Si prosegue brevemente lungo la
sterrata del Vallone del Piz (vedi
anche itinerario Monte
Ténibres): allestremitā del parcheggio la si abbandona
per seguire, sulla sinistra, una rude carrareccia che guada il letto
(normalmente asciutto) del rio e si inoltra nel prato. Quasi subito si
incontra un bivio: si trascura il ramo di sinistra (che prosegue verso
il Vallone del Rio Costis) e si prosegue a destra, per morbidi dossi
erbosi, in direzione dello sbocco del boscoso Vallone del Ciavāl. La carrareccia inizia ad assumere pendenza
sostenuta, salendo per un tratto di fianco al rio fra arbusti e radi
alberi, quindi supera il corso dacqua su un ponte ed inizia a
prendere quota con lunghissima serie di tornanti, sulla sinistra
idrografica del vallone, nel
bosco sempre pių fitto. Superati alcuni tratti protetti
dalle valanghe con imponenti opere in legno la carrareccia, molto pių
in alto, supera
ancora una bastionata e, oltre un panoramico
tornante, si affaccia in una pittoresca
spianata erbosa circondata dal lariceto. Con unultima
serie di svolte la ben tracciata stradina conduce ad una bella casa
privata ristrutturata,
in
panoramicissima posizione (2060 m, h 1,20 dal Pian della Regina, fontana
non sempre attiva).
Si prosegue sulla traccia della
carrareccia, da
qui in poi inerbita e meno marcata: oltre un breve tratto fra
alte erbe, la strada effettua due ampi tornanti sul pendio boscoso a
monte della spianata e raggiunge cosė un superiore ampio ripiano erboso
con muretti a secco, presso linizio del quale sorge lantica Grangia
dei Prati del Ciavāl (
2131 m
, h 0,10
dalla casetta privata).
Si continua ancora per breve tratto
lungo la
traccia della stradina, che poco sopra al ripiano termina perō
in una modesta piazzola. A monte della piazzola un evidente ometto
indica la direzione da seguire: indicate da numerosi ometti di pietre le
tracce di sentiero (molto labili) risalgono il pendio erboso,
colonizzato da un rado lariceto, fino ad un minuscolo rio. Oltre il rio,
si prosegue prima per un vago costone erboso, poi lungo una stretta
valletta erbosa fra i larici, lasciando sulla destra una piccola
pietraia ai piedi di una paretina rocciosa. Insistendo per buon tratto allinterno
del solco (numerosi ometti), si continua fino ad uscire in
una piccola conca, dominata a destra da una bastionata di
roccia biancastra. Seguendo la direttrice degli ometti, si prosegue in
diagonale verso destra, risalendo i ripidi pendii erbosi sulla sinistra
della bastionata: con un
tratto di breve ma faticosa salita, si raggiunge la sommitā
di un poggio erboso, in vista della detritica comba terminale del
vallone (h
0,40 dalla Grangia dei Prati del Ciavāl), dominata dalla
Cima di Costabella (2652 m, di fronte) e del Monte Ciavāl (2641 m, a sinistra).
Si incrocia
a questo punto una nuova traccia, pių marcata e sempre
segnalata da ometti, che sale da destra: la si segue verso sinistra,
mentre aggira pianeggiando alcuni dossi erbosi e si
porta al centro della conca. Qui, con ampio semicerchio verso
sinistra, le tracce tagliano la vasta pietraia (possibili
residui nevosi nella prima parte della stagione) e risalgono
in diagonale i macereti fino alla base delle rocce che costituiscono lo
sperone settentrionale del Monte Ciavāl. Con alcune svolte su franosi
detriti il sentiero (qui mirabilmente tracciato, con diversi muri a
secco di sostegno) sale alla
base di ripide paretine, passa ai piedi di una piccola ma
ardita guglia
rocciosa e raggiunge una selletta sul filo dello sperone (2529 m). Dallaltra parte il sentiero perde
alcuni metri di quota, sempre traversando il ripidissimo
pendio, quindi prosegue
il traversone in piano in
direzione di un
breve canalino erboso che sale ad una selletta.
Questo tratto va affrontato con molta attenzione in quanto il
sentierino, a causa dellestrema friabilitā e della ripidezza del
pendio, č in molti punti franato, e alcuni passaggi su terra e minuti
detriti richiedono piede sicuro. Al termine del lungo traversone si
ritrova una buona traccia che, con alcune ripide svolte nel canalino
erboso, conduce velocemente ad una
selletta a quota
2608 m
sullo spartiacque Ciavāl-Ischiator, poco ad est della rocciosa
sommitā del Monte Ciavāl: la selletta č innominata, ma potrebbe
chiamarsi Colletta del Ciavāl (h
0,45 dalla comba terminale del Vallone del Ciavāl). Da qui
volendo, per la
facile cresta rocciosa di destra, č possibile raggiungere in
pochi minuti la sommitā del Monte Ciavāl (
2641 m
), dove č conficcato un paletto di ferro.
