Traversata del Vallone del Ciavāl

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 14

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI MARITTIME

SCHEDA N. 69

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

LA SELVAGGIA TESTATA DEL VALLONE DEL PIZ DA POCO SOPRA IL PIAN DELLA REGINA

LE ALPI COZIE SOPRA PIETRAPORZIO DAL MEDIO VALLONE DEL CIAVÁL

LA COMBA SUPERIORE DEL VALLONE DEL CIAVÁL, CON IL TRACCIATO DEL SENTIERINO P28

L’INTERO SVOLGIMENTO DEL VALLONE DEL CIAVÁL DAI PRESSI DELLA SELLETTA 2529 M

IL PANORAMICO SENTIERO SUL CRINALE PIZ-ISCHIATOR

 

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Mondovė (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo, da dove si risale la Valle Stura. Dall'abitato di Pietraporzio ( 1230 m , 77 km da Mondovė) si scende a superare lo Stura su un ponte e si segue la stradina asfaltata per il Vallone del Piz. Incrociata la strada proveniente dal Vallone di Pontebernardo e diretta a Sambuco, si prosegue dritti: superato il rio su un ponte, si guadagna quota con due stretti e ripidi tornanti fino ad uscire sull’ampio ripiano erboso del Pian della Regina (1468 m, 2 km da Pietraporzio, comodo parcheggio sulla sinistra; paline e fontana).

 

ITINERARIO

Si prosegue brevemente lungo la sterrata del Vallone del Piz (vedi anche itinerario Monte Ténibres): all’estremitā del parcheggio la si abbandona per seguire, sulla sinistra, una rude carrareccia che guada il letto (normalmente asciutto) del rio e si inoltra nel prato. Quasi subito si incontra un bivio: si trascura il ramo di sinistra (che prosegue verso il Vallone del Rio Costis) e si prosegue a destra, per morbidi dossi erbosi, in direzione dello sbocco del boscoso Vallone del Ciavāl. La carrareccia inizia ad assumere pendenza sostenuta, salendo per un tratto di fianco al rio fra arbusti e radi alberi, quindi supera il corso d’acqua su un ponte ed inizia a prendere quota con lunghissima serie di tornanti, sulla sinistra idrografica del vallone, nel bosco sempre pių fitto. Superati alcuni tratti protetti dalle valanghe con imponenti opere in legno la carrareccia, molto pių in alto, supera ancora una bastionata e, oltre un panoramico tornante, si affaccia in una pittoresca spianata erbosa circondata dal lariceto. Con un’ultima serie di svolte la ben tracciata stradina conduce ad una bella casa privata ristrutturata, in panoramicissima posizione (2060 m, h 1,20 dal Pian della Regina, fontana non sempre attiva).

Si prosegue sulla traccia della carrareccia, da qui in poi inerbita e meno marcata: oltre un breve tratto fra alte erbe, la strada effettua due ampi tornanti sul pendio boscoso a monte della spianata e raggiunge cosė un superiore ampio ripiano erboso con muretti a secco, presso l’inizio del quale sorge l’antica Grangia dei Prati del Ciavāl ( 2131 m , h 0,10 dalla casetta privata).

Si continua ancora per breve tratto lungo la traccia della stradina, che poco sopra al ripiano termina perō in una modesta piazzola. A monte della piazzola un evidente ometto indica la direzione da seguire: indicate da numerosi ometti di pietre le tracce di sentiero (molto labili) risalgono il pendio erboso, colonizzato da un rado lariceto, fino ad un minuscolo rio. Oltre il rio, si prosegue prima per un vago costone erboso, poi lungo una stretta valletta erbosa fra i larici, lasciando sulla destra una piccola pietraia ai piedi di una paretina rocciosa. Insistendo per buon tratto all’interno del solco (numerosi ometti), si continua fino ad uscire in una piccola conca, dominata a destra da una bastionata di roccia biancastra. Seguendo la direttrice degli ometti, si prosegue in diagonale verso destra, risalendo i ripidi pendii erbosi sulla sinistra della bastionata: con un tratto di breve ma faticosa salita, si raggiunge la sommitā di un poggio erboso, in vista della detritica comba terminale del vallone (h 0,40 dalla Grangia dei Prati del Ciavāl), dominata dalla Cima di Costabella (2652 m, di fronte) e del Monte Ciavāl (2641 m, a sinistra).

Si incrocia a questo punto una nuova traccia, pių marcata e sempre segnalata da ometti, che sale da destra: la si segue verso sinistra, mentre aggira pianeggiando alcuni dossi erbosi e si porta al centro della conca. Qui, con ampio semicerchio verso sinistra, le tracce tagliano la vasta pietraia (possibili residui nevosi nella prima parte della stagione) e risalgono in diagonale i macereti fino alla base delle rocce che costituiscono lo sperone settentrionale del Monte Ciavāl. Con alcune svolte su franosi detriti il sentiero (qui mirabilmente tracciato, con diversi muri a secco di sostegno) sale alla base di ripide paretine, passa ai piedi di una piccola ma ardita guglia rocciosa e raggiunge una selletta sul filo dello sperone (2529 m). Dall’altra parte il sentiero perde alcuni metri di quota, sempre traversando il ripidissimo pendio, quindi prosegue il traversone in piano in direzione di un breve canalino erboso che sale ad una selletta. Questo tratto va affrontato con molta attenzione in quanto il sentierino, a causa dell’estrema friabilitā e della ripidezza del pendio, č in molti punti franato, e alcuni passaggi su terra e minuti detriti richiedono piede sicuro. Al termine del lungo traversone si ritrova una buona traccia che, con alcune ripide svolte nel canalino erboso, conduce velocemente ad una selletta a quota 2608 m sullo spartiacque Ciavāl-Ischiator, poco ad est della rocciosa sommitā del Monte Ciavāl: la selletta č innominata, ma potrebbe chiamarsi Colletta del Ciavāl (h 0,45 dalla comba terminale del Vallone del Ciavāl). Da qui volendo, per la facile cresta rocciosa di destra, č possibile raggiungere in pochi minuti la sommitā del Monte Ciavāl ( 2641 m ), dove č conficcato un paletto di ferro.

