: dalla vetta, ci si sposta con prudenza fino al sommo
di un canalino sul versante Est: con una calata di circa 40 m si
giunge in fondo al canale, dove verso destra (faccia a monte) si trova la
successiva calata attrezzata. Con un'altra doppia di 30 m circa si
arriva alla cengia che fascia tutto il
settore Nord Est; raggiuntane l'estremità, traversando per circa 80 m
verso destra (faccia a monte) fin presso la sommità di un pilastro che sovrasta il
Colle Gregùri, un'ultima doppia da 40 m
circa deposita alle ghiaie del colle. Da qui, in h
1,00, nuovamente alle Grange Rabèt.
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TEMPO
TOTALE
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h
7,00 - 8,00
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DISLIVELLO
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500 m
circa
(350 m lo sviluppo della via)
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DIFFICOLTA’
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D+
(III°+/IV° e un passaggio di V°)
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MATERIALE
UTILE
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casco,
corda da 50 m, 10 rinvii, cordini, nut e friend, ev. qualche chiodo:
itinerario attrezzato a chiodi
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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1°
giugno
2003
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PERIODO
CONSIGLIATO
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giugno
- settembre
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COMMENTI
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Fantastico itinerario in ambiente
meraviglioso: la cresta è a fil di cielo, i panorami mozzafiato, i
passaggi mai troppo difficili. Purtroppo, specialmente nella seconda
parte, la roccia è un po' rotta, per cui richiede attenzione. Itinerario
non troppo frequentato.
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