Ammirata la splendida vista sul
medio Vallone dellIschiatōr e su tutte le Alpi Marittime della Valle
Gesso, si scende dallaltra parte (versante Ischiatōr) il ripido
pendio erboso per alcune decine di metri, fino ad intercettare la
traccia orizzontale del sentiero segnalato (Sentiero
Balcone) che unisce il Passo di Rostāgno con i baraccamenti del
Monte Vaccia. Si prosegue, verso sinistra, lungo questo panoramico
sentiero che taglia con alcuni saliscendi (a tratti un po
faticosi) gli erbosi versanti meridionali del Monte Schiatau (2598 m) e della Testa di
Ciavias (2594 m): volendo, ambedue queste sommitā sono raggiungibili per ripidi prati,
con un supplemento di tempo e fatica. Quando ormai verso sud-est
appaiono, nel lontano fondovalle, i
fabbricati dei Bagni di Vinadio, con un ultimo traversone in
lieve discesa si raggiunge la verde insellatura della Colletta Bernarda (
2395 m
, h 1,15
dalla Colletta del Ciavāl, paline).
Trascurando le tracce che salgono
alla vicina sommitā del Monte Vaccia ed il pianeggiante sentiero che
prosegue verso gli omonimi baraccamenti (vedi anche itinerario Monte
Vaccia), si svolta a sinistra e si inizia a scendere con
decisione alla testata dellampia
conca denominata Bassa
di Ciavias. Con
alcune ripide serpentine, il marcato sentiero (segnavia
bianco-rossi) scende nella vasta conca erbosa, caratterizzata sulla
destra idrografica da unestesa pietraia di grossi blocchi.
Mantenendosi a sinistra, per
dolci pendii prativi, i segnavia (le tracce in questo tratto
spariscono) conducono ad unampia spianata pascoliva, da dove il
sentiero si fa nuovamente evidente. Con costante ma non troppo ripida
discesa il tortuoso tracciato perde quota nello splendido, rado
lariceto del Vallone
del Rio Costis, fino ad un piccolo ripiano pascolivo sede di un
antico gias, e caratterizzato da un
grande recinto di pietre a secco. Dal bordo del ripiano il
sentiero scende con un ripido traversone verso destra quindi, tagliato
alla base un vallonetto, prosegue a scendere nel bosco. Poco pių sotto
occorre fare attenzione ad abbandonare la traccia che prosegue
rettilinea (allapparenza pių marcata) per seguire quella segnalata
in bianco-rosso, che svolta decisa a sinistra e scende, con un lungo
traversone, alla vasta
spianata pascoliva sede della ristrutturata Grangia
dei Prati Costis (
1905 m
, h 0,45 dalla Colletta Bernarda,
sorgenti).
Dal margine della spianata si
raggiunge senza percorso obbligato la costruzione: da qui ha origine una
carrareccia sterrata che, oltre un ponticello, inizia a scendere con
decisione lungo la destra idrografica del rio. Ben presto la stradetta
passa sulla sinistra idrografica del vallone, proseguendo a scendere nel
bosco sempre pių fitto: il fondo stradale risulta molto rotto e
dissestato, di scomoda percorrenza. Molto pių in basso la carrareccia
perde decisamente quota con lunga serie di tornanti, transita presso una
presa dacqua nuovamente sul fondo del vallone e, con altra serie di
tornanti nella fitta abetaia, raggiunge un quadrivio (paline).
Trascurato il ramo di destra, molto mal messo, che raggiungerebbe
direttamente la strada che scende a Pietraporzio (ma lassenza del
ponticello di collegamento ne sconsiglia lutilizzo) e quello di
sinistra, che si collega in breve alla carrareccia del Vallone del Ciavāl,
si prosegue dritti, scendendo velocemente ai morbidi dossi erbosi a
monte del Pian della Regina. Si ritorna cosė al bivio, incontrato
allinizio dellescursione, con la carrareccia del Vallone del Ciavāl:
proseguendo a destra, in piano, si raggiunge in pochi minuti il
parcheggio del Pian della Regina
(h 1,00
dalla Grangia dei Prati Costis).