Ammirata la splendida vista sul medio Vallone dell’Ischiatōr e su tutte le Alpi Marittime della Valle Gesso, si scende dall’altra parte (versante Ischiatōr) il ripido pendio erboso per alcune decine di metri, fino ad intercettare la traccia orizzontale del sentiero segnalato (“Sentiero Balcone”) che unisce il Passo di Rostāgno con i baraccamenti del Monte Vaccia. Si prosegue, verso sinistra, lungo questo panoramico sentiero che taglia con alcuni saliscendi (a tratti un po’ faticosi) gli erbosi versanti meridionali del Monte Schiatau (2598 m) e della Testa di Ciavias (2594 m): volendo, ambedue queste sommitā sono raggiungibili per ripidi prati, con un supplemento di tempo e fatica. Quando ormai verso sud-est appaiono, nel lontano fondovalle, i fabbricati dei Bagni di Vinadio, con un ultimo traversone in lieve discesa si raggiunge la verde insellatura della Colletta Bernarda ( 2395 m , h 1,15 dalla Colletta del Ciavāl, paline).

Trascurando le tracce che salgono alla vicina sommitā del Monte Vaccia ed il pianeggiante sentiero che prosegue verso gli omonimi baraccamenti (vedi anche itinerario Monte Vaccia), si svolta a sinistra e si inizia a scendere con decisione alla testata dell’ampia conca denominata Bassa di Ciavias. Con alcune ripide serpentine, il marcato sentiero (segnavia bianco-rossi) scende nella vasta conca erbosa, caratterizzata sulla destra idrografica da un’estesa pietraia di grossi blocchi. Mantenendosi a sinistra, per dolci pendii prativi, i segnavia (le tracce in questo tratto spariscono) conducono ad un’ampia spianata pascoliva, da dove il sentiero si fa nuovamente evidente. Con costante ma non troppo ripida discesa il tortuoso tracciato perde quota nello splendido, rado lariceto del Vallone del Rio Costis, fino ad un piccolo ripiano pascolivo sede di un antico gias, e caratterizzato da un grande recinto di pietre a secco. Dal bordo del ripiano il sentiero scende con un ripido traversone verso destra quindi, tagliato alla base un vallonetto, prosegue a scendere nel bosco. Poco pių sotto occorre fare attenzione ad abbandonare la traccia che prosegue rettilinea (all’apparenza pių marcata) per seguire quella segnalata in bianco-rosso, che svolta decisa a sinistra e scende, con un lungo traversone, alla vasta spianata pascoliva sede della ristrutturata Grangia dei Prati Costis ( 1905 m , h 0,45 dalla Colletta Bernarda, sorgenti).

Dal margine della spianata si raggiunge senza percorso obbligato la costruzione: da qui ha origine una carrareccia sterrata che, oltre un ponticello, inizia a scendere con decisione lungo la destra idrografica del rio. Ben presto la stradetta passa sulla sinistra idrografica del vallone, proseguendo a scendere nel bosco sempre pių fitto: il fondo stradale risulta molto rotto e dissestato, di scomoda percorrenza. Molto pių in basso la carrareccia perde decisamente quota con lunga serie di tornanti, transita presso una presa d’acqua nuovamente sul fondo del vallone e, con altra serie di tornanti nella fitta abetaia, raggiunge un quadrivio (paline). Trascurato il ramo di destra, molto mal messo, che raggiungerebbe direttamente la strada che scende a Pietraporzio (ma l’assenza del ponticello di collegamento ne sconsiglia l’utilizzo) e quello di sinistra, che si collega in breve alla carrareccia del Vallone del Ciavāl, si prosegue dritti, scendendo velocemente ai morbidi dossi erbosi a monte del Pian della Regina. Si ritorna cosė al bivio, incontrato all’inizio dell’escursione, con la carrareccia del Vallone del Ciavāl: proseguendo a destra, in piano, si raggiunge in pochi minuti il parcheggio del Pian della Regina (h 1,00 dalla Grangia dei Prati Costis).

 

TEMPO TOTALE

h 6,00 circa 

DISLIVELLO

1400 m circa

DIFFICOLTA’

E allenati (EE il breve tratto prima della Colletta del Ciavāl)

ULTIMO SOPRALLUOGO

4 agosto 2013

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - settembre

COMMENTI

Lunga traversata che si puō suddividere in due sezioni ben distinte: ad una prima parte selvaggia e solitaria ne segue una seconda piuttosto frequentata e molto panoramica. Difficoltā assai contenute (attenzione ai tratti franati prima della Colletta del Ciavāl) ed ambiente intatto ne fanno una traversata fra le pių consigliabili della zona. Preferibile questo senso di marcia, in quanto in direzione opposta l’individuazione del punto in cui abbandonare il sentiero per raggiungere la Colletta del Ciavāl non č affatto semplice!